Nonostante l’esistenza di un’ampia letteratura di riferimento, il concetto di partecipazione presenta diverse ambiguità definitorie. Essa, infatti, può essere declinata in relazione alle forme istituzionalizzate delle democrazie rappresentative oppure allargandone i confini a tutte le forme di azione sociale, in cui soggetti – anche non organizzati – si attivano per cambiare l’agenda della politica e favorire logiche inclusive e di eguaglianza sostanziale. Negli ultimi anni si sono sviluppate diverse pratiche sociali miranti a far crescere la partecipazione democratica e a favorire l’adozione di politiche condivise e legittimate: in questa prospettiva si collocano le esperienze di innovazione democratica, altra espressione che, a sua volta, può essere interpretata in maniera estensiva (includendo sia le forme di partecipazione top-down sia quelle bottom-up) o in maniera limitata alle forme istituzionalizzate (quelle promosse e gestite dalle istituzioni). Molto spesso, tuttavia, le pratiche partecipative si limitano a una narrazione sociale (il partecipazionismo) che non produce un reale empowerment della cittadinanza e si limita a processi proceduralizzati. Tale situazione è acuita dalla razionalità neoliberista che sempre più spesso favorisce pratiche partecipative a patto che esse non producano una spinta verso una democrazia egualitaria, facendo della partecipazione una tecnicalità e non un principio politico.
La partecipazione politica al tempo del neoliberismo / Sorice, Michele. - In: CSI REVIEW. - ISSN 2724-2048. - 5:1(2024), pp. 9-19.
La partecipazione politica al tempo del neoliberismo
Sorice, Michele
2024
Abstract
Nonostante l’esistenza di un’ampia letteratura di riferimento, il concetto di partecipazione presenta diverse ambiguità definitorie. Essa, infatti, può essere declinata in relazione alle forme istituzionalizzate delle democrazie rappresentative oppure allargandone i confini a tutte le forme di azione sociale, in cui soggetti – anche non organizzati – si attivano per cambiare l’agenda della politica e favorire logiche inclusive e di eguaglianza sostanziale. Negli ultimi anni si sono sviluppate diverse pratiche sociali miranti a far crescere la partecipazione democratica e a favorire l’adozione di politiche condivise e legittimate: in questa prospettiva si collocano le esperienze di innovazione democratica, altra espressione che, a sua volta, può essere interpretata in maniera estensiva (includendo sia le forme di partecipazione top-down sia quelle bottom-up) o in maniera limitata alle forme istituzionalizzate (quelle promosse e gestite dalle istituzioni). Molto spesso, tuttavia, le pratiche partecipative si limitano a una narrazione sociale (il partecipazionismo) che non produce un reale empowerment della cittadinanza e si limita a processi proceduralizzati. Tale situazione è acuita dalla razionalità neoliberista che sempre più spesso favorisce pratiche partecipative a patto che esse non producano una spinta verso una democrazia egualitaria, facendo della partecipazione una tecnicalità e non un principio politico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.