SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2) è l’agente eziologico della malattia COVID-19 (Coronavirus Disease 2019) responsabile dello stato di pandemia dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a marzo 2020. Sebbene sia stato indispensabile attuare una campagna di vaccinazione di massa per limitare il numero dei casi, le ospedalizzazioni e i decessi, ad oggi il vaccino continua ad essere fortemente raccomandato soprattutto per quelle categorie di individui che mostrano un rischio più elevato di manifestare forme severe di COVID-19. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare, in momenti diversi della pandemia, lo stato sierologico e l'immunogenicità della vaccinazione in diverse coorti di pazienti fragili e verificare gli effetti delle terapie farmacologiche sulle risposte umorali e/o cellulari. Sono state incluse nello studio pazienti con neoplasie ginecologiche, pazienti con sclerosi sistemica (SSc), persone che vivono con HIV (PLWH), individui sottoposti a emodialisi che avevano ricevuto due dosi di vaccino a mRNA e pazienti con tumori solidi che avevano ricevuto almeno tre dosi vaccino a mRNA. Per tutti i gruppi è stata analizzata la risposta umorale, nei pazienti sottoposti a emodialisi è stata inoltre analizzata la risposta cellulo mediata attraverso un saggio di rilascio di IFN-gamma (IGRA) mentre nei pazienti con tumori solidi sono stati valutati i titoli di anticorpi neutralizzanti verso il ceppo wild-type del virus e verso la variante Omicron e la risposta cellulo mediata è stata studiata tramite citometria a flusso. Globalmente, tutte le popolazioni incluse nel nostro studio sono riuscite a sviluppare una risposta immunitaria dopo aver ricevuto il vaccino, sebbene questa fosse più debole nei diversi gruppi di pazienti sia dopo la seconda che la terza dose di vaccino. I vaccini anti-SARS-CoV-2 sono in grado di indurre risposte cellulari e umorali specifiche generando una memoria immunitaria prevenendo quindi sia l'infezione che la sua forma grave. La maggioranza dei risultati ottenuti è in accordo con quanto riportato in letteratura e il decadimento dei livelli anticorpali e la debole risposta dei linfociti T che abbiamo osservato supportano l'importanza della vaccinazione contro l'infezione da SARS-CoV-2 per le popolazioni fragili. I nostri risultati inoltre confermano la necessità di adeguare la strategia vaccinale, sia per quanto riguarda il numero di dosi che il timing della vaccinazione e di modulare il piano vaccinale tenendo conto anche dello stato immunitario e della terapia alla quale i pazienti sono sottoposti.

Vaccinazione anti SARS-CoV-2 in popolazioni ’’fragili’’: studio di alcune componenti della risposta immunitaria / Campagna, Roberta. - (2024 Feb 28).

Vaccinazione anti SARS-CoV-2 in popolazioni ’’fragili’’: studio di alcune componenti della risposta immunitaria

CAMPAGNA, ROBERTA
28/02/2024

Abstract

SARS-CoV-2 (Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2) è l’agente eziologico della malattia COVID-19 (Coronavirus Disease 2019) responsabile dello stato di pandemia dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a marzo 2020. Sebbene sia stato indispensabile attuare una campagna di vaccinazione di massa per limitare il numero dei casi, le ospedalizzazioni e i decessi, ad oggi il vaccino continua ad essere fortemente raccomandato soprattutto per quelle categorie di individui che mostrano un rischio più elevato di manifestare forme severe di COVID-19. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare, in momenti diversi della pandemia, lo stato sierologico e l'immunogenicità della vaccinazione in diverse coorti di pazienti fragili e verificare gli effetti delle terapie farmacologiche sulle risposte umorali e/o cellulari. Sono state incluse nello studio pazienti con neoplasie ginecologiche, pazienti con sclerosi sistemica (SSc), persone che vivono con HIV (PLWH), individui sottoposti a emodialisi che avevano ricevuto due dosi di vaccino a mRNA e pazienti con tumori solidi che avevano ricevuto almeno tre dosi vaccino a mRNA. Per tutti i gruppi è stata analizzata la risposta umorale, nei pazienti sottoposti a emodialisi è stata inoltre analizzata la risposta cellulo mediata attraverso un saggio di rilascio di IFN-gamma (IGRA) mentre nei pazienti con tumori solidi sono stati valutati i titoli di anticorpi neutralizzanti verso il ceppo wild-type del virus e verso la variante Omicron e la risposta cellulo mediata è stata studiata tramite citometria a flusso. Globalmente, tutte le popolazioni incluse nel nostro studio sono riuscite a sviluppare una risposta immunitaria dopo aver ricevuto il vaccino, sebbene questa fosse più debole nei diversi gruppi di pazienti sia dopo la seconda che la terza dose di vaccino. I vaccini anti-SARS-CoV-2 sono in grado di indurre risposte cellulari e umorali specifiche generando una memoria immunitaria prevenendo quindi sia l'infezione che la sua forma grave. La maggioranza dei risultati ottenuti è in accordo con quanto riportato in letteratura e il decadimento dei livelli anticorpali e la debole risposta dei linfociti T che abbiamo osservato supportano l'importanza della vaccinazione contro l'infezione da SARS-CoV-2 per le popolazioni fragili. I nostri risultati inoltre confermano la necessità di adeguare la strategia vaccinale, sia per quanto riguarda il numero di dosi che il timing della vaccinazione e di modulare il piano vaccinale tenendo conto anche dello stato immunitario e della terapia alla quale i pazienti sono sottoposti.
28-feb-2024
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