Il presente contributo si focalizza sulla classe degli ornamenta, pertinenti alla stipe votiva della Banditella che, allo stato attuale delle ricerche, costituisce il più antico deposito votivo noto in Etruria, situato nel comune di Canino (VT), a circa 5 km in linea d’aria da Vulci. L'area sacra è connessa a una antica sorgente, dalla falda acquifera tuttora attiva e alimentante l’odierno acquedotto di Montalto di Castro. Rinvenuto fortuitamente negli anni '90 del secolo scorso durante i lavori di risistemazione della moderna infrastruttura, il deposito si compone di circa 300 materiali di differente tipologia, ascrivibili ad un lungo arco temporale - dal Bronzo Medio ai primordi della fase arcaica -, rinvenuti per lo più integri (o comunque ricomponibili) sia nella terra di risulta prodotta dalla costruzione dell’acquedotto sia all’interno di depositi inalterati. Seppur oggetto di indagine parziale, il complesso votivo offre interessanti e suggestivi spunti di ricerca e riflessione sulle prime manifestazioni in Etruria dei culti connessi alle sorgenti, con dispersione delle offerte votive in acqua. In questa sede, l'analisi specifica degli ornamenta costituisce dunque il volano per considerazioni di carattere più generale sul deposito, inserito nel più ampio panorama dei luoghi di culto etrusco-italici, oggetto del convegno.
Gli ornamenti dall’area sacra di Banditella, presso Vulci / Biancifiori, Elisa. - (2024), pp. 35-41. (Intervento presentato al convegno Gioielli per gli dei. Le evidenze dai santuari etrusco-italici tenutosi a Urbino).
Gli ornamenti dall’area sacra di Banditella, presso Vulci
ELISA BIANCIFIORIPrimo
2024
Abstract
Il presente contributo si focalizza sulla classe degli ornamenta, pertinenti alla stipe votiva della Banditella che, allo stato attuale delle ricerche, costituisce il più antico deposito votivo noto in Etruria, situato nel comune di Canino (VT), a circa 5 km in linea d’aria da Vulci. L'area sacra è connessa a una antica sorgente, dalla falda acquifera tuttora attiva e alimentante l’odierno acquedotto di Montalto di Castro. Rinvenuto fortuitamente negli anni '90 del secolo scorso durante i lavori di risistemazione della moderna infrastruttura, il deposito si compone di circa 300 materiali di differente tipologia, ascrivibili ad un lungo arco temporale - dal Bronzo Medio ai primordi della fase arcaica -, rinvenuti per lo più integri (o comunque ricomponibili) sia nella terra di risulta prodotta dalla costruzione dell’acquedotto sia all’interno di depositi inalterati. Seppur oggetto di indagine parziale, il complesso votivo offre interessanti e suggestivi spunti di ricerca e riflessione sulle prime manifestazioni in Etruria dei culti connessi alle sorgenti, con dispersione delle offerte votive in acqua. In questa sede, l'analisi specifica degli ornamenta costituisce dunque il volano per considerazioni di carattere più generale sul deposito, inserito nel più ampio panorama dei luoghi di culto etrusco-italici, oggetto del convegno.| File | Dimensione | Formato | |
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