The article examines a diegetic constant in women's writing: the rejected, lost, stolen, crippled doll. In the chosen texts, the girls are confronted with a socio-cultural model, entering a dark zone: they deny it or replace it or destine it to metamorphic adventures. In E.Morante, Caterina throws away her doll, but then searches for it in the world, while Ida tries to take care of it, to escape the external evil; A.M.Ortese replaces it with unreal and rebellious figures, to express different possibilities; E.Ferrante uses it to make generations of women and brilliant friends talk to each other; E.E.Festa chooses a defective one to fight civil battles; G. Caminito retraces their voices in women's writings and makes them resonate in the present. The renunciation of passive identification triggers a destabilizing transgression and creates the wound of the loss of external recognition, but the vulnus of loss initiates a process of critical and personal transformation. On this existential and literary itinerary, it is possible to devise a didactic laboratory, which reads the present of the new generations in an era of global crisis, in the aspects of comparison with historical and cultural memory and in the aim of giving back to each individual the possibility of choosing.

L’articolo esamina una costante diegetica nella scrittura femminile: la bambola rifiutata, perduta, sottratta, menomata. Nei testi scelti, le bambine si confrontano con un modello socioculturale, entrando in una zona oscura: lo rinnegano o lo sostituiscono o lo destinano ad avventure metamorfiche. In E.Morante, Caterina getta via la sua bambola, ma poi la cerca nel mondo, mentre Ida prova a prendersene cura, per sfuggire al male esterno; A.M.Ortese la sostituisce con figure irreali e ribelli, per esprimere possibilità differenti; E.Ferrante la usa per far dialogare tra loro generazioni di donne e di amiche geniali; E.E.Festa ne sceglie una difettosa per combattere battaglie civili; G.Caminito ripercorre le loro voci nelle scritture femminili e le fa risuonare nel presente. La rinuncia all’identificazione passiva innesca una trasgressione destabilizzante e crea la ferita della perdita del riconoscimento esterno, ma il vulnus della perdita dà inizio ad un processo di trasformazione critica e personale. Su questo itinerario esistenziale e letterario è possibile ideare un laboratorio di didattica, che legga il presente delle nuove generazioni in un’epoca di crisi globale, negli aspetti di confronto con la memoria storicoculturale e nella finalità di restituire ad ogni individuo la possibilità di scegliere.

The Power of Loss in Women's Education / Bellucci, Lilia. - In: ROSSOCORPOLINGUA. - ISSN 2611-8378. - Anno VII, fascicolo 3(2024), pp. 2-14.

The Power of Loss in Women's Education

Bellucci, Lilia
2024

Abstract

The article examines a diegetic constant in women's writing: the rejected, lost, stolen, crippled doll. In the chosen texts, the girls are confronted with a socio-cultural model, entering a dark zone: they deny it or replace it or destine it to metamorphic adventures. In E.Morante, Caterina throws away her doll, but then searches for it in the world, while Ida tries to take care of it, to escape the external evil; A.M.Ortese replaces it with unreal and rebellious figures, to express different possibilities; E.Ferrante uses it to make generations of women and brilliant friends talk to each other; E.E.Festa chooses a defective one to fight civil battles; G. Caminito retraces their voices in women's writings and makes them resonate in the present. The renunciation of passive identification triggers a destabilizing transgression and creates the wound of the loss of external recognition, but the vulnus of loss initiates a process of critical and personal transformation. On this existential and literary itinerary, it is possible to devise a didactic laboratory, which reads the present of the new generations in an era of global crisis, in the aspects of comparison with historical and cultural memory and in the aim of giving back to each individual the possibility of choosing.
2024
L’articolo esamina una costante diegetica nella scrittura femminile: la bambola rifiutata, perduta, sottratta, menomata. Nei testi scelti, le bambine si confrontano con un modello socioculturale, entrando in una zona oscura: lo rinnegano o lo sostituiscono o lo destinano ad avventure metamorfiche. In E.Morante, Caterina getta via la sua bambola, ma poi la cerca nel mondo, mentre Ida prova a prendersene cura, per sfuggire al male esterno; A.M.Ortese la sostituisce con figure irreali e ribelli, per esprimere possibilità differenti; E.Ferrante la usa per far dialogare tra loro generazioni di donne e di amiche geniali; E.E.Festa ne sceglie una difettosa per combattere battaglie civili; G.Caminito ripercorre le loro voci nelle scritture femminili e le fa risuonare nel presente. La rinuncia all’identificazione passiva innesca una trasgressione destabilizzante e crea la ferita della perdita del riconoscimento esterno, ma il vulnus della perdita dà inizio ad un processo di trasformazione critica e personale. Su questo itinerario esistenziale e letterario è possibile ideare un laboratorio di didattica, che legga il presente delle nuove generazioni in un’epoca di crisi globale, negli aspetti di confronto con la memoria storicoculturale e nella finalità di restituire ad ogni individuo la possibilità di scegliere.
Letteratura; Donna; Bambola; Elsa Morante; Anna Maria Ortese; Literature; Woman; Doll
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
The Power of Loss in Women's Education / Bellucci, Lilia. - In: ROSSOCORPOLINGUA. - ISSN 2611-8378. - Anno VII, fascicolo 3(2024), pp. 2-14.
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