Come è emerso dalle voci del seminario che compongono questa pubblicazione, mentre l’uomo va in guerra, le donne si prendono cura della casa, dell’orto, del giardino e infine del paesaggio. Il lavoro faticoso delle donne, che ha trasformato la terra in sostentamento e che ha fatto in modo che la vita potesse continuare il suo percorso in mancanza degli uomini, diventa accessorio e subalterno, fino a far sentire le donne delle “ospiti” nel territorio che abitano. Mai co-protagoniste, poiché limitate dai loro corpi che restano più deboli e condizionati dalle fasi della luna e della maternità. E’ questa posizione ausiliaria e di cattività che spinge le donne ad intraprendere un percorso reale di avvicinamento e di nuova alleanza con la terra. Ancora oggi la cura è una delle prime azioni che le donne imparano ed ancora oggi la cura viene associata a un fare caritatevole, necessario ma svilente, perché come avverte Mariella Zoppi, lasciare alle donne “la cura”, vuole essere comunque un modo sottile di rimetterle al loro posto. Eppure negare alla “cura” la forza e l’energia con cui essa si esplica è, come sostiene questo breve saggio, assolutamente errato ed è un ulteriore tentativo di minimizzare l’apporto femminile ad una costruzione della realtà3.
Farsi sapienza nel deserto. Il pensiero del paesaggio, la cura, la terra / Scatena, Donatella. - (2024), pp. 24-34.
Farsi sapienza nel deserto. Il pensiero del paesaggio, la cura, la terra
Donatella Scatena
2024
Abstract
Come è emerso dalle voci del seminario che compongono questa pubblicazione, mentre l’uomo va in guerra, le donne si prendono cura della casa, dell’orto, del giardino e infine del paesaggio. Il lavoro faticoso delle donne, che ha trasformato la terra in sostentamento e che ha fatto in modo che la vita potesse continuare il suo percorso in mancanza degli uomini, diventa accessorio e subalterno, fino a far sentire le donne delle “ospiti” nel territorio che abitano. Mai co-protagoniste, poiché limitate dai loro corpi che restano più deboli e condizionati dalle fasi della luna e della maternità. E’ questa posizione ausiliaria e di cattività che spinge le donne ad intraprendere un percorso reale di avvicinamento e di nuova alleanza con la terra. Ancora oggi la cura è una delle prime azioni che le donne imparano ed ancora oggi la cura viene associata a un fare caritatevole, necessario ma svilente, perché come avverte Mariella Zoppi, lasciare alle donne “la cura”, vuole essere comunque un modo sottile di rimetterle al loro posto. Eppure negare alla “cura” la forza e l’energia con cui essa si esplica è, come sostiene questo breve saggio, assolutamente errato ed è un ulteriore tentativo di minimizzare l’apporto femminile ad una costruzione della realtà3.File | Dimensione | Formato | |
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