In questo contributo presentiamo nuovi dati provenienti da ricerche recenti condotte nella Puglia meridionale e relativi all’uso degli spazi sotterranei nel corso dell’Eneolitico. Lo studio dei materiali di Grotta Madonna della Serra (Giuggianello) e la datazione di una mandibola umana dal Cunicolo dei Diavoli (Otranto) hanno confermato come l’uso delle grotte naturali per seppellimenti collettivi fosse una pratica ampiamente diffusa nel Salento durante l’età del rame, come già Grotta Cappuccini aveva ampiamente preannunciato. Accanto all’uso funerario delle grotte naturali e delle grotticelle artificiali, la cui diffusione sembra risalire alla metà del V millennio a.C., va sottolineato il carattere cerimoniale di altre, come Grotta dei Cervi (Porto Badisco) e Grotta delle Veneri (Parabita) con pratiche che comportavano, forse, come atto conclusivo, l’offerta di un’ampia gamma di oggetti, tra cui recipienti che rimandano a fogge vascolari finora assenti o poco documentate nel Salento.
Le grotte del Sud-Est peninsulare nell’età del Rame luoghi identitari in cui onorare gli antenati e le divinità / Aprile, G.; Tiberi, I.. - (2022), pp. 501-510. (Intervento presentato al convegno Atti XV Incontro di Studio Preistoria e Protostoria in Etruria tenutosi a Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese-Valentano).
Le grotte del Sud-Est peninsulare nell’età del Rame luoghi identitari in cui onorare gli antenati e le divinità.
G. Aprile;
2022
Abstract
In questo contributo presentiamo nuovi dati provenienti da ricerche recenti condotte nella Puglia meridionale e relativi all’uso degli spazi sotterranei nel corso dell’Eneolitico. Lo studio dei materiali di Grotta Madonna della Serra (Giuggianello) e la datazione di una mandibola umana dal Cunicolo dei Diavoli (Otranto) hanno confermato come l’uso delle grotte naturali per seppellimenti collettivi fosse una pratica ampiamente diffusa nel Salento durante l’età del rame, come già Grotta Cappuccini aveva ampiamente preannunciato. Accanto all’uso funerario delle grotte naturali e delle grotticelle artificiali, la cui diffusione sembra risalire alla metà del V millennio a.C., va sottolineato il carattere cerimoniale di altre, come Grotta dei Cervi (Porto Badisco) e Grotta delle Veneri (Parabita) con pratiche che comportavano, forse, come atto conclusivo, l’offerta di un’ampia gamma di oggetti, tra cui recipienti che rimandano a fogge vascolari finora assenti o poco documentate nel Salento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.