L’affermarsi della forma libera come linguaggio della modernità, come espressione del pensare fluido e dinamico dell’epoca contemporanea, pone inevitabilmente in essere dei problemi in fase di progetto e di realizzazione di un’architettura. Una superfice freeform, infatti, prescindendo da qualsiasi legge generativa matematico-geometrica, è difficile da trasferire in un modello che permetta di gestirne le complessità. Il presente studio indaga le potenzialità e le caratteristiche degli strumenti per il controllo della forma libera oggi a disposizione del progettista, sfruttando come caso di studio la copertura del centro culturale di Baku di Zaha Hadid Architects. Il progetto in esame è stato ricostruito in ambiente digitale utilizzando le superfici di suddivisione, per indagarne le proprietà geometrico-topologiche e studiare il principio generativo della superficie, che attinge alla tendenza decisamente contemporanea di trasporre la logica di deformazione topologica al processo progettuale di architettura. Un modus operandi che porta indubbiamente a risultati formali accattivanti, ma che richiede ingenti risorse per soddisfare le esigenze strutturali e tecnologiche, e non si risolve nel mero utilizzo dello strumento digitale. Nonostante la trasformazione del fare e del pensare architettonico che questo induce, al progettista è ancora demandato l’orientamento coscienzioso del processo, il controllo della qualità e il vaglio critico della soluzione formale.
Il controllo della forma nelle superfici libere dell'architettura contemporanea / Baglioni, Leonardo; DI MARZIO, Lucrezia. - (2023), pp. 793-809. (Intervento presentato al convegno Transizioni. Attraversare Modulare Procedere / Transitions. Cross Modulate Develop tenutosi a Palermo) [10.3280/oa-1016-c324].
Il controllo della forma nelle superfici libere dell'architettura contemporanea
Leonardo Baglioni
;Lucrezia Di Marzio
2023
Abstract
L’affermarsi della forma libera come linguaggio della modernità, come espressione del pensare fluido e dinamico dell’epoca contemporanea, pone inevitabilmente in essere dei problemi in fase di progetto e di realizzazione di un’architettura. Una superfice freeform, infatti, prescindendo da qualsiasi legge generativa matematico-geometrica, è difficile da trasferire in un modello che permetta di gestirne le complessità. Il presente studio indaga le potenzialità e le caratteristiche degli strumenti per il controllo della forma libera oggi a disposizione del progettista, sfruttando come caso di studio la copertura del centro culturale di Baku di Zaha Hadid Architects. Il progetto in esame è stato ricostruito in ambiente digitale utilizzando le superfici di suddivisione, per indagarne le proprietà geometrico-topologiche e studiare il principio generativo della superficie, che attinge alla tendenza decisamente contemporanea di trasporre la logica di deformazione topologica al processo progettuale di architettura. Un modus operandi che porta indubbiamente a risultati formali accattivanti, ma che richiede ingenti risorse per soddisfare le esigenze strutturali e tecnologiche, e non si risolve nel mero utilizzo dello strumento digitale. Nonostante la trasformazione del fare e del pensare architettonico che questo induce, al progettista è ancora demandato l’orientamento coscienzioso del processo, il controllo della qualità e il vaglio critico della soluzione formale.File | Dimensione | Formato | |
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