La pandemia da Covid-19 ha smosso l’opinione pubblica e accesso il dibattito con gli scienziati, portando spesso i cittadini al dubbio e soprattutto a considerare con approccio critico gli impatti dell’attività scientifica e delle sue applicazioni tecnologiche sulla società sia nel breve che nel lungo periodo. Infatti, in una tale situazione di emergenza e grande incertezza, i cittadini hanno assistito a dibattiti tra esperti che fino ad allora erano rimasti piuttosto confinati all’interno della comunità scientifica. Obiettivo di questo studio è quello di analizzare le rappresentazioni della scienza negli studenti degli ultimi due anni di scuola superiore considerando soprattutto le differenze relative al tipo di insegnamento scientifico impartito. A riguardo, si intende la distinzione tra un approccio classico basato soprattutto sullo studio nozionistico contrapposto ad uno basato sulla riflessione critica, la consapevolezza metodologica, il dibattito, lo stimolo alla creatività, la riflessone etica. Quest’ultimo viene definito “insegnamento critico” e può essere considerato il proseguimento del concetto di insegnamento riflessivo di Dewey (1910). Si ipotizza che un’educazione critica alla scienza fornisca allo studente un notevole livello di literacy scientifica. Per literacy scientifica si intende un insieme di: i) conoscenze scientifiche e capacità di utilizzare tali conoscenze; ii) comprensione degli aspetti distintivi della scienza intesa come forma di sapere e di indagine propria degli esseri umani; iii) consapevolezza di come scienza e tecnologia plasmino il nostro ambiente materiale, intellettuale e culturale; iv) disponibilità a confrontarsi come cittadino su questioni sostanziali ma anche etiche. Tale acquisizione si considera (senza escludere altre importanti variabili che potrebbero entrare in gioco come il capitale culturale, la soddisfazione scolastica e la fiducia nelle istituzioni) in grado di influenzare la rappresentazione che lo studente si forma della scienza. Si ipotizza che tale rappresentazione possa risolversi in due scenari idealmente opposti: un aumento della fiducia nella scienza dovuto alle maggiori conoscenze dei processi di formazione della conoscenza scientifica, ma anche una sua diminuzione causata dalla consapevolezza della presenza di situazioni in cui la scienza è ancora calata dall’alto e imposta al profano in modo dogmatico e paternalista. Con questo lavoro si intende analizzare e approfondire le implicazioni che un insegnamento delle materie scientifiche, e della scienza in generale, di tipo critico-riflessivo possa comportare per gli 2 studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Si ipotizza che ciò possa essere determinante per le rappresentazioni sociali della scienza che gli studenti si formano durante il periodo delle scuole superiori, con particolare ma non esclusivo riferimento allo sviluppo di una fiducia, che ho definito “critica”, in essa. Nel primo capitolo passo in rassegna gli aspetti teorico-concettuali alla base di questo lavoro, facendo particolare riferimento alla sociologia della scienza, in quanto disciplina che ha via via svelato le componenti socioculturali dei processi che conducono alla conoscenza scientifica. Proseguo poi con i contributi delle altre scienze umane e sociali, in particolare della pedagogia e degli studi sulla comunicazione della scienza. Approfondisco quindi i concetti di pensiero critico e di fiducia, andando poi nel secondo capitolo, dopo una breve introduzione al rapporto tra scuola e società, al concetto più specifico di fiducia nella scienza e all’insegnamento critico della scienza a scuola. La parte centrale del lavoro è costituita dall’analisi e dalla presentazione dei risultati di una survey sottoposta ad un campione di 1113 studenti e studentesse, bilanciando la numerosità campionaria relativa al genere e all’apparenza ai vati tipi di scuole, secondo un campionamento non probabilistico definito nella letteratura metodologica “campionamento per quote”. I risultati via via emersi mostreranno l’importanza di ripensare l’approccio all’insegnamento della scienza per tutti i tipi di scuole, comparando i pro e i contro di ciascuno, di favorire una riduzione delle differenze di genere che paiono tuttora presenti nel percorso di studi delle materie scientifiche e di promuovere una generica soddisfazione scolastica. Un’interessante opportunità riguarda la possibilità di approfondire alcune problematiche o punti di particolare interesse emersi in sede di analisi dei dati tramite focus group con degli studenti aventi le stesse caratteristiche del campione della survey. Riguardo al numero di gruppi non vi è un’opinione unanime, ma il raggiungimento della saturazione teorica potrebbe essere un criterio adeguato (Corrao, 2000). Un problema potrebbe essere quello dell’omogeneità dei vari gruppi piuttosto che dell’utilizzo di gruppi misti in relazione al tipo di scuola frequentato.

Le rappresentazioni sociali della scienza negli studenti alla fine del percorso scolastico / DI LEO, Andrea. - (2024 Jan 18).

