All'inizio del XXI secolo, ci troviamo di fronte a un punto di svolta storico, dove le trasformazioni digitali hanno catalizzato una profonda e multidimensionale ridefinizione del tessuto lavorativo globale. Considerando le peculiari caratteristiche intrinseche del lavoro remoto nell'era contemporanea, è innegabile che il panorama lavorativo si sia trasformato in un campo vasto e sfaccettato, dove la geolocalizzazione del lavoratore spesso non corrisponde alla sede fisica del datore di lavoro. Emergono, quindi, scenari in cui un dipendente svolge le sue funzioni da una località specifica, mentre l'azienda che lo assume si trova in una nazione completamente diversa. Questo studio esamina la tematica del lavoro da remoto transnazionale all'interno dell'Unione Europea. In particolare, vengono analizzate in dettaglio le questioni relative alla legge applicabile, alla giurisdizione e ai concetti fondamentali come il "luogo di lavoro" in un contesto digitale. L'obiettivo principale è costruire un quadro interpretativo che non solo sia in sintonia con la giurisprudenza esistente, ma che sia anche sensibile alle realtà pratiche del lavoro da remoto in un contesto transnazionale. Si cerca, quindi, una proposta che protegga e garantisca i diritti dei lavoratori, offrendo allo stesso tempo chiarezza e certezza giuridica ai datori di lavoro. In ultima analisi, questa tesi mira a contribuire ad un ambiente di lavoro remoto più giusto ed equo, dove gli attori sociali coinvolti possano operare con fiducia e trasparenza entro i parametri legali stabiliti. Il presente studio si giustifica alla luce dell'evidente constatazione che il modello di lavoro remoto, che ha guadagnato notorietà ed incremento durante la crisi scatenata dalla pandemia di COVID-19, non è meramente circostanziale. Al contrario, si osserva una chiara tendenza secondo cui questa modalità di lavoro, emersa come risposta immediata a un contesto avverso, è destinata a persistere e, possibilmente, a consolidarsi come pratica lavorativa comune nel panorama post-pandemico. Pertanto, approfondire questo tema non è solo rilevante, ma essenziale per comprendere le trasformazioni e le sfide del mondo del lavoro nella contemporaneità. L'analisi dei dati discussi in questo studio evidenzia che le norme relative ai conflitti di leggi e giurisdizioni sono state concepite e delineate alla luce del modello tradizionale di lavoro, tipicamente svolto nelle strutture fisiche del datore di lavoro. Tuttavia, prendendo in considerazione l'essenza e gli obiettivi sottesi a queste normative, insieme ai pilastri che guidano l'Unione Europea e alla giurisprudenza proveniente dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, risulta pienamente fattibile interpretare tali regolamenti in modo adattato e pertinente. Questa attività interpretativa, se condotta con meticolosità e accuratezza, può garantire una sicurezza giuridica a tutti gli attori coinvolti, assicurando, in tal modo, un equilibrio e una tutela nel contesto lavorativo odierno. Nonostante ciò, si sottolinea l'indispensabilità di un adeguamento legislativo a livello europeo, che risulti tempestivo, trasparente, imparziale ed efficiente, considerando le particolarità e le sfumature del recente approccio al lavoro remoto su scala transnazionale. Tali interventi dovrebbero non solo proteggere e garantire i diritti inalienabili dei lavoratori, ma anche fornire un quadro normativo chiaro e preciso per i datori di lavoro, assicurando che entrambe le parti operino in un ambiente di lavoro giusto, trasparente ed equo. Per raggiungere l'obiettivo dello studio, si utilizza una metodologia logico-deduttiva, basandosi su bibliografia specializzata, sulla legislazione pertinente e sulla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.

Il lavoro remoto transnazionale nell’Unione Europea / MARTINS DOS SANTOS BENEVIDES, Camilla. - (2024 Feb 23).

