Da sempre, il binomio architettura-tecnica rappresenta un nodo strategico rispetto sia alla dimensione operativa che a quella teorica del progetto. In un numero di «Domus» del 1956 Gillo Dorfles si chiedeva in quale misura l’arte moderna fosse stata influenzata dalla tecnica, evidenziando come la generalizzazione dell’arte avesse portato ad una generalizzazione dello stile, ad una “estetica industriale”. Oggi, in modo analogo, sembra opportuno e necessario interrogarsi di fronte ad una nuova, imminente generalizzazione dello stile, legata ad una sempre più suadente e dilagante “estetica digitale”. Se, infatti, il linguaggio architettonico moderno è stato espressione di una rivoluzione, quella industriale, che ha interessato prioritariamente le modalità del progetto di inverarsi nella sua costruzione, grazie a tecnologie e materiali nuovi, d’altra parte la rivoluzione informatica, vieppiù pervasiva negli ultimi trent’anni, sembra poter coinvolgere, condizionare o addirittura stravolgere – per la prima volta nell’epoca moderna – i modi stessi del processo creativo, minandone gli imprescindibili fondamenti umanistici, insidiandone (apparentemente) ogni residuo carattere di soggettività, di irrazionalità, di autorialità. Nella forma letteraria del dialogo – sull’esempio del celebre Eupalinos di Paul Valéry – si intende dunque indagare e problematizzare il rapporto tra progetto (computazionale) e algoritmo (generativo) nel futuro molto prossimo dell’architettura (parametrica).
Algoritmo / Cutroni, Fabio; Caponi, Permaria. - (2023), pp. 178-183. (Intervento presentato al convegno Le parole e le forme - Decimo Forum ProArch tenutosi a Università di Genova, Scuola Politecnica, Dipartimento Architettura e Design).
Algoritmo
Cutroni FabioCo-primo
Writing – Original Draft Preparation
;
2023
Abstract
Da sempre, il binomio architettura-tecnica rappresenta un nodo strategico rispetto sia alla dimensione operativa che a quella teorica del progetto. In un numero di «Domus» del 1956 Gillo Dorfles si chiedeva in quale misura l’arte moderna fosse stata influenzata dalla tecnica, evidenziando come la generalizzazione dell’arte avesse portato ad una generalizzazione dello stile, ad una “estetica industriale”. Oggi, in modo analogo, sembra opportuno e necessario interrogarsi di fronte ad una nuova, imminente generalizzazione dello stile, legata ad una sempre più suadente e dilagante “estetica digitale”. Se, infatti, il linguaggio architettonico moderno è stato espressione di una rivoluzione, quella industriale, che ha interessato prioritariamente le modalità del progetto di inverarsi nella sua costruzione, grazie a tecnologie e materiali nuovi, d’altra parte la rivoluzione informatica, vieppiù pervasiva negli ultimi trent’anni, sembra poter coinvolgere, condizionare o addirittura stravolgere – per la prima volta nell’epoca moderna – i modi stessi del processo creativo, minandone gli imprescindibili fondamenti umanistici, insidiandone (apparentemente) ogni residuo carattere di soggettività, di irrazionalità, di autorialità. Nella forma letteraria del dialogo – sull’esempio del celebre Eupalinos di Paul Valéry – si intende dunque indagare e problematizzare il rapporto tra progetto (computazionale) e algoritmo (generativo) nel futuro molto prossimo dell’architettura (parametrica).File | Dimensione | Formato | |
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