Una breve riflessione sui caratteri dell'architettura italiana contemporanea che mette in evidenza alcune invarianti. Tra queste, il prevalere di interventi di piccole e medie dimensioni prevalentemente sull’esistente, di operazioni di innesto, completamento, restauro, rifunzionalizzazione e ridisegno degli spazi interni. continuano a essere l’attività dominante nel panorama della produzione architettonica italiana. Il concetto di “modernità anomala dell’architettura italiana”, messo in evidenza da Cino Zucchi, ormai diversi anni fa, l’attitudine del progetto del nuovo al confronto con i contesti, con le preesistenze con le preesistenze storiche e ambientali invocate da Ernesto Nathan Rogers, appaiono così ostinatamente radicati nella cultura progettuale, anche a distanza di tempo, che poche sembrano le possibilità di evadere da quella che potrebbe definire una “forma mentis” profondamente radicata nella nostra area geografica. Un’attitudine, quella a costruire sul costruito e in continuità con l’esistente, che, nonostante oscillazioni di linguaggio piuttosto variegate e contenute in forme di espressione rigorose sul piano formale, accomuna i diversi autori selezionati in questo numero, indicando una posizione più rispettosa verso l’ambiente, in linea con gli attuali approcci volti alla salvaguardia del pianeta per le generazioni future.
Rassegna italiana. L’innovazione come processo graduale / Italian Review. Innovation as a Gradual Process / Mandolesi, Domizia. - In: L'INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI. - ISSN 0579-4900. - n.492 luglio/agosto:(2023), pp. 4-5.
Rassegna italiana. L’innovazione come processo graduale / Italian Review. Innovation as a Gradual Process
DOMIZIA MANDOLESI
2023
Abstract
Una breve riflessione sui caratteri dell'architettura italiana contemporanea che mette in evidenza alcune invarianti. Tra queste, il prevalere di interventi di piccole e medie dimensioni prevalentemente sull’esistente, di operazioni di innesto, completamento, restauro, rifunzionalizzazione e ridisegno degli spazi interni. continuano a essere l’attività dominante nel panorama della produzione architettonica italiana. Il concetto di “modernità anomala dell’architettura italiana”, messo in evidenza da Cino Zucchi, ormai diversi anni fa, l’attitudine del progetto del nuovo al confronto con i contesti, con le preesistenze con le preesistenze storiche e ambientali invocate da Ernesto Nathan Rogers, appaiono così ostinatamente radicati nella cultura progettuale, anche a distanza di tempo, che poche sembrano le possibilità di evadere da quella che potrebbe definire una “forma mentis” profondamente radicata nella nostra area geografica. Un’attitudine, quella a costruire sul costruito e in continuità con l’esistente, che, nonostante oscillazioni di linguaggio piuttosto variegate e contenute in forme di espressione rigorose sul piano formale, accomuna i diversi autori selezionati in questo numero, indicando una posizione più rispettosa verso l’ambiente, in linea con gli attuali approcci volti alla salvaguardia del pianeta per le generazioni future.File | Dimensione | Formato | |
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