La conflittualità all’interno delle relazioni di coppia è una dinamica inevitabile quanto complessa. Sebbene considerato un fattore che inficia il benessere e la soddisfazione di coppia, i ricercatori hanno osservato come l’impatto negativo non abbia a che fare tanto con lo sperimentare la conflittualità di per sé, quanto più con le modalità di gestione e di risoluzione del conflitto (Markman et al., 1993). Fin dal principio, i terapeuti di coppia si sono occupati di concentrare i loro interventi sulla gestione e la riduzione del conflitto; si è visto infatti che modalità sane di gestione e comunicazione durante le interazioni conflittuali favoriscono esiti positivi per la relazione, un maggior benessere e maggiore soddisfazione diadica (Hawkins & Erickson, 2015). Sebbene alcune ricerche condotte sugli esiti della psicoterapia abbiano mostrato che il miglioramento nelle coppie si verifica solo nel 35-40% dei casi (Jacobson & Addis, 1993; Shadish et al., 1993), altre ricerche (si veda Gurman e Fraenkel, 2002) hanno osservato che le coppie in trattamento mostravano livelli più alti di soddisfazione e miglioramento; i dati evidenziano infatti che circa il 60-75% delle coppie hanno beneficiato della terapia congiunta rispetto al 35% delle coppie che non hanno ricevuto il trattamento. In una prima fase della storia degli interventi congiunti, ancora condotti in ottica di counseling (Broderick e Schrader, 1981), il focus era stato principalmente posto sull’aiutare i giovani sposi che si rivolgevano ai clinici a gestire i compiti e le incombenze della vita quotidiana, in un’ottica più di supporto. Con il passare del tempo, grazie anche ad autori come Dicks (1967) che hanno applicato i costrutti della psicoanalisi ai setting congiunti, la terapia di coppia ha ampliato il suo raggio d’azione e ha cominciato a occuparsi delle dinamiche intrapsichiche di ciascun 6 partner che contribuivano ad alimentare interazioni disfunzionali. Grazie anche all’integrazione della terapia familiare (Framo, 1970), i clinici hanno cominciato a leggere il conflitto in un’ottica più relazionale, ponendo al centro dell’attenzione non tanto i singoli partner, quanto la relazione tra essi. Un contributo interessante alla lettura delle dinamiche interpersonali è stato fornito anche dalla teoria dei sistemi motivazionali (Liotti e Monticelli, 2008), che ipotizza che gli scambi comunicativi e le relative emozioni che si attivano in terapia sono sempre inseriti e organizzate all’interno di sistemi motivazionali interpersonali. Nonostante la grande attenzione posta da sempre al tema della conflittualità nel lavoro con le coppie, non esistono in letteratura approcci che considerano la conflittualità come tentativi sani e adattivi da parte dei partner di sentirsi più al sicuro all’interno della relazione. In particolare, non sono stati rilevati studi che hanno indagato il conflitto di coppia alla luce del costrutto dei circoli viziosi relazionali (Fiorenza, Crisafulli et al., 2023; Rodomonti et al., 2020). Tale costrutto è stato proposto per la prima volta dalla Control-Mastery Theory (CMT; Gazzillo, 2021; Silberschatz, 2005; Weiss, 1993; Weiss et al., 1986), una teoria cognitivodinamica e relazionale sul funzionamento mentale, sulla psicopatologia e psicoterapia. La CMT mette in luce la natura prosociale delle persone e la loro motivazione sovraordinata ad adattarsi alla realtà e padroneggiare traumi. Per far questo, l’essere umano fin dall’infanzia si costruisce un sistema di credenze su come funziona la realtà e la moralità. Alcune di queste diventano patogene nel momento in cui si associa il perseguimento di un obiettivo sano e piacevole al verificarsi di un pericolo, interno o esterno, per sé o per gli altri significativi. La CMT individua, inoltre, cinque grandi categorie di sensi di colpa interpersonali che derivano e sostengono molte delle credenze patogene. I costrutti teorici della CMT sono stati applicati anche ai setting congiunti; Zeitlin (1991) in particolare si è occupato di studiare le modalità di scelta dei partner e l’attività di testing nelle coppie. Nello specifico, la CMT mette in luce che uno degli elementi tipicamente presente nelle coppie conflittuali è la compiacenza da parte di entrambi i partner alle proprie credenze patogene, che genera insoddisfazione e dà vita a circoli viziosi relazionali (Fiorenza, Crisafulli et al., 2023; Rodomonti et al., 2020, 2022; Zeitlin, 1991). I circoli viziosi relazionali sono pattern rigidi e ripetitivi che derivano dall’impossibilità da parte di entrambi i partner nel superare i reciproci test. Tali circoli, se non interrotti, possono incrementare conflitti e sofferenza dal momento che entrambi i partner vedono le proprie credenze patogene confermate. Per queste ragioni, abbiamo messo a punto uno studio volto a verificare empiricamente la relazione sistematica tra la presenza di interazioni conflittuali all’interno delle sedute di psicoterapia di coppia, la presenza di circoli viziosi relazionali e l’attivazione dei sensi di colpa interpersonali durante tali interazioni. Un ulteriore obiettivo è stato quello di verificare quali sistemi motivazionali interpersonali (Liotti e Monticelli, 2008; Liotti, Fassone e Monticelli, 2017) si attivavano nei partner durante le interazioni conflittuali. A partire da tali premesse, nel primo capitolo l’intento è stato quello di presentare un breve excursus storico della terapia di coppia e di come, all’interno dei principali modelli psicodinamici e sistemici, è stato concettualizzato il costrutto del conflitto di coppia. Infine, è stato proposto il contributo della teoria dei sistemi motivazionali interpersonali, con particolare attenzione alla descrizione dei sette prototipi e alla lettura delle emozioni nell’ottica della Teoria Evoluzionistica della Motivazione (TEM). Il capitolo si chiude con una breve disamina della storia della ricerca sulla psicoterapia di coppia, dei risultati che provengono dai principali studi sul tema e della metodologia di ricerca utilizzata. Il secondo capitolo si occupa di approfondire i costrutti teorici della Control- Mastery Theory e della sua applicazione ai setting congiunti; viene inoltre presentato un esempio, tramite una breve vignetta clinica, della Formulazione del Piano di Coppia (PFMC; Rodomonti et al., 2022) Nell’ultimo capitolo viene descritto lo studio empirico sui circoli viziosi relazionali; della ricerca, vengono riportati obiettivi, le ipotesi, la metodologia, il campione, i rater che hanno partecipato alle valutazioni, gli strumenti, la procedura, le analisi statistiche, i risultati, i limiti e le prospettive future.

