La ricerca è diretta ad analizzare e a valutare la vulnerabilità e lo stato di danno, in caso di terremoto, di una specifica sezione del patrimonio storico-artistico, vale a dire le opere d’arte caratterizzate da uno stretto rapporto con l’architettura che le ospita. L’emergenza sismica palesa infatti il legame intrinseco tra gli elementi decorativi e gli edifici, inducendo pertanto a una riflessione metodologica approfondita; la connessione fra questi manufatti e il ‘contenitore’, in particolare, evidenzia problematiche relative agli interventi di protezione e messa in sicurezza delle porzioni superstiti, come pure alla raccolta e al ricovero degli elementi dislocati o distaccati a causa del sisma. Il complesso rapporto che caratterizza strutture murarie ed elementi decorativi fissi (affreschi, stucchi, mosaici, altari, edicole, coronamenti di facciate e altre strutture complesse) o semi-mobili (arredi lignei, tabernacoli, arredi liturgici ecc.) suggerisce di attivare processi di studio e analisi dei danni sismici già nel corso della fase preliminare all’intervento di messa in sicurezza e poi durante le operazioni di restauro. Partendo dall’assunto che il comportamento di queste opere sia condizionato dalla risposta sismica dell’elemento costruttivo cui si connettono, si è scelto di restringere il campo d’indagine alle architetture religiose; le chiese, in particolare, costituiscono una parte consistente del patrimonio culturale italiano e contengono esempi significativi di opere d’arte fisse o semi-amovibili, fisicamente non separabili dall’architettura. Gli edifici di culto, inoltre, presentano in genere un’elevata vulnerabilità sismica; è pertanto disponibile una vasta letteratura che ha approfondito metodi ampiamente sperimentati per l’analisi del comportamento sismico, con opportuni riscontri sui tipi di danni comuni e agli interventi intrapresi per il restauro. La ricerca è stata sviluppata in fasi diverse, che hanno consentito di analizzare aspetti tematici eterogenei. In primo luogo, è stata condotta una disamina dei numerosi casi studio riferiti ai terremoti del XX secolo; la raccolta del materiale bibliografico, dei documenti archivistici, delle foto successive ai terremoti e alle conseguenti ricostruzioni è stata utile a classificare le tipologie di opere e i danni occorsi in seguito agli eventi sismici. L’approfondimento dello stato dell’arte è stato esteso ai protocolli operativi utilizzati nella fase di emergenza degli eventi sismici e agli strumenti disponibili per la registrazione dei danni. Parallelamente, sono stati analizzati i progetti di ricerca condotti in ambito universitario che, in occasione dei sismi, hanno affrontato aspetti inerenti a questo specifico tema. A partire da metodi consolidati di rilevamento dei dissesti strutturali e di valutazione dell’agibilità nelle chiese, si è proposto un approccio alla lettura dei danni alle opere d’arte fisse direttamente connesso a questo tipo di analisi, utilizzando la suddivisione dell’edificio in macro-elementi e collegando a quest’ultimi le opere d’arte inamovibili. La ricerca è stata quindi diretta a ideare uno strumento utile in fase di emergenza, diretto a registrare gli stati di danno delle opere inamovibili messo in stretta relazione alle schede in uso per il rilevamento dei dissesti degli edifici. Il tracciato schedografico proposto mantiene le caratteristiche speditive dei modelli utilizzati nelle fasi di prima emergenza; esso restituisce informazioni riferite alla collocazione e alle caratteristiche delle opere presenti, alla relazione con il contenitore, al livello di danno. L’esigenza di sviluppare un simile strumento deriva dalle esperienze dirette maturate dall’autore nei contesti emergenziali, che hanno evidenziato, nello specifico, la difficoltà di segnalare la presenza di opere d’arte inamovibili e la complessità di condurre tempestivamente operazioni di pronto intervento. Per condurre una lettura rigorosa del corredo storico-artistico degli edifici di culto è stato proposto un lessico sintetico, adeguato alle situazioni emergenziali e alla compilazione speditiva di strumenti di registrazione del danno; sono state inoltre considerate le eterogenee caratteristiche del patrimonio artistico, identificando i materiali, le tecniche di realizzazione e le modalità di connessione al supporto architettonico-strutturale. Questa sezione della ricerca è stata inoltre orientata dalla necessità di uniformare le informazioni raccolte e di renderle disponibili per tutte le attività connesse all’emergenza e agli interventi di restauro, prevedendo l’informatizzazione completa del processo di rilevamento e trasferimento dati. La possibilità di classificare e archiviare i dati tramite gli strumenti digitali introduce nella ricerca un tema ulteriore, relativo alla possibilità di costruire uno strumento interoperabile con le piattaforme informatiche del Ministero della Cultura, come per esempio la Carta del Rischio della Direzione Generale Sicurezza del Patrimonio Culturale o SigecWEB dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. Lessici e vocabolari sono stati quindi uniformati agli standard catalografici dell’ICCD e la scheda è stata impostata in modo da prefigurare una griglia per l’implementazione della Carta del Rischio; essa costituisce pertanto uno strumento versatile, utile anche nelle attività prevenzione per individuare la distribuzione delle opere d’arte e per rilevare condizioni di rischio. La disamina dei casi osservati ha condotto a classificare i tipi di vulnerabilità del patrimonio artistico inamovibile. L’organizzazione di queste informazioni è stata impostata tenendo conto della letteratura di settore, ma declinando le specifiche problematiche attraverso l’osservazione delle ricorrenze presenti in ambiti differenti; è stata così fornita un’ampia casistica di situazioni per ricondurre i comportamenti delle diverse tipologie di beni a specifiche famiglie di vulnerabilità, definite attraverso la relazione tra opera e contenitore. La parte centrale della ricerca è stata così diretta a elaborare e a organizzare il tracciato schedografico e le relative norme di compilazione. Questo strumento è stato concepito per essere utilizzato su dispositivi informatici adeguati all’immediato trasferimento e alla tempestiva elaborazione dei dati per l’organizzazione delle attività di messa in sicurezza. La struttura della scheda prevede campi compilabili prima del sopralluogo, durante la diretta osservazione del manufatto e a valle del sopralluogo, destinati a possibili approfondimenti e al collegamento con altri strumenti digitali per l’archiviazione e la consultazione dei dati. Il tracciato schedografico è stato testato su alcuni casi studio così da verificarne l’efficacia; gli edifici selezionati sono stati rilevati direttamente dall’autore in occasione della crisi sismica del 2016 oppure risultano ampiamente documentati dalla letteratura di settore. La ricerca si è avvalsa infine dell’interlocuzione diretta con le diverse professionalità operanti nell’ambito di contesti emergenziali sul tema delle opere d’arte e dei beni culturali. Le attività di ascolto e di condivisione delle esperienze hanno costituito un tassello fondamentale per orientare lo studio e, al contempo, hanno messo in luce direzioni di approfondimento ulteriori. Tali prospettive sono finalizzate a implementare gli strumenti esistenti e a utilizzare la scheda proposta non esclusivamente in fase di emergenza, ma anche nelle attività di prevenzione e monitoraggio dello stato di conservazione del patrimonio storico-artistico.

