Nel contesto della produzione normativa dell’ONU, la relazione tradiritti umani e ambiente è da sempre un tema di difficile concettualizzazione (UNEP, 2002;UN Commission on HR, 2005; OHCHR, 2011). Il diritto ad un ambiente sano e pulito nonera infatti originariamente incluso nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e neisuccessivi Trattati, e neppure la proposta avanzata nel 1994 dallo Ksentini Report diincludere, tra gli altri, un “diritto ambientale” tra i diritti umani è mai stata accettata dallaCommissione (UNESC, 1994). Ciò, nonostante sia stata da sempre condivisa in sede ONUl'importanza di vivere in condizioni ambientali adeguate a garantire la possibilità di un pienogodimento dei Diritti Umani riconosciuti. Un ruolo molto importante nel riconoscere larelazione (sia in termini di cause che di conseguenze) tra le condizioni ambientali e l’insiemedei diritti civili, politici, economici, sociali, culturali è stato svolto dal lavoro degli SpecialRapporteurs chiamati ad agire come consulenti per il Programma delle Nazioni Unite perl’Ambiente (UNEP) (Churchill, 1996; Boyle, 2012). In particolare, si deve a John Knox,nominato Esperto Indipendente e Special Rapporteur per i Diritti Umani e Ambiente nel 2012(HRC, 2012), l’introduzione di un significativo cambio di prospettiva sulla relazione tra dirittiumani e problemi ambientali. Sin dalla Conferenza sull’Ambiente Umano del 1972, il temaambientale è stato infatti ridotto al solo problema della tutela della natura e della biodiversitàtralasciando quelle visioni interdisciplinari più complesse che sistematicamente, già dagli anniSettanta, mettevano seriamente in dubbio la netta separazione tra società e ambiente, tranatura e cultura (e.g. Williams, 1980; Smith, 1984; Fitzsimmons, 1989; Castree, 2001).Diversamente, Knox ha chiarito come la protezione dell’ambiente sia necessaria per garantirei diritti umani sanciti, come quello alla salute, ad un ambiente salubre, ad un buon standard divita; e che la protezione dell’ambiente richiede un adeguato livello di informazione e dipartecipazione ai processi decisionali che riguardano la protezione ambientale e la riduzionedel danno (OHCHR, 2014). Ne nasce dunque l’esigenza di una riconsiderazione delle regoledella governance globale e dell’impegno socio-ambientale di tutti gli attori; essi sono infattichiamati a garantire non solo il semplice rispetto delle leggi nazionali e regionali ma adadottare una visione in cui il tema dell’ambiente e dei diritti umani si intreccia a questioni didemocrazia, giustizia sociale e mediazione tra diverse visioni del futuro del pianeta. In questanuova accezione di Diritto Umano Ambientale (DUA), il nostro contributo presenta un primotentativo di analisi delle relazioni tra DUA e operato di imprese multinazionali etransnazionali, verificando in che misura i conflitti, le dispute e le controversie ambientali traimprese e comunità locali siano semplici casi di disaccordo sull’uso delle risorse o su percorsidi sviluppo alternativi oppure si tratti di vere e proprie violazioni di diritti umani.
Oltre il mainstream della governance globale socio-ambientale. Diritti umani, imprese e conflitti / Certoma', C.; Martellozzo, F.; Gemmiti, R.. - (2020), pp. 671-678. (Intervento presentato al convegno Confin(at)i. IX Giornata di Studio “Oltre la globalizzazione” Società Geografica Italiana tenutosi a Firenze).
Oltre il mainstream della governance globale socio-ambientale. Diritti umani, imprese e conflitti
C. Certoma';R. Gemmiti
2020
Abstract
Nel contesto della produzione normativa dell’ONU, la relazione tradiritti umani e ambiente è da sempre un tema di difficile concettualizzazione (UNEP, 2002;UN Commission on HR, 2005; OHCHR, 2011). Il diritto ad un ambiente sano e pulito nonera infatti originariamente incluso nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e neisuccessivi Trattati, e neppure la proposta avanzata nel 1994 dallo Ksentini Report diincludere, tra gli altri, un “diritto ambientale” tra i diritti umani è mai stata accettata dallaCommissione (UNESC, 1994). Ciò, nonostante sia stata da sempre condivisa in sede ONUl'importanza di vivere in condizioni ambientali adeguate a garantire la possibilità di un pienogodimento dei Diritti Umani riconosciuti. Un ruolo molto importante nel riconoscere larelazione (sia in termini di cause che di conseguenze) tra le condizioni ambientali e l’insiemedei diritti civili, politici, economici, sociali, culturali è stato svolto dal lavoro degli SpecialRapporteurs chiamati ad agire come consulenti per il Programma delle Nazioni Unite perl’Ambiente (UNEP) (Churchill, 1996; Boyle, 2012). In particolare, si deve a John Knox,nominato Esperto Indipendente e Special Rapporteur per i Diritti Umani e Ambiente nel 2012(HRC, 2012), l’introduzione di un significativo cambio di prospettiva sulla relazione tra dirittiumani e problemi ambientali. Sin dalla Conferenza sull’Ambiente Umano del 1972, il temaambientale è stato infatti ridotto al solo problema della tutela della natura e della biodiversitàtralasciando quelle visioni interdisciplinari più complesse che sistematicamente, già dagli anniSettanta, mettevano seriamente in dubbio la netta separazione tra società e ambiente, tranatura e cultura (e.g. Williams, 1980; Smith, 1984; Fitzsimmons, 1989; Castree, 2001).Diversamente, Knox ha chiarito come la protezione dell’ambiente sia necessaria per garantirei diritti umani sanciti, come quello alla salute, ad un ambiente salubre, ad un buon standard divita; e che la protezione dell’ambiente richiede un adeguato livello di informazione e dipartecipazione ai processi decisionali che riguardano la protezione ambientale e la riduzionedel danno (OHCHR, 2014). Ne nasce dunque l’esigenza di una riconsiderazione delle regoledella governance globale e dell’impegno socio-ambientale di tutti gli attori; essi sono infattichiamati a garantire non solo il semplice rispetto delle leggi nazionali e regionali ma adadottare una visione in cui il tema dell’ambiente e dei diritti umani si intreccia a questioni didemocrazia, giustizia sociale e mediazione tra diverse visioni del futuro del pianeta. In questanuova accezione di Diritto Umano Ambientale (DUA), il nostro contributo presenta un primotentativo di analisi delle relazioni tra DUA e operato di imprese multinazionali etransnazionali, verificando in che misura i conflitti, le dispute e le controversie ambientali traimprese e comunità locali siano semplici casi di disaccordo sull’uso delle risorse o su percorsidi sviluppo alternativi oppure si tratti di vere e proprie violazioni di diritti umani.File | Dimensione | Formato | |
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