È Roland Barthes in Miti d’oggi a sottolineare come «i giocattoli più diffusi sono essenzialmente un microcosmo adulto [...] come se agli occhi del pubblico il bambino non fosse insomma che un uomo più piccolo, un homunculus a cui bisogna fornire oggetti sulla sua misura» (Barthes, 1966, p. 53). È su tali posizioni che il contributo proposto intende presentare risultati di una ricerca d’archivio presso il Canadian Centre for Architecture (Cca) di Montréal articolata a partire dalla Collection of Architectural Toys and Games, e dall’incrocio possibile, poiché anche cronologicamente complanare, con il numero 32 della rivista ‘Rassegna’, elaborato per discutere interpretazioni parallele tra giocattolo e modello. L’intenzione è quella di verificare attraverso le case-giocattolo metodi e azioni tali che possano divenire risorsa e condizione per un nuovo progetto domestico che, come prefigurato nella Casa Madre di Andrea Branzi, per mezzo di una teoria, possa costruire architetture potenziali aggiornando dati di realtà e condizioni specifiche di relazione fra le parti, restituendo prove progettuali vive.
Al presente. Le case-giocattolo per un ritorno alla vita nel progetto / Moschetti, Vincenzo. - (2023), pp. 117-122. (Intervento presentato al convegno Terzo convegno nazionale "Per una nuova casa italiana, 'Casa privata vs casa pubblica'", organizzato da: Università Iuav di Venezia, Dipartimento di Culture del progetto, Unità di ricerca Tedea. Teorie dell’architettura; Cluster H-City. Housing in the City; Università di Pisa, DESTeC_Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni, Laboratorio di Ricerca “Per una Nuova Casa Italiana”. Aula Tafuri, Badoer, Università Iuav di Venezia. tenutosi a Università Iuav di Venezia).
Al presente. Le case-giocattolo per un ritorno alla vita nel progetto
Vincenzo Moschetti
Primo
2023
Abstract
È Roland Barthes in Miti d’oggi a sottolineare come «i giocattoli più diffusi sono essenzialmente un microcosmo adulto [...] come se agli occhi del pubblico il bambino non fosse insomma che un uomo più piccolo, un homunculus a cui bisogna fornire oggetti sulla sua misura» (Barthes, 1966, p. 53). È su tali posizioni che il contributo proposto intende presentare risultati di una ricerca d’archivio presso il Canadian Centre for Architecture (Cca) di Montréal articolata a partire dalla Collection of Architectural Toys and Games, e dall’incrocio possibile, poiché anche cronologicamente complanare, con il numero 32 della rivista ‘Rassegna’, elaborato per discutere interpretazioni parallele tra giocattolo e modello. L’intenzione è quella di verificare attraverso le case-giocattolo metodi e azioni tali che possano divenire risorsa e condizione per un nuovo progetto domestico che, come prefigurato nella Casa Madre di Andrea Branzi, per mezzo di una teoria, possa costruire architetture potenziali aggiornando dati di realtà e condizioni specifiche di relazione fra le parti, restituendo prove progettuali vive.File | Dimensione | Formato | |
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