Rendendo esplicito omaggio a Little Galleries of the Photo Secession, aperta al numero 291 di Fifth Avenue da Alfred Stieglitz nel lontano 1905, Daniela Palazzoli inaugura la sua Galleria 291 Milano nell’autunno del 1973 in un appartamento di via Brera 9. È un nome importante che racconta della ricerca di un modello nell’attività di Stieglitz, il quale sceglie, già a inizio secolo, di esporre indifferentemente fotografi pittorialisti e artisti d’avanguardia, anticipando quella parità tra espressioni artistiche e fotografiche alla quale Palazzoli dimostra di credere. A pochi passi ha già sede la Galleria Il Diaframma, aperta nel 1967 da Lanfranco Colombo con la programmatica intenzione di esporre esclusivamente fotografia, riprova di una volontà diffusa e crescente di creare per la fotografia uno spazio nelle strutture consolidate del mondo e del mercato dell’arte. Tra il 1973 e il 1975 si susseguono in galleria Duane Michals, Ralph Gibson, Lee Friedlander, Denis Brihat, Kenneth Josephson, Mario Cresci, Franco Vaccari, il Gruppo UFO, Julia M. Cameron, Arnold Genthe, John Stewart, Eadweard Muybridge, Minor White e Paolo Monti: nomi che definiscono questa esperienza espositiva, meteora oggi pressoché dimenticata – anche dalla bibliografia –, come un episodio interessante ed esemplare della vitalità propulsiva del mondo della fotografia a Milano negli anni Settanta. Esplicitano chiaramente, inoltre, le linee guida della galleria: da un lato l’interesse per le sperimentazioni fotografiche più ibride e concettuali, dall’altro una certa debolezza per i fotografi storici, già comparsi in aste internazionali.
La Galleria 291 Milano, 1973-1975. Meteora nel mondo della fotografia / Caravita, Irene. - (2022), pp. 192-201. (Intervento presentato al convegno Paradigmi del fotografico. Teorie e poetiche in dialogo con le arti visive tenutosi a Bologna).
La Galleria 291 Milano, 1973-1975. Meteora nel mondo della fotografia
Irene Caravita
2022
Abstract
Rendendo esplicito omaggio a Little Galleries of the Photo Secession, aperta al numero 291 di Fifth Avenue da Alfred Stieglitz nel lontano 1905, Daniela Palazzoli inaugura la sua Galleria 291 Milano nell’autunno del 1973 in un appartamento di via Brera 9. È un nome importante che racconta della ricerca di un modello nell’attività di Stieglitz, il quale sceglie, già a inizio secolo, di esporre indifferentemente fotografi pittorialisti e artisti d’avanguardia, anticipando quella parità tra espressioni artistiche e fotografiche alla quale Palazzoli dimostra di credere. A pochi passi ha già sede la Galleria Il Diaframma, aperta nel 1967 da Lanfranco Colombo con la programmatica intenzione di esporre esclusivamente fotografia, riprova di una volontà diffusa e crescente di creare per la fotografia uno spazio nelle strutture consolidate del mondo e del mercato dell’arte. Tra il 1973 e il 1975 si susseguono in galleria Duane Michals, Ralph Gibson, Lee Friedlander, Denis Brihat, Kenneth Josephson, Mario Cresci, Franco Vaccari, il Gruppo UFO, Julia M. Cameron, Arnold Genthe, John Stewart, Eadweard Muybridge, Minor White e Paolo Monti: nomi che definiscono questa esperienza espositiva, meteora oggi pressoché dimenticata – anche dalla bibliografia –, come un episodio interessante ed esemplare della vitalità propulsiva del mondo della fotografia a Milano negli anni Settanta. Esplicitano chiaramente, inoltre, le linee guida della galleria: da un lato l’interesse per le sperimentazioni fotografiche più ibride e concettuali, dall’altro una certa debolezza per i fotografi storici, già comparsi in aste internazionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.