La via Severiana è un’importante arteria costiera costruita verosimilmente nei primi anni del III sec. d.C. che sostituì un precedente tracciato litoraneo. Il nome è invalso a seguito della scoperta di un’iscrizione proveniente da Ardea datata al 238 d.C., in cui sono ricordate opere di consolidamento della costa per la protezione della via, evidenziando anche il rapporto esistente tra le massicciate di consolidamento litoraneo e la strada: (…) litus vicinum viae Severianae / adsiduis maris adluentibus / fluctibus ad labem ruinae / labefactatum aggeribus / marini operis a fundamentis / ut periculum commeantibus /abesset, extrui curarunt (CIL X, 6811). Il tracciato, osservabile nella Tabula Peutingeriana, collegava Ostia a Terracina, attraversando una serie di centri litoranei, come Antium e Lavinium. L’interesse dei Severi per questo percorso stradale è documentato anche da un miliario che marcava il sesto miglio posto da Settimio Severo e Caracalla rinvenuto nei pressi di Ostia. Ad Ostia il tratto di strada basolata messo in luce tra la Sinagoga e le Terme della Marciana è stato identificato come un tratto della via Severiana. Tale tratto si estende fino a ca. 22 m ad est dell’incrocio con la via della Marciana, da dove si può ipotizzare che proseguisse fino alla foce del Tevere. In questo tratto di costa si erano resi necessari una serie di apprestamenti (massicciate, dighe, barriere frangiflutti, ecc.) per protezione dall’erosione marina. Le indagini condotte dal Progetto Ostia Marina, missione archeologica dell’Università di Bologna attiva nel suburbio marittimo della città dal 2007, hanno permesso di documentare una serie di evidenze di intensi fenomeni erosivi lungo tale tratto di costa ostiense, un tempo esposta alle onde del mare. La minaccia del mare alla costa urbanizzata traspare anche dalle parole di Minucio Felice (fine II – inizio III sec. d.C.), che descrive vere e proprie barriere frangiflutti nel quartiere marittimo di Ostia: “Modo in istis ad tutelam balnearum iactis et in altum procurrentibus petrarum obicibus residamus (…)” (Min.Fel., Octavius, 4). Sono certamente connesse a tali esigenze di consolidamento e difesa dall’azione delle onde le massicciate rinvenute nel 1961 da Maria Floriani Squarciapino associate alla via Severiana, poco a oriente del punto in cui verrà successivamente scoperta la Sinagoga.

La Via Severiana come difesa costiera e risorsa infrastrutturale del Lazio romano / DE TOGNI, Stefano. - In: GEOLOGIA DELL'AMBIENTE. - ISSN 1591-5352. - Supplemento al n. 1/2021:(2021), pp. 118-122. (Intervento presentato al convegno Le vie di comunicazione nell’antichità tenutosi a Roma).

La Via Severiana come difesa costiera e risorsa infrastrutturale del Lazio romano

Stefano De Togni
2021

Abstract

La via Severiana è un’importante arteria costiera costruita verosimilmente nei primi anni del III sec. d.C. che sostituì un precedente tracciato litoraneo. Il nome è invalso a seguito della scoperta di un’iscrizione proveniente da Ardea datata al 238 d.C., in cui sono ricordate opere di consolidamento della costa per la protezione della via, evidenziando anche il rapporto esistente tra le massicciate di consolidamento litoraneo e la strada: (…) litus vicinum viae Severianae / adsiduis maris adluentibus / fluctibus ad labem ruinae / labefactatum aggeribus / marini operis a fundamentis / ut periculum commeantibus /abesset, extrui curarunt (CIL X, 6811). Il tracciato, osservabile nella Tabula Peutingeriana, collegava Ostia a Terracina, attraversando una serie di centri litoranei, come Antium e Lavinium. L’interesse dei Severi per questo percorso stradale è documentato anche da un miliario che marcava il sesto miglio posto da Settimio Severo e Caracalla rinvenuto nei pressi di Ostia. Ad Ostia il tratto di strada basolata messo in luce tra la Sinagoga e le Terme della Marciana è stato identificato come un tratto della via Severiana. Tale tratto si estende fino a ca. 22 m ad est dell’incrocio con la via della Marciana, da dove si può ipotizzare che proseguisse fino alla foce del Tevere. In questo tratto di costa si erano resi necessari una serie di apprestamenti (massicciate, dighe, barriere frangiflutti, ecc.) per protezione dall’erosione marina. Le indagini condotte dal Progetto Ostia Marina, missione archeologica dell’Università di Bologna attiva nel suburbio marittimo della città dal 2007, hanno permesso di documentare una serie di evidenze di intensi fenomeni erosivi lungo tale tratto di costa ostiense, un tempo esposta alle onde del mare. La minaccia del mare alla costa urbanizzata traspare anche dalle parole di Minucio Felice (fine II – inizio III sec. d.C.), che descrive vere e proprie barriere frangiflutti nel quartiere marittimo di Ostia: “Modo in istis ad tutelam balnearum iactis et in altum procurrentibus petrarum obicibus residamus (…)” (Min.Fel., Octavius, 4). Sono certamente connesse a tali esigenze di consolidamento e difesa dall’azione delle onde le massicciate rinvenute nel 1961 da Maria Floriani Squarciapino associate alla via Severiana, poco a oriente del punto in cui verrà successivamente scoperta la Sinagoga.
2021
Le vie di comunicazione nell’antichità
Ostia antica; via Severiana; roman roads; marine erosion
04 Pubblicazione in atti di convegno::04c Atto di convegno in rivista
La Via Severiana come difesa costiera e risorsa infrastrutturale del Lazio romano / DE TOGNI, Stefano. - In: GEOLOGIA DELL'AMBIENTE. - ISSN 1591-5352. - Supplemento al n. 1/2021:(2021), pp. 118-122. (Intervento presentato al convegno Le vie di comunicazione nell’antichità tenutosi a Roma).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1706922
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