Sin dalla primissima ricezione della riflessione hobbesiana sulla religione, si assistette a una lunga e feroce critica, proveniente da filosofi e membri del clero cattolico e inglese riformato, che contribuì alla creazione di quell’immaginario mitico legato al filosofo di Malmesbury, che lo ritraeva come un pensatore «oscuro, pessimista e ateo, campione di ogni sorta di immoralità» (p. 10). Lo spettro del «segretario del diavolo» (J. Parkin, Taming the Leviathan. The Reception of the Political and Religious Ideas of Thomas Hobbes in England 1600-1700, New York, CUP, 2007, p. 1), o del cosiddetto «Mostro di Malmesbury», prese corpo, nella seconda metà del secolo scorso, nell’effigie dell’antesignano dei totalitarismi (H. Arendt The Origins of Totalitarianism, Berlin, Schocken Books, 1951). Non è un caso infatti che, tra Otto e Novecento, la letteratura dedicata al tema della religione nel pensiero di Hobbes si sia delineata in una essenziale polarizzazione tra letture materialiste, stante una certa interpretazione della secolarizzazione, e prospettive «teiste» (p. 10), tale da estromettere, o quasi, ogni possibile riflessione morale della religione a partire dal pensiero dell’inglese. Negando, nel particolare, gli esiti teorici e le risonanze secolari e contemporanee di una possibile elaborazione storica del nesso hobbesiano tra coscienza e religione.
Una rilettura storico-teorico del nesso tra religione e coscienza in Thomas Hobbes / Catoni, Benedetta. - In: IRIDE. - ISSN 1122-7893. - (2023), pp. 416-419.
Una rilettura storico-teorico del nesso tra religione e coscienza in Thomas Hobbes
Benedetta Catoni
2023
Abstract
Sin dalla primissima ricezione della riflessione hobbesiana sulla religione, si assistette a una lunga e feroce critica, proveniente da filosofi e membri del clero cattolico e inglese riformato, che contribuì alla creazione di quell’immaginario mitico legato al filosofo di Malmesbury, che lo ritraeva come un pensatore «oscuro, pessimista e ateo, campione di ogni sorta di immoralità» (p. 10). Lo spettro del «segretario del diavolo» (J. Parkin, Taming the Leviathan. The Reception of the Political and Religious Ideas of Thomas Hobbes in England 1600-1700, New York, CUP, 2007, p. 1), o del cosiddetto «Mostro di Malmesbury», prese corpo, nella seconda metà del secolo scorso, nell’effigie dell’antesignano dei totalitarismi (H. Arendt The Origins of Totalitarianism, Berlin, Schocken Books, 1951). Non è un caso infatti che, tra Otto e Novecento, la letteratura dedicata al tema della religione nel pensiero di Hobbes si sia delineata in una essenziale polarizzazione tra letture materialiste, stante una certa interpretazione della secolarizzazione, e prospettive «teiste» (p. 10), tale da estromettere, o quasi, ogni possibile riflessione morale della religione a partire dal pensiero dell’inglese. Negando, nel particolare, gli esiti teorici e le risonanze secolari e contemporanee di una possibile elaborazione storica del nesso hobbesiano tra coscienza e religione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.