Design e Outdoor Education. il ruolo del Design nell’apprendimento Nature-based

Nella ridefinizione degli equilibri mondiali nel contesto post-pandemico, è diventato sempre più necessario investire nella ricerca per una riprogettazione del paradigma educativo dominante. Nel prossimo futuro nuove pratiche pedagogiche quali l'Outdoor Education – finalizzata a valorizzare lo spazio esterno come ambiente educativo di riferimento (Farnè & Agostini, 2014) – potrebbero rispondere all’esigenza di concepire esperienze didattiche svolte in sicurezza e strettamente interrelate all’educazione ambientale e alla valorizzazione del Capitale Naturale. Di fatti, se da una parte il contesto naturale sia un terreno fertile per la costruzione di ambienti di apprendimento stimolanti, dall’altra, integrare alla Pedagogia competenze e conoscenze del Design, permetterebbe non solo di sviluppare “oggetti per imparare” complementari, ma anche di disseminare un approccio metodologico che nutra e rinnovi la cultura del progetto della didattica scolastica. Siamo di fronte ad una nuova era dell’educazione, che vede nel Design – in quanto cultura – la possibilità di avere un ruolo di guida nel campo educativo, sia in termini di nozioni, sia di processi, e non di meno di intelligenza, intercettando le speranze, da una parte, di Nigel Cross di vedere nell’educazione al Design un mezzo di successo affidabile per lo sviluppo dell’abilità abilità progettuale in tutti i soggetti, e dall’altra «un riconoscimento del Design come una forma distintiva dell’intelligenza umana intelligenza, piuttosto che come un uso eclettico di conoscenze e abilità acquisite in altri settori». In questo processo di innovazione e diffusione delle esperienze pedagogiche nature-based, il contributo – attraverso una narrazione per case studies – intende inquadrare il ruolo dei Designer e della disciplina del Design nei processi di apprendimento del Capitale Naturale nella sua dimensione di bene culturale materiale e immateriale.