Questo saggio esplora le vicende relative all'Ospizio dei Padri Minimi a Biancavilla (Catania) nel periodo compreso tra il 1744 e il 1752, con un particolare focus sul ruolo dell'abate Pietro Maria Piccione. Quest'ultimo, membro influente dell'oligarchia cittadina, promosse la presenza dei Minimi come parte di un progetto personale di mecenatismo religioso legato alla chiesa di Santa Maria Annunziata, di cui esercitava il diritto di patronato. Dopo un'iniziale tentativo di coinvolgere i Chierici Regolari Minori di San Michele Arcangelo di Catania, rifiutato per mancanza di garanzie economiche, Piccione si rivolse ai Padri Minimi, attivi presso la chiesa di San Francesco di Paola. La loro venuta, tuttavia, causò tensioni nel clero locale e con le autorità cittadine, culminando in una lunga serie di controversie che coinvolsero anche il vescovo di Catania e il Tribunale della Regia Monarchia. Il conflitto verteva principalmente sulla gestione delle risorse ecclesiastiche, sulla legittimità dell'insediamento dei Minimi e sul ruolo della Collegiata. Nonostante l'opposizione di vari attori, inclusi i Francescani riformati, i Minimi riuscirono temporaneamente a stabilirsi a Biancavilla, ma vennero infine costretti a lasciare la cittadina nel 1752, dopo l'intervento del visitatore apostolico. L'opera di Piccione rappresenta un episodio significativo nella storia locale, evidenziando le dinamiche complesse tra potere religioso e politico nell'Italia meridionale del XVIII secolo.
L’Abate Piccione e l’Ospizio dei padri Minimi a Biancavilla, Catania (1744-1752) / Mursia, Antonio. - In: BOLLETTINO UFFICIALE DELL'ORDINE DEI MINIMI. - ISSN 1122-5653. - 63:(2017), pp. 1-13.
L’Abate Piccione e l’Ospizio dei padri Minimi a Biancavilla, Catania (1744-1752)
Antonio Mursia
2017
Abstract
Questo saggio esplora le vicende relative all'Ospizio dei Padri Minimi a Biancavilla (Catania) nel periodo compreso tra il 1744 e il 1752, con un particolare focus sul ruolo dell'abate Pietro Maria Piccione. Quest'ultimo, membro influente dell'oligarchia cittadina, promosse la presenza dei Minimi come parte di un progetto personale di mecenatismo religioso legato alla chiesa di Santa Maria Annunziata, di cui esercitava il diritto di patronato. Dopo un'iniziale tentativo di coinvolgere i Chierici Regolari Minori di San Michele Arcangelo di Catania, rifiutato per mancanza di garanzie economiche, Piccione si rivolse ai Padri Minimi, attivi presso la chiesa di San Francesco di Paola. La loro venuta, tuttavia, causò tensioni nel clero locale e con le autorità cittadine, culminando in una lunga serie di controversie che coinvolsero anche il vescovo di Catania e il Tribunale della Regia Monarchia. Il conflitto verteva principalmente sulla gestione delle risorse ecclesiastiche, sulla legittimità dell'insediamento dei Minimi e sul ruolo della Collegiata. Nonostante l'opposizione di vari attori, inclusi i Francescani riformati, i Minimi riuscirono temporaneamente a stabilirsi a Biancavilla, ma vennero infine costretti a lasciare la cittadina nel 1752, dopo l'intervento del visitatore apostolico. L'opera di Piccione rappresenta un episodio significativo nella storia locale, evidenziando le dinamiche complesse tra potere religioso e politico nell'Italia meridionale del XVIII secolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.