Con i lavori commissionati da Giovanni Vitelleschi e documentati tra il 1436 e il 1439, la dilatazione del palazzo familiare si eleva a simbolo del potere del cardinale nella stessa Corneto. Le ambizioni personali, espresse dalla spregiudicata condotta militare a favore della Chiesa di Roma durante il pontificato di Eugenio IV, lo condussero in azione tra il Lazio meridionale e la Terra di Lavoro. Le implicazioni di questi spostamenti e delle sue aspirazioni si riflettono nelle fattezze della dimora, con l’acquisizione di elementi riconducibili all’edilizia residenziale di impronta “durazzesca”, già presenti entro i confini dei domini Colonna. Le similitudini individuate con la “casa di Martino V” a Genazzano suggeriscono che, in assenza di prototipi cui ispirarsi, le forme furono attinte dall’unico contesto in grado di fornire un modello aulico di riferimento e maestranze capaci di restituirlo, caricando così l’architettura di valenze simboliche. Tra i precedenti di maggior pertinenza che assurgono a esempio di rappresentazione di uno status primeggia il palazzo Penne di Napoli, affine anche nella scelta dei dettagli decorativi. Per restituire il primitivo aspetto della fabbrica, lo spurio è stato scisso da ciò che appartiene al cantiere riconducibile al Patriarca, rilevando gli interventi evidentemente più tardi che ne hanno deformato la confezione originaria, sia nella plastica che nella sua funzionalità.
In risalita dal regno: l’orma durazzesca in palazzo Vitelleschi / Planamente, Jessica. - SUPPLEMENTO N. XLVIII ALLE FONTI DI STORIA CORNETANA:(2024), pp. 279-292. (Intervento presentato al convegno Stato della Chiesa e Patrimonio di San Pietro in Tuscia: un territorio e una storia da riscoprire tenutosi a Tarquinia).
In risalita dal regno: l’orma durazzesca in palazzo Vitelleschi
Jessica Planamente
2024
Abstract
Con i lavori commissionati da Giovanni Vitelleschi e documentati tra il 1436 e il 1439, la dilatazione del palazzo familiare si eleva a simbolo del potere del cardinale nella stessa Corneto. Le ambizioni personali, espresse dalla spregiudicata condotta militare a favore della Chiesa di Roma durante il pontificato di Eugenio IV, lo condussero in azione tra il Lazio meridionale e la Terra di Lavoro. Le implicazioni di questi spostamenti e delle sue aspirazioni si riflettono nelle fattezze della dimora, con l’acquisizione di elementi riconducibili all’edilizia residenziale di impronta “durazzesca”, già presenti entro i confini dei domini Colonna. Le similitudini individuate con la “casa di Martino V” a Genazzano suggeriscono che, in assenza di prototipi cui ispirarsi, le forme furono attinte dall’unico contesto in grado di fornire un modello aulico di riferimento e maestranze capaci di restituirlo, caricando così l’architettura di valenze simboliche. Tra i precedenti di maggior pertinenza che assurgono a esempio di rappresentazione di uno status primeggia il palazzo Penne di Napoli, affine anche nella scelta dei dettagli decorativi. Per restituire il primitivo aspetto della fabbrica, lo spurio è stato scisso da ciò che appartiene al cantiere riconducibile al Patriarca, rilevando gli interventi evidentemente più tardi che ne hanno deformato la confezione originaria, sia nella plastica che nella sua funzionalità.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Planamente_Vitelleschi_2024.pdf
solo gestori archivio
Tipologia:
Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
579.18 kB
Formato
Adobe PDF
|
579.18 kB | Adobe PDF | Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.