Possiamo immaginare di individuare dei criteri che ci aiutino a definire un oggetto o un concetto? È sufficiente, per definire un concetto o un oggetto, determinarne il contenuto dichiarando con brevi e precise parole le qualità essenziali in modo da distinguerlo nettamente da un altro? I processi del “definire” sono i medesimi nelle varie discipline? Intorno a queste domande, attraverso un approccio metodologico, denominato G.I.L.(Globally Interdisciplinary Laboratory) (Rogora & Tortoriello, 2021), un gruppo di lavoro “globalmente interdisciplinare” di ricercatori e docenti di matematica, filosofia, italiano, geostoria e inglese, ha costruito un percorso, proposto in una classe seconda di un liceo scientifico di Roma (GRADO X), sulle definizioni e sul problema di definire che, partendo da un semplice problema combinatorio sul tangram, ha stimolato gli studenti e le studentesse a mettere in discussione le definizioni di figura geometrica, quella che pensavano di conoscere, quella discussa nel Menone, quelle trovate sui vocabolari e sui libri, fino ad elaborare una definizione condivisa che fosse in grado finalmente di portarli alla soluzione del problema. Il coinvolgimento degli insegnanti di diverse materie, dalla fase di progettazione a quella di sperimentazione, e la copresenza in classe nella fase di realizzazione, ha consentito di strutturare un percorso integrato in maniera naturale con le attività curricolari delle singole discipline con lo scopo, altresì, di sollecitare una riflessione trasversale che ha permesso di cogliere collegamenti e stimoli inaspettati, incoraggiando nuovi schemi pedagogici e producendo di fatto una modifica sostanziale delle prassi e del contratto didattico (Brousseau, 1986). In particolare, nelle fasi di copresenza, la distinzione tra insegnante e studente è divenuta meno netta: i primi sono stati chiamati a partecipare al processo di apprendimento anche assumendo il ruolo di "studenti esperti", condividendo osservazioni, dubbi e domande, articolando difficoltà in maniera più consapevole rispetto a quanto riescono a fare inizialmente gli studenti; i secondi chiamati a valorizzare le proprie abilità specifiche e a condividere le proprie difficoltà e i propri errori nel processo di apprendimento personale e dell'intera classe. Il laboratorio ha previsto quattro fasi: • L'Unità di Apprendimento letterale riguardante la scrittura di un racconto con un orco come protagonista (Lolli, 2018), seguita dalla richiesta di formulazione di una definizione di orco da inserire nel dizionario italiano. L’obiettivo è evidenziare come la narrazione possa influenzare il significato dei termini. • L’Unità di Apprendimento matematica, dove si utilizza il tangram per stimolare una riflessione sulla definizione matematica, sia per un oggetto noto come il triangolo, sia per un oggetto nuovo, chiamato "Tan-figura". L'obiettivo è far riflettere sulla discrezionalità della definizione in relazione all'uso dell'oggetto. • L'Unità di Apprendimento filosofica in cui si analizza il dialogo di Platone chiamato "Menone" (Frajese, 1954), e si affronta il confronto tra la definizione "enumerativa o per estensione" e la definizione "ontologica o per comprensione". Si esplora l'interrogativo socratico-platonico riguardo a ciò che determina l'essenza di un insieme di cose. • L'Unità di Apprendimento filosofica/matematica riguardante la duplicazione dell'area di un quadrato: riprendendo il dialogo tra Socrate e uno schiavo nel Menone di Platone, gli studenti creano un proprio dialogo per comprendere come duplicare l'area di un quadrato e sperimentano il metodo maieutico nell’insegnamento della matematica (Polya,1954; Lakatos,1979). In tutte le attività si è fatto uso di schede e classi GeoGebra in un’ottica di learning-by-doing attraverso la richiesta di prove autentiche stimolando il recupero, l’utilizzo autonomo delle risorse cognitive degli studenti (Trinchero, 2018). Ad ogni attività è seguita, prima con le classi e poi tra i docenti, una discussione guidata sulle tematiche affrontate attraverso la stesura un documento di riflessione condivisa in forma dialogica.
Superare i confini: un approccio interdisciplinare alla definizione, tra matematica, filosofia e lettere / Bologna, Francesco; Lanaro, Silvia. - (2023). (Intervento presentato al convegno Incontri con la Matematica XXXVII tenutosi a Castel San Pietro Terme (BO)).
