Il contributo si propone di fornire una rassegna generale della produzione scultorea altomedievale della Toscana meridionale e dell’Alto Lazio, un’area che si contraddistingue per una quantità davvero considerevole di rilievi, per lo più pertinenti ad arredi liturgici, collocabili cronologicamente dai primi decenni dell’VIII secolo fino alla metà del IX. E’ questo un periodo che storicamente segna il passaggio dell’area, in gran parte controllata dai duchi longobardi di Lucca e quindi dalla corona di Pavia per quasi due secoli, dopo la caduta del regno longobardo nel 774, sotto la sfera di influenza, dei pontefici romani. Se nella produzione riferibile all’VIII secolo risulta evidente la presenza di maestranze itineranti originarie del Nord Italia, qui attirate dalle diffuse committenze delle locali aristocrazie longobarde, dalla fine dell’VIII secolo, le squadre di artefici, invece, sembrano provenire da Roma; nella produzione artistica si riflette dunque il mutato quadro politico del territorio. Lo studio intende approfondire, attraverso la disamina comparata dei materiali, le influenze artistiche e il quadro storico-culturale dell’area geografica oggetto del convegno, allo scopo di precisare, per quanto possibile, l’attività delle singole botteghe, alcune delle quali guidate da magister che hanno apposto anche il loro nome in alcune opere (Roselle e Bomarzo).

Al confine tra Regnum e Patrimonium. La scultura d’arredo liturgico altomedievale fra la Toscana meridionale e la Tuscia, dal dominio longobardo a quello carolingio / Betti, Fabio. - (2024), pp. 237-253. (Intervento presentato al convegno Stato della Chiesa e Patrimonio di San Pietro in Tuscia: un territorio e una storia da riscoprire tenutosi a Tarquinia).

Al confine tra Regnum e Patrimonium. La scultura d’arredo liturgico altomedievale fra la Toscana meridionale e la Tuscia, dal dominio longobardo a quello carolingio

Fabio Betti
2024

Abstract

Il contributo si propone di fornire una rassegna generale della produzione scultorea altomedievale della Toscana meridionale e dell’Alto Lazio, un’area che si contraddistingue per una quantità davvero considerevole di rilievi, per lo più pertinenti ad arredi liturgici, collocabili cronologicamente dai primi decenni dell’VIII secolo fino alla metà del IX. E’ questo un periodo che storicamente segna il passaggio dell’area, in gran parte controllata dai duchi longobardi di Lucca e quindi dalla corona di Pavia per quasi due secoli, dopo la caduta del regno longobardo nel 774, sotto la sfera di influenza, dei pontefici romani. Se nella produzione riferibile all’VIII secolo risulta evidente la presenza di maestranze itineranti originarie del Nord Italia, qui attirate dalle diffuse committenze delle locali aristocrazie longobarde, dalla fine dell’VIII secolo, le squadre di artefici, invece, sembrano provenire da Roma; nella produzione artistica si riflette dunque il mutato quadro politico del territorio. Lo studio intende approfondire, attraverso la disamina comparata dei materiali, le influenze artistiche e il quadro storico-culturale dell’area geografica oggetto del convegno, allo scopo di precisare, per quanto possibile, l’attività delle singole botteghe, alcune delle quali guidate da magister che hanno apposto anche il loro nome in alcune opere (Roselle e Bomarzo).
2024
Stato della Chiesa e Patrimonio di San Pietro in Tuscia: un territorio e una storia da riscoprire
Tuscia; Lucca; Toscana, Roselle; Bomarzo; Sovana; scultura altomedievale; Patrimonium sancti Petri; arredi liturgici
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Al confine tra Regnum e Patrimonium. La scultura d’arredo liturgico altomedievale fra la Toscana meridionale e la Tuscia, dal dominio longobardo a quello carolingio / Betti, Fabio. - (2024), pp. 237-253. (Intervento presentato al convegno Stato della Chiesa e Patrimonio di San Pietro in Tuscia: un territorio e una storia da riscoprire tenutosi a Tarquinia).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1707674
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