Il ritrovamento nel sito di Leopoli-Cencelle (VT) di un individuo con tracce di trapanazione cranica ha comportato un approfondimento su questa peculiare tecnica chirurgica considerata fra le più antiche pratiche mediche effettuate sull’uomo. Le più antiche attestazioni archeologiche pertengono alla preistoria, sebbene la letteratura medica faccia risalire la sua invenzione a Ippocrate. Da questo momento in poi, le fonti nei secoli ci raccontano una lunga storia dove la prassi operazionale veniva tramandata parallelamente allo sviluppo delle tecniche e della strumentazione medica. Lo studio condotto su questo argomento è iniziato dall’analisi dell’individuo ritrovato a Leopoli-Cencelle (che presenta segni evidenti di una doppia trapanazione) ed è proseguito raffrontandolo con quelli attestati nel più ampio contesto dell’Europa Medievale. Correlando tali evidenze con un’analisi delle fonti mediche antiche, si è cercato di rispondere ad alcuni quesiti relativi all’importanza della trapanazione cranica, all’effettiva applicazione, a destinatari di tale tecnica e, soprattutto, al tasso di sopravvivenza. I risultati sono stati utili per meglio inquadrare la medicina medievale, spesso associata alle superstizioni mentre le pratiche chirurgiche di quell’epoca erano basate sia su nozioni già disciplinate dai testi medici classici sia sulle esperienze empiriche.
Trapanazione cranica nel Medioevo: aspetti archeologici e di pratica medica a Leopoli-Cencelle / Cati, Giulia. - (2023), pp. 264-269. (Intervento presentato al convegno IX Ciclo di Studi Medievali tenutosi a Firenze).
Trapanazione cranica nel Medioevo: aspetti archeologici e di pratica medica a Leopoli-Cencelle
Giulia Cati
2023
Abstract
Il ritrovamento nel sito di Leopoli-Cencelle (VT) di un individuo con tracce di trapanazione cranica ha comportato un approfondimento su questa peculiare tecnica chirurgica considerata fra le più antiche pratiche mediche effettuate sull’uomo. Le più antiche attestazioni archeologiche pertengono alla preistoria, sebbene la letteratura medica faccia risalire la sua invenzione a Ippocrate. Da questo momento in poi, le fonti nei secoli ci raccontano una lunga storia dove la prassi operazionale veniva tramandata parallelamente allo sviluppo delle tecniche e della strumentazione medica. Lo studio condotto su questo argomento è iniziato dall’analisi dell’individuo ritrovato a Leopoli-Cencelle (che presenta segni evidenti di una doppia trapanazione) ed è proseguito raffrontandolo con quelli attestati nel più ampio contesto dell’Europa Medievale. Correlando tali evidenze con un’analisi delle fonti mediche antiche, si è cercato di rispondere ad alcuni quesiti relativi all’importanza della trapanazione cranica, all’effettiva applicazione, a destinatari di tale tecnica e, soprattutto, al tasso di sopravvivenza. I risultati sono stati utili per meglio inquadrare la medicina medievale, spesso associata alle superstizioni mentre le pratiche chirurgiche di quell’epoca erano basate sia su nozioni già disciplinate dai testi medici classici sia sulle esperienze empiriche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.