Alla luce degli scenari contemporanei della crisi ambientale, dell’aumento delle diseguaglianze e di una nuova crescente domanda di “naturalità”, il concetto di inclusione mostra straordinarie connessioni con il progetto di paesaggio e con la costruzione di nuove forme di interazione, scambio ed esplorazione tra viventi: uomini, piante e, possibilmente, animali. Nella necessaria tensione verso un rinnovato modello di città multispecifica quale luogo possibile della contemporaneità della “natura”, il progetto di paesaggio inclusivo produce nuove specie di spazi simbiotici sinteticamente denominati Giardini viventi. Assumendo il giardino come spazio simbolico e metafora di un mondo futuro qualitativamente migliore, i Giardini viventi sono luoghi dell’appartenenza e della parità tra uomo e il resto del vivente, in cui i valori della biodiversità, intesa anche come insieme di dinamiche naturali e cicli biologici, coincidono con la nozione contemporanea di “meglio” da indagare, proteggere e trasmettere. Qui l’estetica è inscindibile dal benessere degli ecosistemi; la funzione pedagogica -finalità irrinunciabile dello spazio inclusivo contemporaneo- sperimenta pratiche immersive, esperienze aperte di giardinaggio e performance artistiche collettive. Sul piano del progetto, l’inclusione si rinnova come concetto spaziale alludendo a nuovi spazi permeabili, coevolutivi, in cui sperimentare la disponibilità al cambiamento di punti di vista culturali e paradigmi progettuali consolidati.
Inclusione / Lei, Anna. - (2023), pp. 630-635. (Intervento presentato al convegno Le parole e le forme. Decimo Forum ProArch Società Scientifica nazionale dei docenti di Progettazione Architettonica, SSD ICAR 14, 15 e 16 tenutosi a Genova).
Inclusione
Anna Lei
2023
Abstract
Alla luce degli scenari contemporanei della crisi ambientale, dell’aumento delle diseguaglianze e di una nuova crescente domanda di “naturalità”, il concetto di inclusione mostra straordinarie connessioni con il progetto di paesaggio e con la costruzione di nuove forme di interazione, scambio ed esplorazione tra viventi: uomini, piante e, possibilmente, animali. Nella necessaria tensione verso un rinnovato modello di città multispecifica quale luogo possibile della contemporaneità della “natura”, il progetto di paesaggio inclusivo produce nuove specie di spazi simbiotici sinteticamente denominati Giardini viventi. Assumendo il giardino come spazio simbolico e metafora di un mondo futuro qualitativamente migliore, i Giardini viventi sono luoghi dell’appartenenza e della parità tra uomo e il resto del vivente, in cui i valori della biodiversità, intesa anche come insieme di dinamiche naturali e cicli biologici, coincidono con la nozione contemporanea di “meglio” da indagare, proteggere e trasmettere. Qui l’estetica è inscindibile dal benessere degli ecosistemi; la funzione pedagogica -finalità irrinunciabile dello spazio inclusivo contemporaneo- sperimenta pratiche immersive, esperienze aperte di giardinaggio e performance artistiche collettive. Sul piano del progetto, l’inclusione si rinnova come concetto spaziale alludendo a nuovi spazi permeabili, coevolutivi, in cui sperimentare la disponibilità al cambiamento di punti di vista culturali e paradigmi progettuali consolidati.File | Dimensione | Formato | |
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