Opere d’arte inamovibili e terremoti nelle architetture storiche. Una proposta metodologica per lo studio della vulnerabilità e della mitigazione del rischio / Scuderi, LUCIANO ANTONINO. - (2024 Jan 25).

Opere d’arte inamovibili e terremoti nelle architetture storiche. Una proposta metodologica per lo studio della vulnerabilità e della mitigazione del rischio

SCUDERI, LUCIANO ANTONINO
25/01/2024

Abstract

La ricerca è diretta ad analizzare e a valutare la vulnerabilità e lo stato di danno, in caso di terremoto, di una specifica sezione del patrimonio storico-artistico, vale a dire le opere d’arte caratterizzate da uno stretto rapporto con l’architettura che le ospita. L’emergenza sismica palesa infatti il legame intrinseco tra gli elementi decorativi e gli edifici, inducendo pertanto a una riflessione metodologica approfondita; la connessione fra questi manufatti e il ‘contenitore’, in particolare, evidenzia problematiche relative agli interventi di protezione e messa in sicurezza delle porzioni superstiti, come pure alla raccolta e al ricovero degli elementi dislocati o distaccati a causa del sisma. Il complesso rapporto che caratterizza strutture murarie ed elementi decorativi fissi (affreschi, stucchi, mosaici, altari, edicole, coronamenti di facciate e altre strutture complesse) o semi-mobili (arredi lignei, tabernacoli, arredi liturgici ecc.) suggerisce di attivare processi di studio e analisi dei danni sismici già nel corso della fase preliminare all’intervento di messa in sicurezza e poi durante le operazioni di restauro. Partendo dall’assunto che il comportamento di queste opere sia condizionato dalla risposta sismica dell’elemento costruttivo cui si connettono, si è scelto di restringere il campo d’indagine alle architetture religiose; le chiese, in particolare, costituiscono una parte consistente del patrimonio culturale italiano e contengono esempi significativi di opere d’arte fisse o semi-amovibili, fisicamente non separabili dall’architettura. Gli edifici di culto, inoltre, presentano in genere un’elevata vulnerabilità sismica; è pertanto disponibile una vasta letteratura che ha approfondito metodi ampiamente sperimentati per l’analisi del comportamento sismico, con opportuni riscontri sui tipi di danni comuni e agli interventi intrapresi per il restauro. La ricerca è stata sviluppata in fasi diverse, che hanno consentito di analizzare aspetti tematici eterogenei. In primo luogo, è stata condotta una disamina dei numerosi casi studio riferiti ai terremoti del XX secolo; la raccolta del materiale bibliografico, dei documenti archivistici, delle foto successive ai terremoti e alle conseguenti ricostruzioni è stata utile a classificare le tipologie di opere e i danni occorsi in seguito agli eventi sismici. L’approfondimento dello stato dell’arte è stato esteso ai protocolli operativi utilizzati nella fase di emergenza degli eventi sismici e agli strumenti disponibili per la registrazione dei danni. Parallelamente, sono stati analizzati i progetti di ricerca condotti in ambito universitario che, in occasione dei sismi, hanno affrontato aspetti inerenti a questo specifico tema. A partire da metodi consolidati di rilevamento dei dissesti strutturali e di valutazione dell’agibilità nelle chiese, si è proposto un approccio alla lettura dei danni alle opere d’arte fisse direttamente connesso a questo tipo di analisi, utilizzando la suddivisione dell’edificio in macro-elementi e collegando a quest’ultimi le opere d’arte inamovibili. La ricerca è stata quindi diretta a ideare uno strumento utile in fase di emergenza, diretto a registrare gli stati di danno delle opere inamovibili messo in stretta relazione alle schede in uso per il rilevamento dei dissesti degli edifici. Il tracciato schedografico proposto mantiene le caratteristiche speditive dei modelli utilizzati nelle fasi di prima emergenza; esso restituisce informazioni riferite alla collocazione e alle caratteristiche delle opere presenti, alla relazione con il contenitore, al livello di danno. L’esigenza