Il contributo - sintesi dello studio della tesi dottorale - tenta di comprendere le rinnovate relazioni che si possono stabilire tra i principi insediativi propri della città consolidata europea e i “vuoti” di natura che corrispondono alla necessità di trovare nella città quella “condizione di apertura” imprescindibile affinché essa torni ad essere “sana ed abitabile”. È con queste premesse che la ricerca affronta il rapporto tra la “forma del costruito” e la “forma del vuoto”, con l’obiettivo di delineare una alternativa possibile al recente modus operandi della costruzione/ri-costruzione della città che tende a riproporre e a consolidare una indifferenziata “continuità” e la sua pervasiva internità. A partire dalla selezione dei casi-studio delle città di Napoli, Palermo e Dortmund e dallo studio di quest’ultime mediante gli strumenti consolidati della analisi urbana di tradizione italiana e tedesca e il “nuovo” piano nero-oro in analogia alla tecnica giapponese del kintsugi, si individuano le differenti matrici urbane e il “momento” nel quale l’equilibrio di ognuna si è rotto. In questo modo si scopre che “operazioni progettuali” possono generare “spazi dell’esternità”, dotati di un loro connotato formale e strutturale, anche nell’ambito dei contesti consolidati. In definitiva, operando una “inversione topologica”, la ricerca tenta di far emergere l’individualità delle parti urbane e di lavorare sul “vuoto” per delineare una “figura” naturale capace di dare una “forma” allo “sfondo” della città consolidata europea.
Il vuoto tra le parti: figure sullo sfondo della città consolidata europea / Di Chiara, Ermelinda. - (2023), pp. 166-176. (Intervento presentato al convegno La ricerca che cambia. Terzo convegno nazionale dei dottorati italiani dell'architettura, della pianificazione, del design, delle arti e della moda tenutosi a Venezia; Italy).
Il vuoto tra le parti: figure sullo sfondo della città consolidata europea
Ermelinda Di Chiara
2023
Abstract
Il contributo - sintesi dello studio della tesi dottorale - tenta di comprendere le rinnovate relazioni che si possono stabilire tra i principi insediativi propri della città consolidata europea e i “vuoti” di natura che corrispondono alla necessità di trovare nella città quella “condizione di apertura” imprescindibile affinché essa torni ad essere “sana ed abitabile”. È con queste premesse che la ricerca affronta il rapporto tra la “forma del costruito” e la “forma del vuoto”, con l’obiettivo di delineare una alternativa possibile al recente modus operandi della costruzione/ri-costruzione della città che tende a riproporre e a consolidare una indifferenziata “continuità” e la sua pervasiva internità. A partire dalla selezione dei casi-studio delle città di Napoli, Palermo e Dortmund e dallo studio di quest’ultime mediante gli strumenti consolidati della analisi urbana di tradizione italiana e tedesca e il “nuovo” piano nero-oro in analogia alla tecnica giapponese del kintsugi, si individuano le differenti matrici urbane e il “momento” nel quale l’equilibrio di ognuna si è rotto. In questo modo si scopre che “operazioni progettuali” possono generare “spazi dell’esternità”, dotati di un loro connotato formale e strutturale, anche nell’ambito dei contesti consolidati. In definitiva, operando una “inversione topologica”, la ricerca tenta di far emergere l’individualità delle parti urbane e di lavorare sul “vuoto” per delineare una “figura” naturale capace di dare una “forma” allo “sfondo” della città consolidata europea.File | Dimensione | Formato | |
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