Il circolo vizioso relazionale: uno studio empirico sulla conflittualità cronica di coppia / Fiorenza, Eleonora. - (2024 May 08).

Il circolo vizioso relazionale: uno studio empirico sulla conflittualità cronica di coppia

FIORENZA, ELEONORA
08/05/2024

Abstract

La conflittualità all’interno delle relazioni di coppia è una dinamica inevitabile quanto complessa. Sebbene considerato un fattore che inficia il benessere e la soddisfazione di coppia, i ricercatori hanno osservato come l’impatto negativo non abbia a che fare tanto con lo sperimentare la conflittualità di per sé, quanto più con le modalità di gestione e di risoluzione del conflitto (Markman et al., 1993). Fin dal principio, i terapeuti di coppia si sono occupati di concentrare i loro interventi sulla gestione e la riduzione del conflitto; si è visto infatti che modalità sane di gestione e comunicazione durante le interazioni conflittuali favoriscono esiti positivi per la relazione, un maggior benessere e maggiore soddisfazione diadica (Hawkins & Erickson, 2015). Sebbene alcune ricerche condotte sugli esiti della psicoterapia abbiano mostrato che il miglioramento nelle coppie si verifica solo nel 35-40% dei casi (Jacobson & Addis, 1993; Shadish et al., 1993), altre ricerche (si veda Gurman e Fraenkel, 2002) hanno osservato che le coppie in trattamento mostravano livelli più alti di soddisfazione e miglioramento; i dati evidenziano infatti che circa il 60-75% delle coppie hanno beneficiato della terapia congiunta rispetto al 35% delle coppie che non hanno ricevuto il trattamento. In una prima fase della storia degli interventi congiunti, ancora condotti in ottica di counseling (Broderick e Schrader, 1981), il focus era stato principalmente posto sull’aiutare i giovani sposi che si rivolgevano ai clinici a gestire i compiti e le incombenze della vita quotidiana, in un’ottica più di supporto. Con il passare del tempo, grazie anche ad autori come Dicks (1967) che hanno applicato i costrutti della psicoanalisi ai setting congiunti, la terapia di coppia ha ampliato il suo raggio d’azione e ha cominciato a occuparsi delle dinamiche intrapsichiche di ciascun 6 partner che contribuivano ad alimentare interazioni disfunzionali. Grazie anche all’integrazione della terapia familiare (Framo, 1970), i clinici hanno cominciato a leggere il conflitto in un’ottica più relazionale, ponendo al centro dell’attenzione non tanto i singoli partner, quanto la relazione tra essi. Un contributo interessante alla lettura delle dinamiche interpersonali è stato fornito anche dalla teoria dei sistemi motivazionali (Liotti e Monticelli, 2008), che ipotizza che gli scambi comunicativi e le relative emozioni che si attivano in terapia sono sempre inseriti e organizzate all’interno di sistemi motivazionali interpersonali. Nonostante la grande attenzione posta da sempre al tema della conflittualità nel lavoro con le coppie, non esistono in letteratura approcci che considerano la conflittualità come tentativi sani e adattivi da parte dei partner di sentirsi più al sicuro all’interno della relazione. In particolare, non sono stati rilevati studi che hanno indagato il conflitto di coppia alla luce del costrutto dei circoli viziosi relazionali (Fiorenza, Crisafulli et al., 2023; Rodomonti et al., 2020). Tale costrutto è stato proposto per la prima volta dalla Control-Mastery Theory (CMT; Gazzillo, 2021; Silberschatz, 2005; Weiss, 1993; Weiss et al., 1986), una teoria cognitivodinamica e relazionale sul