Scolpita sulla roccia per durare: la pace e la sua fragilità nelle iscrizioni di Aśoka

In this essay, the theme of peace and peaceful coexistence among religious groups is analyzed within the context of the epigraphic production attributed to Aśoka Maurya. In some of the edicts examined, the scenario of peace is grounded in the overcoming of war, which in Aśoka‘s self-narrative coincides with the conquest of Kaliṅga (today Oḍiśa). The aim is to attempt to reconstruct Aśoka’s political discourse on the most effective strategy to ensure the durability of peace. Faced with the fragility of peace as a condition of the absence of war, it is noteworthy that Aśoka entrusted his edicts to rocks, stones, and cliffs, symbolically indestructible and placed conspicuously in strategic locations along trade routes, pilgrimages, and military outposts.

In questo saggio si analizza il tema della pace e della pacifica convivenza fra gruppi religiosi nel contesto della produzione epigrafica attribuita ad Aśoka Maurya. Si esplorano alcuni degli editti nei quali lo scenario di pace trova fondamento nel superamento della guerra, che nell’autonarrazione aśokea coincide con la conquista di Kaliṅga (odierno Oḍiśa). L’obiettivo è provare a ricostruire il discorso politico aśokeo sulla strategia più efficace a garantire la durevolezza della pace. Di fronte alla fragilità della pace quale condizione di assenza di guerra, merita attenzione che Aśoka abbia affidato i suoi editti a rocce, pietre e rupi, simbolicamente indistruttibili e collocate a vista d’uomo in luoghi strategici lungo le vie commerciali, i pellegrinaggi e gli avamposti militari.