.Nella società di piattaforma del capitalismo dei dati, informativo e comunicativo, l’immaginario collettivo sulla diversità si lega a ciò che costantemente vediamo, in cui ci imbattiamo su uno dei social media che più impieghiamo, o più raramente, a ciò che leggiamo su un sito specifico di informazione. Al contempo, la diversità e l’equità costituiscono il binomio di un’istanza crescente per la società, in cui, tuttavia, il cambiamento sociale nei confronti della dis/abilità è ancora lontano dal trovare compimento. Pertanto, nella presente tesi si guarda a quelle possibilità di immaginazione radicale della dis/abilità, indotte tanto dalle micro-azioni quotidiane proposte dalle identità politiche dis/abili quanto dalla prospettiva dei giornalisti specializzati sul tema. A partire dal seguente interrogativo di ricerca: “Quali spazi rivendica, negozia e raggiunge la dis/abilità nella contemporaneità profondamente digitalizzata? In che modo?”, il lavoro considera la sfera pubblica digitale quale luogo di osservazione privilegiato delle narrazioni culturali dominanti, nonché del processo di costruzione delle cornici narrative (framing). Quest’ultimo include e attiva una dimensione cognitiva ed emotiva in grado di creare dissonanza, ma anche risonanza con le storie e le conoscenze condivise. Adottando il modello politico-relazionale della dis/abilità, esercitato in quegli spazi che Gramsci ha definito interstiziali, nel primo capitolo si presenta una riflessione circa la definizione di dis/abilità quale linea guida per la presente ricerca (1.1), si illustra poi il quadro teorico di riferimento, che individua relazioni di reciprocità tra immaginari sociotecnici, concetto di cultura, frame e schemi mentali (1.2). Nel secondo e nel terzo capitolo si declina la continuità individuata nelle relazioni di reciprocità nell’ambito dell’attivismo digitale (2.1) e del processo di costruzione delle notizie (3.3), proponendo una review specifica della letteratura relativa al duplice percorso di ricerca (2.2; 3.1; 3.2). Nel quarto capitolo si presentano obiettivi, interrogativi teorici (4.1), metodologia adottata per i due differenti ambiti di indagine e considerazione etiche (4.2). Nel quinto capitolo si presenta l’analisi delle interviste ai giornalisti (5.1) e degli atti sociali (post) delle identità politiche dis/abili su Instagram (5.2). Nel sesto ed ultimo capitolo si tracciano le prime conclusioni necessariamente aperte sulla centralità che il concetto di marginalità racchiude.

Framing, approcci e pratiche culturali di diversità nella società digitale. Costruzione identitaria e giornalistica della dis/abilità / Battisti, Fabiana. - (2024 Jan 18).

Framing, approcci e pratiche culturali di diversità nella società digitale. Costruzione identitaria e giornalistica della dis/abilità.

BATTISTI, FABIANA
18/01/2024

Abstract

.Nella società di piattaforma del capitalismo dei dati, informativo e comunicativo, l’immaginario collettivo sulla diversità si lega a ciò che costantemente vediamo, in cui ci imbattiamo su uno dei social media che più impieghiamo, o più raramente, a ciò che leggiamo su un sito specifico di informazione. Al contempo, la diversità e l’equità costituiscono il binomio di un’istanza crescente per la società, in cui, tuttavia, il cambiamento sociale nei confronti della dis/abilità è ancora lontano dal trovare compimento. Pertanto, nella presente tesi si guarda a quelle possibilità di immaginazione radicale della dis/abilità, indotte tanto dalle micro-azioni quotidiane proposte dalle identità politiche dis/abili quanto dalla prospettiva dei giornalisti specializzati sul tema. A partire dal seguente interrogativo di ricerca: “Quali spazi rivendica, negozia e raggiunge la dis/abilità nella contemporaneità profondamente digitalizzata? In che modo?”, il lavoro considera la sfera pubblica digitale quale luogo di osservazione privilegiato delle narrazioni culturali dominanti, nonché del processo di costruzione delle cornici narrative (framing). Quest’ultimo include e attiva una dimensione cognitiva ed emotiva in grado di creare dissonanza, ma anche risonanza con le storie e le conoscenze condivise. Adottando il modello politico-relazionale della dis/abilità, esercitato in quegli spazi che Gramsci ha definito interstiziali, nel primo capitolo si presenta una riflessione circa la definizione di dis/abilità quale linea guida per la presente ricerca (1.1), si illustra poi il quadro teorico di riferimento, che individua relazioni di reciprocità tra immaginari sociotecnici, concetto di cultura, frame e schemi mentali (1.2). Nel secondo e nel terzo capitolo si declina la continuità individuata nelle relazioni di reciprocità nell’ambito dell’attivismo digitale (2.1) e del processo di costruzione delle notizie (3.3), proponendo una review specifica della letteratura relativa al duplice percorso di ricerca (2.2; 3.1; 3.2). Nel quarto capitolo si presentano obiettivi, interrogativi teorici (4.1), metodologia adottata per i due differenti ambiti di indagine e considerazione etiche (4.2). Nel quinto capitolo si presenta l’analisi delle interviste ai giornalisti (5.1) e degli atti sociali (post) delle identità politiche dis/abili su Instagram (5.2). Nel sesto ed ultimo capitolo si tracciano le prime conclusioni necessariamente aperte sulla centralità che il concetto di marginalità racchiude.
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