Becoming "sovversivi": compassion, literature and imagination at the origins of revolutionary militancy in late-nineteenth-century Italy

How and why does one become a revolutionary? And how and why do so many young bourgeois become revolutionaries? Exploring ego-documents, in particular diaries and autobiographies, this article analyses the self-portrait of the Italian revolutionary Left between the end of the nineteenth century and the First World War, and it shows how the primacy of the element of ethics and feelings was a key characteristic of the first anarchist and socialist communities. The most politically charged of these feelings was that of compassion, in an expanded concept that extends the concern for the suffering beyond purely one-to-one relationships into areas where group suffering becomes a political issue. Finally, the article explores how novels and poems helped cultivate these feelings, deeply shaping the mindset of militants.

Come e perché si diventa rivoluzionari? E soprattutto, come e perché tanti giovani borghesi aderirono alla causa rivoluzionaria? Attraverso le fonti dell’io – in particolare diari e memorie – questo saggio analizza l’autoritratto della sinistra rivoluzionaria italiana tra la fine dell’Ottocento e la Prima guerra mondiale, mostrando come il primato dell’etica e dei sentimenti fosse una delle principali caratteristiche delle prime generazioni anarchiche e socialiste. Tra questi sentimenti, ad esprimere la carica più forte fu quello della compassione, in una declinazione ampia in cui la sofferenza per il dolore altrui si estendeva al di là dei rapporti privati e riguardava interi gruppi sociali, trasformandosi in una questione politica. Infine, il saggio esplora il modo in cui romanzi e poesie contribuirono a coltivare questi sentimenti, plasmando in profondità la mentalità dei militanti.