Giornate di studio organizzate in collaborazioni con Sapienza Università di Roma e il Centro Apice-Archivi della Parola dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale dell’Università degli studi di Milano, con il Patrocinio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano. Nel generale processo di democratizzazione della cultura avviato nell’immediato secondo dopoguerra italiano, Giangiacomo Feltrinelli idea un nuovo modello di libreria «self-service» inteso come «esposizione permanente del libro» («L’Unità» ed. Milano, 26 settembre 1963). Al principio degli anni Sessanta, con la creazione delle sedi di Firenze e Milano prima, e quelle di Bologna, Roma e Trieste poi, le librerie Feltrinelli si configurano come spazi liberamente aperti al pubblico, caratterizzati da una moderna concezione di presentazione del materiale librario, più ‘esposto’ che stoccato. L’attenzione al dato visivo riservata all’oggetto editoriale trova un significativo compimento nella programmazione artistica, musicale e performativa attuata nelle diverse sedi tra il 1962 e il 1969. Le librerie vengono infatti pensate non esclusivamente come ambienti legati all’editoria, ma anche come spazi performativi, luoghi di dialogo internazionale e di sperimentazione interdisciplinare in direzione di quella «unità della cultura» (Lara-Vinca Masini, in «La Fiera Letteraria», 9 maggio 1965) sistematicamente ricercata dal mondo intellettuale dell’epoca. Le due giornate di studio, «Per l’unità della cultura». L’attività culturale ed espositiva delle librerie Feltrinelli dal 1962 al 1969, si prefiggono dunque di gettare nuova luce sugli spazi ibridi, al margine fra editoria, galleria d’arte, luoghi performativi che costellano gli anni Sessanta, adottando come punto di vista privilegiato il caso studio delle librerie Feltrinelli, diramate in tutto il territorio nazionale. Il convegno, nato dalla collaborazione fra la Sapienza Università di Roma e il Centro Apice dell’Università degli studi di Milano, e con il Patrocinio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, si terrà nelle giornate del 21 e del 22 marzo presso l’Aula di Archeologia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo Romano. I lavori verranno aperti dai rappresentanti delle tre istituzioni coinvolte, rispettivamente: Francesca Gallo, responsabile del Progetto di Ricerca di Ateneo Sapienza Università di Roma, Territori della performance art: percorsi italiani 1965-1982, da cui nasce l’opportunità del convegno; Paolo Rusconi, coordinatore scientifico del Centro Apice dell’Università degli studi di Milano; Massimiliano Tarantino, Direttore della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e Direttore della comunicazione del Gruppo Feltrinelli. Attraverso i contributi di studiosi di diversa formazione – storici dell’arte, della letteratura, del teatro, dell’editoria e di musicologi –, nel corso negli interventi verranno esplorati i maggiori momenti di dialogo fra le pratiche e i lessici delle neoavanguardie che trovarono ospitalità nelle sedi Feltrinelli di Milano, Trieste, Firenze e Roma. La volontà è di avviare un campo di ricerca ancora scarsamente esplorato, dove le attività editoriali si combinano con la promozione delle nuove ricerche estetiche internazionali. Per tale ragione le due giornate di studio si apriranno proponendo la restituzione della visione editoriale di Giangiacomo Feltrinelli e la sua sensibilità verso la cultura contemporanea, mentre si concluderanno inserendo il caso-studio delle sedi della casa editrice milanese all’interno di un contesto più ampio, dove le libro-gallerie e gli spazi alternativi diventano luoghi attivi di produzione culturale, di sperimentazione e di manifestazione del dissenso giovanile. Adottando differenti metodologie e una pluralità di visioni disciplinari, si restituirà così un tassello nella storia della diffusione artistica e culturale propria degli anni Sessanta in una prospettiva tanto nazionale quanto internazionale.

«PER L’UNITÀ DELLA CULTURA». L’ATTIVITÀ CULTURALE ED ESPOSITIVA DELLE LIBRERIE FELTRINELLI DAL 1962 AL 1969 / Rossi, Martina; DE PINTO, Livia; Cesana, Roberta; Rusconi, Paolo. - (2024). (Intervento presentato al convegno «PER L’UNITÀ DELLA CULTURA». L’ATTIVITÀ CULTURALE ED ESPOSITIVA DELLE LIBRERIE FELTRINELLI DAL 1962 AL 1969 tenutosi a Facoltà di Lettere e Filosofia, Sapienza Università di Roma nel 21-22 marzo 2024).

