L’articolo si inserisce tra le iniziative di recupero, salvaguardia e valorizzazione di archivi digitali conservati in formati non standard che l’Istituto di Linguistica Computazionale “A. Zampolli” sta promuovendo da alcuni anni con diverse strategie legate alla natura delle risorse testuali trattate [8, 9 e 10]. In queste iniziative l’istituto offre inoltre la possibilità di depositare gli output sull’infrastruttura internazionale CLARIN1, al fine di garantirne la preservazione a lungo termine e la divulgazione. In questo particolare caso sono discussi i metodi, le criticità e le strategie di conversione di dati digitali strutturati e codificati con un sistema software proprietario, in un nuovo formato di rappresentazione in linea con gli standard internazionali TEI. Il contenuto è costituito dall’edizione completa delle fonti amministrative conservate presso l’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze relative al periodo dal 1417 al 1436 quando fu progettata e costruita la Cupola di Brunelleschi. L’intervento intende proporre una riflessione metodologica sulla standardizzazione di edizioni digitali obsolete, la conservazione a lungo termine e sulle problematiche legate alla condivisione dei dati con la comunità scientifica. Gli archivi hanno infatti un interesse multidisciplinare, non solo per le informazioni storiche e artistiche che vi sono contenute, ma anche per le peculiarità che riguardano la lingua in cui gli atti originali sono stati redatti: una delle più antiche e autentiche attestazioni del volgare fiorentino, usato non con intenti letterari, ma pratici. Il processo di conversione riguarda tutti i materiali digitali, sia i metadati inseriti manualmente durante la preparazione dei testi, sia il contenuto originale degli atti, e mira a rappresentare opportunamente l’edizione digitale dei testi, ma vuole anche conservare l’apparato critico predisposto dai redattori che correda le schede di voci analitiche sulle quali si basano le funzioni di ricerca all’epoca realizzate.
Un futuro digitale per gli archivi di ‘Gli Anni della Cupola’, / Favaro, Manuel; Sassolini, Eva; Cinini, Alessandra; Haines, Margaret. - (2023), pp. 78-84. (Intervento presentato al convegno XII Convegno Annuale AIUCD tenutosi a Siena).
Un futuro digitale per gli archivi di ‘Gli Anni della Cupola’,
Manuel FavaroPrimo
Writing – Original Draft Preparation
;
2023
Abstract
L’articolo si inserisce tra le iniziative di recupero, salvaguardia e valorizzazione di archivi digitali conservati in formati non standard che l’Istituto di Linguistica Computazionale “A. Zampolli” sta promuovendo da alcuni anni con diverse strategie legate alla natura delle risorse testuali trattate [8, 9 e 10]. In queste iniziative l’istituto offre inoltre la possibilità di depositare gli output sull’infrastruttura internazionale CLARIN1, al fine di garantirne la preservazione a lungo termine e la divulgazione. In questo particolare caso sono discussi i metodi, le criticità e le strategie di conversione di dati digitali strutturati e codificati con un sistema software proprietario, in un nuovo formato di rappresentazione in linea con gli standard internazionali TEI. Il contenuto è costituito dall’edizione completa delle fonti amministrative conservate presso l’Opera di Santa Maria del Fiore di Firenze relative al periodo dal 1417 al 1436 quando fu progettata e costruita la Cupola di Brunelleschi. L’intervento intende proporre una riflessione metodologica sulla standardizzazione di edizioni digitali obsolete, la conservazione a lungo termine e sulle problematiche legate alla condivisione dei dati con la comunità scientifica. Gli archivi hanno infatti un interesse multidisciplinare, non solo per le informazioni storiche e artistiche che vi sono contenute, ma anche per le peculiarità che riguardano la lingua in cui gli atti originali sono stati redatti: una delle più antiche e autentiche attestazioni del volgare fiorentino, usato non con intenti letterari, ma pratici. Il processo di conversione riguarda tutti i materiali digitali, sia i metadati inseriti manualmente durante la preparazione dei testi, sia il contenuto originale degli atti, e mira a rappresentare opportunamente l’edizione digitale dei testi, ma vuole anche conservare l’apparato critico predisposto dai redattori che correda le schede di voci analitiche sulle quali si basano le funzioni di ricerca all’epoca realizzate.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.