di sviluppare un simile strumento deriva dalle esperienze dirette maturate dall’autore nei contesti emergenziali, che hanno evidenziato, nello specifico, la difficoltà di segnalare la presenza di opere d’arte inamovibili e la complessità di condurre tempestivamente operazioni di pronto intervento. Per condurre una lettura rigorosa del corredo storico-artistico degli edifici di culto è stato proposto un lessico sintetico, adeguato alle situazioni emergenziali e alla compilazione speditiva di strumenti di registrazione del danno; sono state inoltre considerate le eterogenee caratteristiche del patrimonio artistico, identificando i materiali, le tecniche di realizzazione e le modalità di connessione al supporto architettonico-strutturale. Questa sezione della ricerca è stata inoltre orientata dalla necessità di uniformare le informazioni raccolte e di renderle disponibili per tutte le attività connesse all’emergenza e agli interventi di restauro, prevedendo l’informatizzazione completa del processo di rilevamento e trasferimento dati. La possibilità di classificare e archiviare i dati tramite gli strumenti digitali introduce nella ricerca un tema ulteriore, relativo alla possibilità di costruire uno strumento interoperabile con le piattaforme informatiche del Ministero della Cultura, come per esempio la Carta del Rischio della Direzione Generale Sicurezza del Patrimonio Culturale o SigecWEB dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. Lessici e vocabolari sono stati quindi uniformati agli standard catalografici dell’ICCD e la scheda è stata impostata in modo da prefigurare una griglia per l’implementazione della Carta del Rischio; essa costituisce pertanto uno strumento versatile, utile anche nelle attività prevenzione per individuare la distribuzione delle opere d’arte e per rilevare condizioni di rischio. La disamina dei casi osservati ha condotto a classificare i tipi di vulnerabilità del patrimonio artistico inamovibile. L’organizzazione di queste informazioni è stata impostata tenendo conto della letteratura di settore, ma declinando le specifiche problematiche attraverso l’osservazione delle ricorrenze presenti in ambiti differenti; è stata così fornita un’ampia casistica di situazioni per ricondurre i comportamenti delle diverse tipologie di beni a specifiche famiglie di vulnerabilità, definite attraverso la relazione tra opera e contenitore. La parte centrale della ricerca è stata così diretta a elaborare e a organizzare il tracciato schedografico e le relative norme di compilazione. Questo strumento è stato concepito per essere utilizzato su dispositivi informatici adeguati all’immediato trasferimento e alla tempestiva elaborazione dei dati per l’organizzazione delle attività di messa in sicurezza. La struttura della scheda prevede campi compilabili prima del sopralluogo, durante la diretta osservazione del manufatto e a valle del sopralluogo, destinati a possibili approfondimenti e al collegamento con altri strumenti digitali per l’archiviazione e la consultazione dei dati. Il tracciato schedografico è stato testato su alcuni casi studio così da verificarne l’efficacia; gli edifici selezionati sono stati rilevati direttamente dall’autore in occasione della crisi sismica del 2016 oppure risultano ampiamente documentati dalla letteratura di settore. La ricerca si è avvalsa infine dell’interlocuzione diretta con le diverse professionalità operanti nell’ambito di contesti emergenziali sul tema delle opere d’arte e dei beni culturali. Le attività di ascolto e di condivisione delle esperienze hanno costituito un tassello fondamentale per orientare lo studio e, al contempo, hanno messo in luce direzioni di approfondimento ulteriori. Tali prospettive sono finalizzate a implementare gli strumenti esistenti e a utilizzare la scheda proposta non esclusivamente in fase di emergenza, ma anche nelle attività di prevenzione e monitoraggio dello stato di conservazione del patrimonio storico-artistico.
25-gen-2024
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