This paper presents the results of a design proposal developed for the city of Larissa, in Thessaly, on the occasion of an International Ideas Competition sponsored by UIA. The work we present starts from a basic assumption: that archaeological remains still constitute the “condensers” of historical signs on territorial scale. Signs capable of demonstrating that territory and city were originally part of the same system, and that they can therefore, once again, develop significant relationships. Starting from this belief, our proposal pursued a dual objective: on the one hand, re-centering the archaeological area with respect to the city, as an active part of urban life; on the other, at the same time, re-centre the city itself with respect to its territory, reactivating the relationships, now hidden, between the historical-archaeological nucleus and the valley of the Peneus river. Working simultaneously on both the urban and landscape scales, we have therefore tried to broaden the basic goals of the project, including the valorization and the integration between city and territory. The result was a design aimed at reconnecting the archaeological nucleus with the rest of the urban body and with the river valley. In conclusion, the case study we present aims to demonstrate that the architectural project on archaeological areas can pursue “large-scale” objectives, thus becoming a driving force for projecting the urban landscape heritage within the territorial ecological networks, through a system of signs that activate the symbiosis of ancient cities with the original places of their foundation.

Questo articolo presenta i risultati di una proposta progettuale sviluppata per la città di Larissa, in Tessaglia, in occasione di un concorso internazionale di idee patrocinato dall'UIA. Il lavoro che presentiamo parte da un presupposto di base: che i resti archeologici costituiscono ancora i “condensatori” dei segni storici su scala territoriale. Segni capaci di dimostrare che territorio e città erano originariamente parte dello stesso sistema, e che possono quindi, ancora una volta, sviluppare relazioni significative. Partendo da questa convinzione, la nostra proposta ha perseguito a duplice obiettivo: da un lato, ricentrare l'area archeologica rispetto alla città, come parte attiva della vita urbana; dall'altro, al tempo stesso, ricentrare la città stessa rispetto al suo territorio, riattivando i rapporti, oggi nascosti, tra il nucleo storico-archeologico e la valle del fiume Peneo. Lavorando contemporaneamente sia alla scala urbana che a quella paesaggistica, abbiamo quindi cercato di ampliare gli obiettivi fondamentali del progetto, includendo la valorizzazione e l'integrazione tra città e territorio. Il risultato è stato un disegno volto a ricollegare il nucleo archeologico con il resto del corpo urbano e con la valle del fiume. In conclusione, il caso studio che presentiamo si propone di dimostrare che il progetto architettonico sulle aree archeologiche può perseguire obiettivi “a larga scala”, diventando così un volano per la proiezione del patrimonio paesaggistico urbano all’interno delle reti ecologiche territoriali, attraverso un sistema di segni che attivare la simbiosi delle città antiche con i luoghi originari della loro fondazione.

I nuclei archeologici mediterranei come collettori dei segni del territorio. Il caso di Larissa in Tessaglia / Lanzetta, Alessandro; Raitano, Manuela; DI COSMO, Federico; Fiorelli, Angela. - In: U+D, URBANFORM AND DESIGN. - ISSN 2384-9207. - Anno X:20(2023), pp. 160-165.

I nuclei archeologici mediterranei come collettori dei segni del territorio. Il caso di Larissa in Tessaglia

Alessandro Lanzetta;Manuela Raitano;Federico di Cosmo;Angela Fiorelli
2023

Abstract

This paper presents the results of a design proposal developed for the city of Larissa, in Thessaly, on the occasion of an International Ideas Competition sponsored by UIA. The work we present starts from a basic assumption: that archaeological remains still constitute the “condensers” of historical signs on territorial scale. Signs capable of demonstrating that territory and city were originally part of the same system, and that they can therefore, once again, develop significant relationships. Starting from this belief, our proposal pursued a dual objective: on the one hand, re-centering the archaeological area with respect to the city, as an active part of urban life; on the other, at the same time, re-centre the city itself with respect to its territory, reactivating the relationships, now hidden, between the historical-archaeological nucleus and the valley of the Peneus river. Working simultaneously on both the urban and landscape scales, we have therefore tried to broaden the basic goals of the project, including the valorization and the integration between city and territory. The result was a design aimed at reconnecting the archaeological nucleus with the rest of the urban body and with the river valley. In conclusion, the case study we present aims to demonstrate that the architectural project on archaeological areas can pursue “large-scale” objectives, thus becoming a driving force for projecting the urban landscape heritage within the territorial ecological networks, through a system of signs that activate the symbiosis of ancient cities with the original places of their foundation.
2023
Questo articolo presenta i risultati di una proposta progettuale sviluppata per la città di Larissa, in Tessaglia, in occasione di un concorso internazionale di idee patrocinato dall'UIA. Il lavoro che presentiamo parte da un presupposto di base: che i resti archeologici costituiscono ancora i “condensatori” dei segni storici su scala territoriale. Segni capaci di dimostrare che territorio e città erano originariamente parte dello stesso sistema, e che possono quindi, ancora una volta, sviluppare relazioni significative. Partendo da questa convinzione, la nostra proposta ha perseguito a duplice obiettivo: da un lato, ricentrare l'area archeologica rispetto alla città, come parte attiva della vita urbana; dall'altro, al tempo stesso, ricentrare la città stessa rispetto al suo territorio, riattivando i rapporti, oggi nascosti, tra il nucleo storico-archeologico e la valle del fiume Peneo. Lavorando contemporaneamente sia alla scala urbana che a quella paesaggistica, abbiamo quindi cercato di ampliare gli obiettivi fondamentali del progetto, includendo la valorizzazione e l'integrazione tra città e territorio. Il risultato è stato un disegno volto a ricollegare il nucleo archeologico con il resto del corpo urbano e con la valle del fiume. In conclusione, il caso studio che presentiamo si propone di dimostrare che il progetto architettonico sulle aree archeologiche può perseguire obiettivi “a larga scala”, diventando così un volano per la proiezione del patrimonio paesaggistico urbano all’interno delle reti ecologiche territoriali, attraverso un sistema di segni che attivare la simbiosi delle città antiche con i luoghi originari della loro fondazione.
architettura; archeologia; patrimonio; paesaggio
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
I nuclei archeologici mediterranei come collettori dei segni del territorio. Il caso di Larissa in Tessaglia / Lanzetta, Alessandro; Raitano, Manuela; DI COSMO, Federico; Fiorelli, Angela. - In: U+D, URBANFORM AND DESIGN. - ISSN 2384-9207. - Anno X:20(2023), pp. 160-165.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1701343
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