La Scuola romana di architettura è forte di una tradizione di almeno 150 anni, essendo figlia della proclamazione di Roma capitale, periodo che ha consumato rapidissime e imponenti trasformazioni urbane in una città rimasta protetta per lunghissimi secoli dalle sue mura. L’esperienza prodotta da tali trasformazioni – peraltro non senza infliggere profonde ferite alle sue magnifiche ville alcune delle quali perdute per sempre – ha reso riconoscibile una sensibilità operativa che, sia pur con errori ed eccessi, viene definita come appartenente a tale Scuola, e questa connotazione è rimasta uguale tutt’oggi, anche se il quadro urbanistico e operativo è mutato nel tempo. Il quadro di Ruggero Lenci, Romana Aestas et Schola, olio su tela, 100x150, 2013, raffigura, in ordine da sinistra a destra, Ludovico Quaroni, Bruno Zevi, Paolo Portoghesi, Renato Nicolini, Franco Purini, Pietro Barucci, Lucio Passarelli, Carlo Aymonino. La presenza femminile, caratterizzata dalla bellezza delle figure e dei copricapi indossati, rappresenta l’architettura. Lo sfondo è ispirato alle Carceri d’invenzione di Giovanni Battista Piranesi, e sono state usate per la sua rappresentazione parti del nostro Colosseo e di quello di Arles. Essendo stato il quadro dipinto nel 2013 a un anno dalla morte di Renato Nicolini, con esso si è voluta commemorare, oltre alla Scuola romana, anche l’Estate romana. Ed è per questo motivo che tutti i personaggi sembrano procedere in una festosa processione di felliniana memoria che richiama quel clima, anche musicale, della Dolce vita.
La Scuola Romana di Architettura / The Roman School of Architecture / Lenci, Ruggero. - In: ABITARE LA TERRA. - ISSN 1592-8608. - 62(2024), pp. 57-59.
La Scuola Romana di Architettura / The Roman School of Architecture
Ruggero Lenci
Writing – Original Draft Preparation
2024
Abstract
La Scuola romana di architettura è forte di una tradizione di almeno 150 anni, essendo figlia della proclamazione di Roma capitale, periodo che ha consumato rapidissime e imponenti trasformazioni urbane in una città rimasta protetta per lunghissimi secoli dalle sue mura. L’esperienza prodotta da tali trasformazioni – peraltro non senza infliggere profonde ferite alle sue magnifiche ville alcune delle quali perdute per sempre – ha reso riconoscibile una sensibilità operativa che, sia pur con errori ed eccessi, viene definita come appartenente a tale Scuola, e questa connotazione è rimasta uguale tutt’oggi, anche se il quadro urbanistico e operativo è mutato nel tempo. Il quadro di Ruggero Lenci, Romana Aestas et Schola, olio su tela, 100x150, 2013, raffigura, in ordine da sinistra a destra, Ludovico Quaroni, Bruno Zevi, Paolo Portoghesi, Renato Nicolini, Franco Purini, Pietro Barucci, Lucio Passarelli, Carlo Aymonino. La presenza femminile, caratterizzata dalla bellezza delle figure e dei copricapi indossati, rappresenta l’architettura. Lo sfondo è ispirato alle Carceri d’invenzione di Giovanni Battista Piranesi, e sono state usate per la sua rappresentazione parti del nostro Colosseo e di quello di Arles. Essendo stato il quadro dipinto nel 2013 a un anno dalla morte di Renato Nicolini, con esso si è voluta commemorare, oltre alla Scuola romana, anche l’Estate romana. Ed è per questo motivo che tutti i personaggi sembrano procedere in una festosa processione di felliniana memoria che richiama quel clima, anche musicale, della Dolce vita.File | Dimensione | Formato | |
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Note: 2024 Abitare la Terra, La Scuola Romana di Architettura
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