La valutazione del contributo delle sorgenti emissive di particolato atmosferico (PM) e dei loro possibili effetti sulla salute negli ambienti indoor è fondamentale poiché è all’interno delle abitazioni che trascorriamo la maggior parte del nostro tempo. Tuttavia, la valutazione della qualità dell’aria negli ambienti residenziali è complessa perché dipende non solo dalle diverse sorgenti interne ma anche dal PM emesso dalle fonti esterne che penetra all'interno degli edifici. In questo studio sono stati presi in esame 15 appartamenti situati nell'area urbana di Roma, selezionati in base alla diversa localizzazione rispetto alle sorgenti di PM urbane (e.g. traffico, riscaldamento domestico) e alla presenza di diverse sorgenti emissive indoor (e.g. fumo di sigaretta, utilizzo di incenso e di piccoli elettrodomestici con motore a spazzola). In ogni sito è stato campionato il PM10 sia indoor che outdoor per due anni consecutivi mediante campionamenti bimestrali utilizzando strumentazione a bassissima portata (0.5 L min-1). I campioni sono stati analizzati per più di 100 variabili chimiche: PM10, ioni, macro-elementi, frazione idrosolubile e residua di elementi in traccia, levoglucosano, carbonio elementare e carbonio organico. L’applicazione della fattorizzazione a matrice positiva (PMF) sui dati di caratterizzazione chimica ha consentito di identificare 8 sorgenti emissive prevalenti e di valutarne il contributo al PM10 e al suo potenziale ossidativo (misurato mediante i saggi acellulari del DCFH, AA e DTT) negli ambienti indoor e outdoor di ciascun sito. Le concentrazioni di PM10 outdoor sono risultate piuttosto simili tra i siti, mostrando un chiaro andamento stagionale, con concentrazioni massime nei mesi invernali, e una variabilità spaziale prevalentemente legata alla diversa micro-localizzazione dei siti: distanza dalle strade trafficate, presenza di binari tramviari o ferroviari, esposizione su strada o verso il cortile interno. La polvere di suolo e il riscaldamento domestico a biomasse sono risultate le sorgenti emissive con il maggiore contributo al PM10 negli ambienti outdoor, rispettivamente in estate e in inverno. Al contrario, le concentrazioni di PM10 negli ambienti indoor hanno mostrato una maggiore variabilità sito-specifica. Il fumo di sigaretta, quando presente, è la sorgente che ha mostrato il contributo più elevato al PM10 negli ambienti indoor. Rispetto all’aria esterna, i risultati ottenuti negli ambienti indoor hanno mostrato un generale decremento dei contributi al PM10 dalla polvere di suolo, spray marino e traffico veicolare. L'analisi delle componenti principali (PCA) ha consentito di associare ai saggi di potenziale ossidativo la diversa composizione chimica e quindi le diverse sorgenti emissive di PM10. Il DCFH è risultato sensibile a tutte le sorgenti di tipo combustivo, in particolare al fumo di sigaretta e all’utilizzo di incenso negli ambienti indoor, mentre il DTT e l’AA sono risultati sensibili rispettivamente alla combustione di biomasse per il riscaldamento domestico e al traffico veicolare non combustivo. Questi risultati ampliano la comprensione delle dinamiche complesse che influenzano la qualità dell'aria indoor, sottolineando l'importanza di includere la sua valutazione negli studi di esposizione inalatoria
Source apportionment del PM10 e del suo potenziale ossidativo in ambienti residenziali urbani / Tiraboschi, C.; Canepari, S.; Frezzini, M. A.; Ristorini, M.; Marcovecchio, F.; Pareti, S.; Rantica, E.; Giusto, M.; Sargolini, T.; Perrino, C.; Massimi, L.. - (2024). (Intervento presentato al convegno PM2024 tenutosi a Torino).
Source apportionment del PM10 e del suo potenziale ossidativo in ambienti residenziali urbani
C. Tiraboschi
Primo
;S. Canepari;M. A. Frezzini;M. Ristorini;F. Marcovecchio;L. Massimi
2024
Abstract
La valutazione del contributo delle sorgenti emissive di particolato atmosferico (PM) e dei loro possibili effetti sulla salute negli ambienti indoor è fondamentale poiché è all’interno delle abitazioni che trascorriamo la maggior parte del nostro tempo. Tuttavia, la valutazione della qualità dell’aria negli ambienti residenziali è complessa perché dipende non solo dalle diverse sorgenti interne ma anche dal PM emesso dalle fonti esterne che penetra all'interno degli edifici. In questo studio sono stati presi in esame 15 appartamenti situati nell'area urbana di Roma, selezionati in base alla diversa localizzazione rispetto alle sorgenti di PM urbane (e.g. traffico, riscaldamento domestico) e alla presenza di diverse sorgenti emissive indoor (e.g. fumo di sigaretta, utilizzo di incenso e di piccoli elettrodomestici con motore a spazzola). In ogni sito è stato campionato il PM10 sia indoor che outdoor per due anni consecutivi mediante campionamenti bimestrali utilizzando strumentazione a bassissima portata (0.5 L min-1). I campioni sono stati analizzati per più di 100 variabili chimiche: PM10, ioni, macro-elementi, frazione idrosolubile e residua di elementi in traccia, levoglucosano, carbonio elementare e carbonio organico. L’applicazione della fattorizzazione a matrice positiva (PMF) sui dati di caratterizzazione chimica ha consentito di identificare 8 sorgenti emissive prevalenti e di valutarne il contributo al PM10 e al suo potenziale ossidativo (misurato mediante i saggi acellulari del DCFH, AA e DTT) negli ambienti indoor e outdoor di ciascun sito. Le concentrazioni di PM10 outdoor sono risultate piuttosto simili tra i siti, mostrando un chiaro andamento stagionale, con concentrazioni massime nei mesi invernali, e una variabilità spaziale prevalentemente legata alla diversa micro-localizzazione dei siti: distanza dalle strade trafficate, presenza di binari tramviari o ferroviari, esposizione su strada o verso il cortile interno. La polvere di suolo e il riscaldamento domestico a biomasse sono risultate le sorgenti emissive con il maggiore contributo al PM10 negli ambienti outdoor, rispettivamente in estate e in inverno. Al contrario, le concentrazioni di PM10 negli ambienti indoor hanno mostrato una maggiore variabilità sito-specifica. Il fumo di sigaretta, quando presente, è la sorgente che ha mostrato il contributo più elevato al PM10 negli ambienti indoor. Rispetto all’aria esterna, i risultati ottenuti negli ambienti indoor hanno mostrato un generale decremento dei contributi al PM10 dalla polvere di suolo, spray marino e traffico veicolare. L'analisi delle componenti principali (PCA) ha consentito di associare ai saggi di potenziale ossidativo la diversa composizione chimica e quindi le diverse sorgenti emissive di PM10. Il DCFH è risultato sensibile a tutte le sorgenti di tipo combustivo, in particolare al fumo di sigaretta e all’utilizzo di incenso negli ambienti indoor, mentre il DTT e l’AA sono risultati sensibili rispettivamente alla combustione di biomasse per il riscaldamento domestico e al traffico veicolare non combustivo. Questi risultati ampliano la comprensione delle dinamiche complesse che influenzano la qualità dell'aria indoor, sottolineando l'importanza di includere la sua valutazione negli studi di esposizione inalatoriaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.