Il contributo si propone di tratteggiare un profilo linguistico di alcune scrittici italiane di giallo, entro un arco temporale che va dal primo cinquantennio postunitario ai giorni nostri. Il saggio è articolato in quattro punti. Nel primo si introducono alcuni elementi essenziali propri della lingua del cosiddetto “giallo all’italiana”, tutti attorno a una necessità di verosimiglianza, condivisa pressoché da tutti gli autori e da tutte le autrici, che passa prima di tutto per l’impiego del dialetto e dei cosiddetti usi “oralizzanti” della lingua. Il secondo paragrafo è dedicato all’analisi di due grandi scrittrici di secondo Ottocento/primo Novecento, Carolina Invernizio e Matilde Serao, le quali hanno fornito un importante contributo allo sviluppo e alla diffusione del romanzo nero italiano. Nel terzo l’analisi si concentra su due scrittrici palermitane contemporanee, Valentina Gebbia e Giuseppina Torregrossa, e in particolare sul rapporto dei loro romanzi con il dialetto siciliano, in virtù della complessa e talvolta scomoda eredità ricevuta dal maestro Andrea Camilleri. Alla luce delle precedenti considerazioni, il quarto e ultimo punto ruota attorno all’urgenza di studi approfonditi in un universo, quello delle scrittrici di giallo, in enorme e probabilmente inarrestabile espansione.
Le scrittrici nel quadro del giallo italiano: considerazioni linguistiche / Favaro, Manuel. - In: OBLIO. - ISSN 2039-7917. - 49:14(2024), pp. 313-320.
Le scrittrici nel quadro del giallo italiano: considerazioni linguistiche
Manuel FavaroPrimo
Writing – Original Draft Preparation
2024
Abstract
Il contributo si propone di tratteggiare un profilo linguistico di alcune scrittici italiane di giallo, entro un arco temporale che va dal primo cinquantennio postunitario ai giorni nostri. Il saggio è articolato in quattro punti. Nel primo si introducono alcuni elementi essenziali propri della lingua del cosiddetto “giallo all’italiana”, tutti attorno a una necessità di verosimiglianza, condivisa pressoché da tutti gli autori e da tutte le autrici, che passa prima di tutto per l’impiego del dialetto e dei cosiddetti usi “oralizzanti” della lingua. Il secondo paragrafo è dedicato all’analisi di due grandi scrittrici di secondo Ottocento/primo Novecento, Carolina Invernizio e Matilde Serao, le quali hanno fornito un importante contributo allo sviluppo e alla diffusione del romanzo nero italiano. Nel terzo l’analisi si concentra su due scrittrici palermitane contemporanee, Valentina Gebbia e Giuseppina Torregrossa, e in particolare sul rapporto dei loro romanzi con il dialetto siciliano, in virtù della complessa e talvolta scomoda eredità ricevuta dal maestro Andrea Camilleri. Alla luce delle precedenti considerazioni, il quarto e ultimo punto ruota attorno all’urgenza di studi approfonditi in un universo, quello delle scrittrici di giallo, in enorme e probabilmente inarrestabile espansione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.