funzionamento mentale, sulla psicopatologia e psicoterapia. La CMT mette in luce la natura prosociale delle persone e la loro motivazione sovraordinata ad adattarsi alla realtà e padroneggiare traumi. Per far questo, l’essere umano fin dall’infanzia si costruisce un sistema di credenze su come funziona la realtà e la moralità. Alcune di queste diventano patogene nel momento in cui si associa il perseguimento di un obiettivo sano e piacevole al verificarsi di un pericolo, interno o esterno, per sé o per gli altri significativi. La CMT individua, inoltre, cinque grandi categorie di sensi di colpa interpersonali che derivano e sostengono molte delle credenze patogene. I costrutti teorici della CMT sono stati applicati anche ai setting congiunti; Zeitlin (1991) in particolare si è occupato di studiare le modalità di scelta dei partner e l’attività di testing nelle coppie. Nello specifico, la CMT mette in luce che uno degli elementi tipicamente presente nelle coppie conflittuali è la compiacenza da parte di entrambi i partner alle proprie credenze patogene, che genera insoddisfazione e dà vita a circoli viziosi relazionali (Fiorenza, Crisafulli et al., 2023; Rodomonti et al., 2020, 2022; Zeitlin, 1991). I circoli viziosi relazionali sono pattern rigidi e ripetitivi che derivano dall’impossibilità da parte di entrambi i partner nel superare i reciproci test. Tali circoli, se non interrotti, possono incrementare conflitti e sofferenza dal momento che entrambi i partner vedono le proprie credenze patogene confermate. Per queste ragioni, abbiamo messo a punto uno studio volto a verificare empiricamente la relazione sistematica tra la presenza di interazioni conflittuali all’interno delle sedute di psicoterapia di coppia, la presenza di circoli viziosi relazionali e l’attivazione dei sensi di colpa interpersonali durante tali interazioni. Un ulteriore obiettivo è stato quello di verificare quali sistemi motivazionali interpersonali (Liotti e Monticelli, 2008; Liotti, Fassone e Monticelli, 2017) si attivavano nei partner durante le interazioni conflittuali. A partire da tali premesse, nel primo capitolo l’intento è stato quello di presentare un breve excursus storico della terapia di coppia e di come, all’interno dei principali modelli psicodinamici e sistemici, è stato concettualizzato il costrutto del conflitto di coppia. Infine, è stato proposto il contributo della teoria dei sistemi motivazionali interpersonali, con particolare attenzione alla descrizione dei sette prototipi e alla lettura delle emozioni nell’ottica della Teoria Evoluzionistica della Motivazione (TEM). Il capitolo si chiude con una breve disamina della storia della ricerca sulla psicoterapia di coppia, dei risultati che provengono dai principali studi sul tema e della metodologia di ricerca utilizzata. Il secondo capitolo si occupa di approfondire i costrutti teorici della Control- Mastery Theory e della sua applicazione ai setting congiunti; viene inoltre presentato un esempio, tramite una breve vignetta clinica, della Formulazione del Piano di Coppia (PFMC; Rodomonti et al., 2022) Nell’ultimo capitolo viene descritto lo studio empirico sui circoli viziosi relazionali; della ricerca, vengono riportati obiettivi, le ipotesi, la metodologia, il campione, i rater che hanno partecipato alle valutazioni, gli strumenti, la procedura, le analisi statistiche, i risultati, i limiti e le prospettive future.
8-mag-2024
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