Il lavoro remoto transnazionale nell’Unione Europea

MARTINS DOS SANTOS BENEVIDES, CAMILLA
23/02/2024

Abstract

All'inizio del XXI secolo, ci troviamo di fronte a un punto di svolta storico, dove le trasformazioni digitali hanno catalizzato una profonda e multidimensionale ridefinizione del tessuto lavorativo globale. Considerando le peculiari caratteristiche intrinseche del lavoro remoto nell'era contemporanea, è innegabile che il panorama lavorativo si sia trasformato in un campo vasto e sfaccettato, dove la geolocalizzazione del lavoratore spesso non corrisponde alla sede fisica del datore di lavoro. Emergono, quindi, scenari in cui un dipendente svolge le sue funzioni da una località specifica, mentre l'azienda che lo assume si trova in una nazione completamente diversa. Questo studio esamina la tematica del lavoro da remoto transnazionale all'interno dell'Unione Europea. In particolare, vengono analizzate in dettaglio le questioni relative alla legge applicabile, alla giurisdizione e ai concetti fondamentali come il "luogo di lavoro" in un contesto digitale. L'obiettivo principale è costruire un quadro interpretativo che non solo sia in sintonia con la giurisprudenza esistente, ma che sia anche sensibile alle realtà pratiche del lavoro da remoto in un contesto transnazionale. Si cerca, quindi, una proposta che protegga e garantisca i diritti dei lavoratori, offrendo allo stesso tempo chiarezza e certezza giuridica ai datori di lavoro. In ultima analisi, questa tesi mira a contribuire ad un ambiente di lavoro remoto più giusto ed equo, dove gli attori sociali coinvolti possano operare con fiducia e trasparenza entro i parametri legali stabiliti. Il presente studio si giustifica alla luce dell'evidente constatazione che il modello di lavoro remoto, che ha guadagnato notorietà ed incremento durante la crisi scatenata dalla pandemia di COVID-19, non è meramente circostanziale. Al contrario, si osserva una chiara tendenza secondo cui questa modalità di lavoro, emersa come risposta immediata a un contesto avverso, è destinata a persistere e, possibilmente, a consolidarsi come pratica lavorativa comune nel panorama post-pandemico. Pertanto, approfondire questo tema non è solo rilevante, ma essenziale per comprendere le trasformazioni e le sfide del mondo del lavoro nella contemporaneità. L'analisi dei dati discussi in questo studio evidenzia che le norme relative ai conflitti di leggi e giurisdizioni sono state concepite e delineate alla luce del modello tradizionale di lavoro, tipicamente svolto nelle strutture fisiche del datore di lavoro. Tuttavia, prendendo in considerazione l'essenza e gli obiettivi sottesi a queste normative, insieme ai pilastri che guidano l'Unione Europea e alla giurisprudenza proveniente dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, risulta pienamente fattibile interpretare tali regolamenti in modo adattato e pertinente. Questa attività interpretativa, se condotta con meticolosità e accuratezza, può garantire una sicurezza giuridica a tutti gli attori coinvolti, assicurando, in tal modo, un equilibrio e una tutela nel contesto lavorativo odierno. Nonostante ciò, si sottolinea l'indispensabilità di un adeguamento legislativo a livello europeo, che risulti tempestivo, trasparente, imparziale ed efficiente, considerando le particolarità e le sfumature del recente approccio al lavoro remoto su scala transnazionale. Tali interventi dovrebbero non solo proteggere e garantire i diritti inalienabili dei lavoratori, ma anche fornire un quadro normativo chiaro e preciso per i datori di lavoro, assicurando che entrambe le parti operino in un ambiente di lavoro giusto, trasparente ed equo. Per raggiungere l'obiettivo dello studio, si utilizza una metodologia logico-deduttiva, basandosi su bibliografia specializzata, sulla legislazione pertinente e sulla giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea.
23-feb-2024
Villatore, Marco Antônio César
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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1710553
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