Nel corso degli ultimi anni, a causa dell’incremento delle temperature, si è assistito a un progressivo aumento degli incendi sia in aree naturali che in contesti urbani. Questi eventi portano ad un notevole aumento delle concentrazioni di particolato atmosferico (PM) e possono avere un elevato impatto sulla salute della popolazione esposta. La valutazione dell’esposizione della popolazione alle polveri rilasciate da questi eventi occasionali richiede l’installazione di campionatori in più siti nell’area di interesse e lo studio della distribuzione spaziale delle diverse componenti di PM emesse. Tuttavia, a seguito di un incendio, spesso non è possibile intervenire tempestivamente con l’installazione di un elevato numero di dispositivi per il campionamento delle polveri e ciò comporta l’acquisizione di campioni utilizzando strumentazioni costose, a diversi giorni dall’evento e su pochi punti di misura. Il 9 luglio 2022, si è verificato un incendio che ha interessato diversi autodemolitori nel quadrante Est dell’area urbana di Roma, portando all’esposizione di più di 60.000 residenti a concentrazioni elevatissime di numerosi composti tossici. Per valutare l’esposizione della popolazione residente a diverse componenti delle polveri rilasciate dall’incendio è stato applicato un approccio basato sulle Nature-based Solutions (NbS) che ha consentito, grazie alla partecipazione attiva dei cittadini residenti, di ottenere rapidamente e con costi ridotti un elevato numero di campioni su numerosi punti di misura attraverso l’utilizzo di specie arboree invasive presenti sul territorio. Questo approccio ha previsto il campionamento e l’analisi chimica del particolato totale sospeso (PTS) depositato sulle lamine fogliari della specie Ailanthus altissima in 24 siti distribuiti omogeneamente nell’area interessata dall’incendio (circa 15 Km2). Per ciascun sito, sono stati effettuati campionamenti delle foglie di A. altissima sia nei giorni successivi all’incendio che a un anno di distanza. Le polveri depositate sulle foglie sono state estratte in acqua deionizzata e analizzate per 40 elementi mediante ICP-MS. Le foglie sono state poi essiccate e mineralizzate per valutare la concentrazione degli elementi adsorbiti dalle lamine fogliari. Le concentrazioni elementari ottenute nei 24 siti di misura sono state interpolate mediante distanza inversa ponderata (IDW) e mappate in GIS per geo-referenziare la loro distribuzione nell’area di studio [1]. Sono stati individuati traccianti elementari sia di sorgenti emissive presenti sul territorio come il traffico veicolare (Fe, Mn) e la risospensione di suolo (Be, Co e Zr) che di diverse componenti di PM emesse dall’incendio attraverso combustione di biomasse (Cs, Li e Rb), freni, copertoni (Sn, Zn) e carrozzerie (Al, Nb, Sn) delle automobili. L’emissione di queste componenti è risultata di 10 volte superiore rispetto a quelle determinate un anno dopo l’incendio. Le lamine fogliari sono risultate efficienti per l’adsorbimento di specie prevalentemente solubili nel PM. Infine, le mappe di concentrazione dei traccianti hanno consentito di localizzare le aree a maggior impatto delle diverse componenti di PM. In conclusione, questo approccio è risultato molto efficiente per una valutazione a basso costo della variabilità spaziale dei traccianti sia di diverse sorgenti emissive tipicamente urbane, come il traffico e la combustione di biomasse, che di sorgenti occasionali come gli incendi.
Nature-based Solutions (NbS) per la mappatura spaziale delle componenti di PM emesse da incendi in contesti urbani / Zara, A.; Barisano, F.; Tiraboschi, C.; Canepari, S.; Massimi, L.. - (2024). (Intervento presentato al convegno XI CONVEGNO SUL PARTICOLATO ATMOSFERICO PM2024 tenutosi a Torino).
Nature-based Solutions (NbS) per la mappatura spaziale delle componenti di PM emesse da incendi in contesti urbani
C. Tiraboschi;S. Canepari;
2024
Abstract
Nel corso degli ultimi anni, a causa dell’incremento delle temperature, si è assistito a un progressivo aumento degli incendi sia in aree naturali che in contesti urbani. Questi eventi portano ad un notevole aumento delle concentrazioni di particolato atmosferico (PM) e possono avere un elevato impatto sulla salute della popolazione esposta. La valutazione dell’esposizione della popolazione alle polveri rilasciate da questi eventi occasionali richiede l’installazione di campionatori in più siti nell’area di interesse e lo studio della distribuzione spaziale delle diverse componenti di PM emesse. Tuttavia, a seguito di un incendio, spesso non è possibile intervenire tempestivamente con l’installazione di un elevato numero di dispositivi per il campionamento delle polveri e ciò comporta l’acquisizione di campioni utilizzando strumentazioni costose, a diversi giorni dall’evento e su pochi punti di misura. Il 9 luglio 2022, si è verificato un incendio che ha interessato diversi autodemolitori nel quadrante Est dell’area urbana di Roma, portando all’esposizione di più di 60.000 residenti a concentrazioni elevatissime di numerosi composti tossici. Per valutare l’esposizione della popolazione residente a diverse componenti delle polveri rilasciate dall’incendio è stato applicato un approccio basato sulle Nature-based Solutions (NbS) che ha consentito, grazie alla partecipazione attiva dei cittadini residenti, di ottenere rapidamente e con costi ridotti un elevato numero di campioni su numerosi punti di misura attraverso l’utilizzo di specie arboree invasive presenti sul territorio. Questo approccio ha previsto il campionamento e l’analisi chimica del particolato totale sospeso (PTS) depositato sulle lamine fogliari della specie Ailanthus altissima in 24 siti distribuiti omogeneamente nell’area interessata dall’incendio (circa 15 Km2). Per ciascun sito, sono stati effettuati campionamenti delle foglie di A. altissima sia nei giorni successivi all’incendio che a un anno di distanza. Le polveri depositate sulle foglie sono state estratte in acqua deionizzata e analizzate per 40 elementi mediante ICP-MS. Le foglie sono state poi essiccate e mineralizzate per valutare la concentrazione degli elementi adsorbiti dalle lamine fogliari. Le concentrazioni elementari ottenute nei 24 siti di misura sono state interpolate mediante distanza inversa ponderata (IDW) e mappate in GIS per geo-referenziare la loro distribuzione nell’area di studio [1]. Sono stati individuati traccianti elementari sia di sorgenti emissive presenti sul territorio come il traffico veicolare (Fe, Mn) e la risospensione di suolo (Be, Co e Zr) che di diverse componenti di PM emesse dall’incendio attraverso combustione di biomasse (Cs, Li e Rb), freni, copertoni (Sn, Zn) e carrozzerie (Al, Nb, Sn) delle automobili. L’emissione di queste componenti è risultata di 10 volte superiore rispetto a quelle determinate un anno dopo l’incendio. Le lamine fogliari sono risultate efficienti per l’adsorbimento di specie prevalentemente solubili nel PM. Infine, le mappe di concentrazione dei traccianti hanno consentito di localizzare le aree a maggior impatto delle diverse componenti di PM. In conclusione, questo approccio è risultato molto efficiente per una valutazione a basso costo della variabilità spaziale dei traccianti sia di diverse sorgenti emissive tipicamente urbane, come il traffico e la combustione di biomasse, che di sorgenti occasionali come gli incendi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.