Mentre alla fine del XV secolo la componente sefardita era diventata preponderante o comunque culturalmente egemonica. Le famiglie di origine iberica più influenti come gli Abravanel, i Mendes, e i Cohen de Herrera sono ben note ma oltre a loro migrarono verso le città mediterranee dell’Impero ottomano e i Paesi europei più tolleranti altri gruppi familiari tra i quali i Belinfante, i Corcos, i Massa, i Lattes, i Danon, gli Ergas, i Cardoso, i Rodrigues. Gli Speranza erano tra questi nuclei familiari diasporici, alcuni di loro raggiunsero la Polonia. La famiglia Speranza era parte della componente sefardita insediatasi tra le Puglie e la Lucania, prevalentemente in Terra d’Otranto e Terra di Bari. A Venosa gli Speranza erano parte del gruppo di mercanti ebrei, in gran parte pugliesi, che alla fine del XVI secolo contava una trentina di fuochi. Qui la famiglia fu tra i protagonisti delle dinamiche economiche della valle d’Ofanto. Leone Speranza rappresenta la tipica figura del mercante della prima età moderna attivo anche in operazioni finanziarie transculturali; nel 1488 infatti finanziò un gruppo di mercanti greci, previa garanzia, costituita dal deposito cauzionale di un lotto di panni presso il mercante Nicola Antonio di Breschella a Giovinazzo. Un’operazione comune nel contesto mediterraneo, che non avrebbe lasciato traccia significativa, ma che in questo caso si concluse in una truffa ai danni del sefardita, infatti a fronte della mancata estinzione del credito, il mercante pugliese Nicola Antonio di Breschella comunicò a Leone Speranza di non aver mai ricevuto il deposito del lotto dai greci e che dunque non poteva indennizzarlo in alcun modo. Lo Speranza, pronto a far valere i suoi diritti, da parte sua portò la questione all’attenzione della Camera Sommaria che ordinò a Nicola Antonio di soddisfare le richieste del creditore. Gli Speranza, erano probabilmente una delle due famiglie più rilevanti tra i mercanti sefarditi di Puglia attivi in Basilicata. Nel 1489 Leone Speranza e Iacob Frisco di Barletta si opposero con successo a un tentativo della Camera Sommaria di esazione fiscale ai loro danni sulle contribuzioni dovute dal defunto ebreo Momecto, che fu poi equamente redistribuita tra gli ebrei di Venosa
Gli Speranza, dal Regno di Napoli allo Stato della Chiesa. Tracce di una famiglia sefardita tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo / Ligorio, Benedetto. - In: PROGRESSUS. - ISSN 2284-0869. - VII:1(2020), pp. 19-34.
Gli Speranza, dal Regno di Napoli allo Stato della Chiesa. Tracce di una famiglia sefardita tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo
Benedetto Ligorio
Primo
2020
Abstract
Mentre alla fine del XV secolo la componente sefardita era diventata preponderante o comunque culturalmente egemonica. Le famiglie di origine iberica più influenti come gli Abravanel, i Mendes, e i Cohen de Herrera sono ben note ma oltre a loro migrarono verso le città mediterranee dell’Impero ottomano e i Paesi europei più tolleranti altri gruppi familiari tra i quali i Belinfante, i Corcos, i Massa, i Lattes, i Danon, gli Ergas, i Cardoso, i Rodrigues. Gli Speranza erano tra questi nuclei familiari diasporici, alcuni di loro raggiunsero la Polonia. La famiglia Speranza era parte della componente sefardita insediatasi tra le Puglie e la Lucania, prevalentemente in Terra d’Otranto e Terra di Bari. A Venosa gli Speranza erano parte del gruppo di mercanti ebrei, in gran parte pugliesi, che alla fine del XVI secolo contava una trentina di fuochi. Qui la famiglia fu tra i protagonisti delle dinamiche economiche della valle d’Ofanto. Leone Speranza rappresenta la tipica figura del mercante della prima età moderna attivo anche in operazioni finanziarie transculturali; nel 1488 infatti finanziò un gruppo di mercanti greci, previa garanzia, costituita dal deposito cauzionale di un lotto di panni presso il mercante Nicola Antonio di Breschella a Giovinazzo. Un’operazione comune nel contesto mediterraneo, che non avrebbe lasciato traccia significativa, ma che in questo caso si concluse in una truffa ai danni del sefardita, infatti a fronte della mancata estinzione del credito, il mercante pugliese Nicola Antonio di Breschella comunicò a Leone Speranza di non aver mai ricevuto il deposito del lotto dai greci e che dunque non poteva indennizzarlo in alcun modo. Lo Speranza, pronto a far valere i suoi diritti, da parte sua portò la questione all’attenzione della Camera Sommaria che ordinò a Nicola Antonio di soddisfare le richieste del creditore. Gli Speranza, erano probabilmente una delle due famiglie più rilevanti tra i mercanti sefarditi di Puglia attivi in Basilicata. Nel 1489 Leone Speranza e Iacob Frisco di Barletta si opposero con successo a un tentativo della Camera Sommaria di esazione fiscale ai loro danni sulle contribuzioni dovute dal defunto ebreo Momecto, che fu poi equamente redistribuita tra gli ebrei di Venosa| File | Dimensione | Formato | |
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