Cimiteri moderni e pratiche di meticciamento

A fox wanders unnoticed among the graves of famous people – the lucky artists, scholars, scientists, statesmen buried at the Père-Lachaise Cemetery in central Paris – and gives us the destabilising and provocative side of the wild city, both reality and metaphor of today’s human habitats. The modern cemetery has on many occasions revealed its subversive, pioneering nature: in spite of the rational and hygienic roots of the modern conception of death, in the spaces for the dead – out of sight and thus away from pervasive forms of surveillance – unprecedented forms of coexistence, religious and cultural inclusiveness have been experimented. In this key, the essay proposes a reflection on the modern cemetery as a primitive ‘refuge’ of otherness through the sieving of some iconic architecture for death.

Una volpe si aggira indisturbata tra le tombe di persone illustri – i fortunati artisti, letterati, scienziati, statisti sepolti al Cimitero Père-Lachaise al centro di Parigi – e ci restituisce il volto destabilizzante e provocatorio della città selvatica, insieme realtà e metafora degli odierni habitat umani. Il cimitero moderno in molte occasioni ha rivelato la sua natura eversiva, pioneristica: a dispetto della matrice razionale e igienista della concezione moderna della morte, negli spazi per i morti – lontani dalla vista e dunque dalle forme pervasive di sorveglianza – sono state anzitempo sperimentate forme inedite di mescolanza, di convivenza e di inclusività religiosa e culturale. In questa chiave, il saggio propone una riflessione sul cimitero moderno come primitivo ‘rifugio’ delle alterità attraverso il setaccio di alcune iconiche architetture per la morte.