Superare i confini: un approccio interdisciplinare alla definizione, tra matematica, filosofia e lettere.
Francesco BolognaCo-primo
;Silvia LanaroCo-primo
2023
Abstract
Possiamo immaginare di individuare dei criteri che ci aiutino a definire un oggetto o un concetto? È sufficiente, per definire un concetto o un oggetto, determinarne il contenuto dichiarando con brevi e precise parole le qualità essenziali in modo da distinguerlo nettamente da un altro? I processi del “definire” sono i medesimi nelle varie discipline? Intorno a queste domande, attraverso un approccio metodologico, denominato G.I.L.(Globally Interdisciplinary Laboratory) (Rogora & Tortoriello, 2021), un gruppo di lavoro “globalmente interdisciplinare” di ricercatori e docenti di matematica, filosofia, italiano, geostoria e inglese, ha costruito un percorso, proposto in una classe seconda di un liceo scientifico di Roma (GRADO X), sulle definizioni e sul problema di definire che, partendo da un semplice problema combinatorio sul tangram, ha stimolato gli studenti e le studentesse a mettere in discussione le definizioni di figura geometrica, quella che pensavano di conoscere, quella discussa nel Menone, quelle trovate sui vocabolari e sui libri, fino ad elaborare una definizione condivisa che fosse in grado finalmente di portarli alla soluzione del problema. Il coinvolgimento degli insegnanti di diverse materie, dalla fase di progettazione a quella di sperimentazione, e la copresenza in classe nella fase di realizzazione, ha consentito di strutturare un percorso integrato in maniera naturale con le attività curricolari delle singole discipline con lo scopo, altresì, di sollecitare una riflessione trasversale che ha permesso di cogliere collegamenti e stimoli inaspettati, incoraggiando nuovi schemi pedagogici e producendo di fatto una modifica sostanziale delle prassi e del contratto didattico (Brousseau, 1986). In particolare, nelle fasi di copresenza, la distinzione tra insegnante e studente è divenuta meno netta: i primi sono stati chiamati a partecipare al processo di apprendimento anche assumendo il ruolo di "studenti esperti", condividendo osservazioni, dubbi e domande, articolando difficoltà in maniera più consapevole rispetto a quanto riescono a fare inizialmente gli studenti; i secondi chiamati a valorizzare le proprie abilità specifiche e a condividere le proprie difficoltà e i propri errori nel processo di apprendimento personale e dell'intera classe. Il laboratorio ha previsto quattro fasi: • L'Unità di Apprendimento letterale riguardante la scrittura di un racconto con un orco come protagonista (Lolli, 2018), seguita dalla richiesta di formulazione di una definizione di orco da inserire nel dizionario italiano. L’obiettivo è evidenziare come la narrazione possa influenzare il significato dei termini. • L’Unità di Apprendimento matematica, dove si utilizza il tangram per stimolare una riflessione sulla definizione matematica, sia per un oggetto noto come il triangolo, sia per un oggetto nuovo, chiamato "Tan-figura". L'obiettivo è far riflettere sulla discrezionalità della definizione in relazione all'uso dell'oggetto. • L'Unità di Apprendimento filosofica in cui si analizza il dialogo di Platone chiamato "Menone" (Frajese, 1954), e si affronta il confronto tra la definizione "enumerativa o per estensione" e la definizione "ontologica o per comprensione". Si esplora l'interrogativo socratico-platonico riguardo a ciò che determina l'essenza di un insieme di cose. • L'Unità di Apprendimento filosofica/matematica riguardante la duplicazione dell'area di un quadrato: riprendendo il dialogo tra Socrate e uno schiavo nel Menone di Platone, gli studenti creano un proprio dialogo per comprendere come duplicare l'area di un quadrato e sperimentano il metodo maieutico nell’insegnamento della matematica (Polya,1954; Lakatos,1979). In tutte le attività si è fatto uso di schede e classi GeoGebra in un’ottica di learning-by-doing attraverso la richiesta di prove autentiche stimolando il recupero, l’utilizzo autonomo delle risorse cognitive degli studenti (Trinchero, 2018). Ad ogni attività è seguita, prima con le classi e poi tra i docenti, una discussione guidata sulle tematiche affrontate attraverso la stesura un documento di riflessione condivisa in forma dialogica.| File | Dimensione | Formato | |
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