«PER L’UNITÀ DELLA CULTURA». L’ATTIVITÀ CULTURALE ED ESPOSITIVA DELLE LIBRERIE FELTRINELLI DAL 1962 AL 1969

Martina Rossi
;
Livia de Pinto
;
2024

Abstract

Giornate di studio organizzate in collaborazioni con Sapienza Università di Roma e il Centro Apice-Archivi della Parola dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale dell’Università degli studi di Milano, con il Patrocinio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano. Nel generale processo di democratizzazione della cultura avviato nell’immediato secondo dopoguerra italiano, Giangiacomo Feltrinelli idea un nuovo modello di libreria «self-service» inteso come «esposizione permanente del libro» («L’Unità» ed. Milano, 26 settembre 1963). Al principio degli anni Sessanta, con la creazione delle sedi di Firenze e Milano prima, e quelle di Bologna, Roma e Trieste poi, le librerie Feltrinelli si configurano come spazi liberamente aperti al pubblico, caratterizzati da una moderna concezione di presentazione del materiale librario, più ‘esposto’ che stoccato. L’attenzione al dato visivo riservata all’oggetto editoriale trova un significativo compimento nella programmazione artistica, musicale e performativa attuata nelle diverse sedi tra il 1962 e il 1969. Le librerie vengono infatti pensate non esclusivamente come ambienti legati all’editoria, ma anche come spazi performativi, luoghi di dialogo internazionale e di sperimentazione interdisciplinare in direzione di quella «unità della cultura» (Lara-Vinca Masini, in «La Fiera Letteraria», 9 maggio 1965) sistematicamente ricercata dal mondo intellettuale dell’epoca. Le due giornate di studio, «Per l’unità della cultura». L’attività culturale ed espositiva delle librerie Feltrinelli dal 1962 al 1969, si prefiggono dunque di gettare nuova luce sugli spazi ibridi, al margine fra editoria, galleria d’arte, luoghi performativi che costellano gli anni Sessanta, adottando come punto di vista privilegiato il caso studio delle librerie Feltrinelli, diramate in tutto il territorio nazionale. Il convegno, nato dalla collaborazione fra la Sapienza Università di Roma e il Centro Apice dell’Università degli studi di Milano, e con il Patrocinio della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, si terrà nelle giornate del 21 e del 22 marzo presso l’Aula di Archeologia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Ateneo Romano. I lavori verranno aperti dai rappresentanti delle tre istituzioni coinvolte, rispettivamente: Francesca Gallo, responsabile del Progetto di Ricerca di Ateneo Sapienza Università di Roma, Territori della performance art: percorsi italiani 1965-1982, da cui nasce l’opportunità del convegno; Paolo Rusconi, coordinatore scientifico del Centro Apice dell’Università degli studi di Milano; Massimiliano Tarantino, Direttore della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e Direttore della comunicazione del Gruppo Feltrinelli. Attraverso i contributi di studiosi di diversa formazione – storici dell’arte, della letteratura, del teatro, dell’editoria e di musicologi –, nel corso negli interventi verranno esplorati i maggiori momenti di dialogo fra le pratiche e i lessici delle neoavanguardie che trovarono ospitalità nelle sedi Feltrinelli di Milano, Trieste, Firenze e Roma. La volontà è di avviare un campo di ricerca ancora scarsamente esplorato, dove le attività editoriali si combinano con la promozione delle nuove ricerche estetiche internazionali. Per tale ragione le due giornate di studio si apriranno proponendo la restituzione della visione editoriale di Giangiacomo Feltrinelli e la sua sensibilità verso la cultura contemporanea, mentre si concluderanno inserendo il caso-studio delle sedi della casa editrice milanese all’interno di un contesto più ampio, dove le libro-gallerie e gli spazi alternativi diventano luoghi attivi di produzione culturale, di sperimentazione e di manifestazione del dissenso giovanile. Adottando differenti metodologie e una pluralità di visioni disciplinari, si restituirà così un tassello nella storia della diffusione artistica e culturale propria degli anni Sessanta in una prospettiva tanto nazionale quanto internazionale.
2024
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1708500
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