Il paesaggio abruzzese nella formazione della poetica di Mario Pomilio

L'articolo indaga la funzione etica e poetica del paesaggio nell'opera di Mario Pomilio attraverso l'analisi dei testi sull'Abruzzo usciti in giornali e riviste e il confronto con alcuni dei romanzi. In origine, l’osservazione del paesaggio del Fucino fa emergere i nodi tematici, politici e filosofici che determinano l’avvio della scrittura; in seguito, l’elemento spaziale sarà per Pomilio l’osservatorio privilegiato per comprendere le direzioni prese dalla società: prima la riscoperta dei luoghi, poi la loro mercificazione e degradazione con la mutazione antropologica, a cui l'autore cerca di opporre la propria speranza. In risposta al problema della sparizione del paesaggio, Pomilio intensifica l'importanza assegnata alla testimonianza visiva, che arriva laddove la parola si ferma. Nei testi presi in esame il viaggio assume un valore conoscitivo, che permette allo scrittore di anticipare questioni ambientaliste e animaliste attuali.