La capacità di un prodotto di essere percepito come utile, di qualità o economico risulta determinante nel processo di scelta del consumatore, il quale tende a preferire beni in linea con le sue attitudini e norme personali. In questo senso, tra i segni distintivi, il marchio si caratterizza per la funzione di contraddistinguere beni e servizi di un’azienda nel mercato e per veicolare i valori e la cultura di un’impresa al consumatore finale. L’ordinamento italiano, con l’adozione del codice della proprietà industriale (CPI), emanato con Decreto Legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, ha introdotto nel sistema italiano una disciplina organica e strutturata in materia di tutela, difesa e valorizzazione dei diritti di proprietà intellettuale, riordinando e accorpando oltre 40 testi normativi tra leggi e provvedimenti, conseguenti in particolare all’adeguamento delle norme italiane ai regolamenti comunitari e alle disposizioni delle convenzioni internazionali a cui l’Italia ha aderito. Negli anni, però, sono emerse alcune criticità di natura fiscale sulla circolazione dei marchi e in particolare per il trasferimento del marchio da soggetti privati. Il presente studio ha analizzato l’evoluzione della normativa fiscale italiana in tema di cessione del marchio, nella particolare fattispecie del trasferimento da soggetto non imprenditore, analizzando i diversi momenti ex-ante ed ex-post del TUIR. I risultati della ricerca hanno condotto ad individuare l’esistenza di un vuoto normativo.
IRRILEVANZA FISCALE NELLA CESSIONE DEL MARCHIO D’IMPRESA DA PERSONA FISICA: ANALISI DEL VUOTO NORMATIVO / Quattrociocchi, Bernardino. - In: RIVISTA DI DOTTRINA FISCALE. - ISSN 2974-6280. - n. 2/2022:(2022).
IRRILEVANZA FISCALE NELLA CESSIONE DEL MARCHIO D’IMPRESA DA PERSONA FISICA: ANALISI DEL VUOTO NORMATIVO
Bernardino Quattrociocchi
Primo
2022
Abstract
La capacità di un prodotto di essere percepito come utile, di qualità o economico risulta determinante nel processo di scelta del consumatore, il quale tende a preferire beni in linea con le sue attitudini e norme personali. In questo senso, tra i segni distintivi, il marchio si caratterizza per la funzione di contraddistinguere beni e servizi di un’azienda nel mercato e per veicolare i valori e la cultura di un’impresa al consumatore finale. L’ordinamento italiano, con l’adozione del codice della proprietà industriale (CPI), emanato con Decreto Legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, ha introdotto nel sistema italiano una disciplina organica e strutturata in materia di tutela, difesa e valorizzazione dei diritti di proprietà intellettuale, riordinando e accorpando oltre 40 testi normativi tra leggi e provvedimenti, conseguenti in particolare all’adeguamento delle norme italiane ai regolamenti comunitari e alle disposizioni delle convenzioni internazionali a cui l’Italia ha aderito. Negli anni, però, sono emerse alcune criticità di natura fiscale sulla circolazione dei marchi e in particolare per il trasferimento del marchio da soggetti privati. Il presente studio ha analizzato l’evoluzione della normativa fiscale italiana in tema di cessione del marchio, nella particolare fattispecie del trasferimento da soggetto non imprenditore, analizzando i diversi momenti ex-ante ed ex-post del TUIR. I risultati della ricerca hanno condotto ad individuare l’esistenza di un vuoto normativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.