Le rappresentazioni sociali della scienza negli studenti alla fine del percorso scolastico

DI LEO, ANDREA
18/01/2024

Abstract

La pandemia da Covid-19 ha smosso l’opinione pubblica e accesso il dibattito con gli scienziati, portando spesso i cittadini al dubbio e soprattutto a considerare con approccio critico gli impatti dell’attività scientifica e delle sue applicazioni tecnologiche sulla società sia nel breve che nel lungo periodo. Infatti, in una tale situazione di emergenza e grande incertezza, i cittadini hanno assistito a dibattiti tra esperti che fino ad allora erano rimasti piuttosto confinati all’interno della comunità scientifica. Obiettivo di questo studio è quello di analizzare le rappresentazioni della scienza negli studenti degli ultimi due anni di scuola superiore considerando soprattutto le differenze relative al tipo di insegnamento scientifico impartito. A riguardo, si intende la distinzione tra un approccio classico basato soprattutto sullo studio nozionistico contrapposto ad uno basato sulla riflessione critica, la consapevolezza metodologica, il dibattito, lo stimolo alla creatività, la riflessone etica. Quest’ultimo viene definito “insegnamento critico” e può essere considerato il proseguimento del concetto di insegnamento riflessivo di Dewey (1910). Si ipotizza che un’educazione critica alla scienza fornisca allo studente un notevole livello di literacy scientifica. Per literacy scientifica si intende un insieme di: i) conoscenze scientifiche e capacità di utilizzare tali conoscenze; ii) comprensione degli aspetti distintivi della scienza intesa come forma di sapere e di indagine propria degli esseri umani; iii) consapevolezza di come scienza e tecnologia plasmino il nostro ambiente materiale, intellettuale e culturale; iv) disponibilità a confrontarsi come cittadino su questioni sostanziali ma anche etiche. Tale acquisizione si considera (senza escludere altre importanti variabili che potrebbero entrare in gioco come il capitale culturale, la soddisfazione scolastica e la fiducia nelle istituzioni) in grado di influenzare la rappresentazione che lo studente si forma della scienza. Si ipotizza che tale rappresentazione possa risolversi in due scenari idealmente opposti: un aumento della fiducia nella scienza dovuto alle maggiori conoscenze dei processi di formazione della conoscenza scientifica, ma anche una sua diminuzione causata dalla consapevolezza della presenza di situazioni in cui la scienza è ancora calata dall’alto e imposta al profano in modo dogmatico e paternalista. Con questo lavoro si intende analizzare e approfondire le implicazioni che un insegnamento delle materie scientifiche, e della scienza in generale, di tipo critico-riflessivo possa comportare per gli 2 studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Si ipotizza che ciò possa essere determinante per le rappresentazioni sociali della scienza che gli studenti si formano durante il periodo delle scuole superiori, con particolare ma non esclusivo riferimento allo sviluppo di una fiducia, che ho definito “critica”, in essa. Nel primo capitolo passo in rassegna gli aspetti teorico-concettuali alla base di questo lavoro, facendo particolare riferimento alla sociologia della scienza, in quanto disciplina che ha via via svelato le componenti socioculturali dei processi che conducono alla conoscenza scientifica. Proseguo poi con i contributi delle altre scienze umane e sociali, in particolare della pedagogia e degli studi sulla comunicazione della scienza. Approfondisco quindi i concetti di pensiero critico e di fiducia, andando poi nel secondo capitolo, dopo una breve introduzione al rapporto tra scuola e società, al concetto più specifico di fiducia nella scienza e all’insegnamento critico della scienza a scuola. La parte centrale del lavoro è costituita dall’analisi e dalla presentazione dei risultati di una survey sottoposta ad un campione di 1113 studenti e studentesse, bilanciando la numerosità campionaria relativa al genere e all’apparenza ai vati tipi di scuole, secondo un campionamento non probabilistico definito nella letteratura metodologica “campionamento per quote”. I risultati via via emersi mostreranno l’importanza di ripensare l’approccio all’insegnamento della scienza per tutti i tipi di scuole, comparando i pro e i contro di ciascuno, di favorire una riduzione delle differenze di genere che paiono tuttora presenti nel percorso di studi delle materie scientifiche e di promuovere una generica soddisfazione scolastica. Un’interessante opportunità riguarda la possibilità di approfondire alcune problematiche o punti di particolare interesse emersi in sede di analisi dei dati tramite focus group con degli studenti aventi le stesse caratteristiche del campione della survey. Riguardo al numero di gruppi non vi è un’opinione unanime, ma il raggiungimento della saturazione teorica potrebbe essere un criterio adeguato (Corrao, 2000). Un problema potrebbe essere quello dell’omogeneità dei vari gruppi piuttosto che dell’utilizzo di gruppi misti in relazione al tipo di scuola frequentato.
18-gen-2024
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