La ricerca propone un metodo quale supporto alla conoscenza delle strutture architettoniche che possie­dono valore storico inserendosi così all'interno del Patrimonio Culturale. Il metodo intende essere a servizio degli Enti Pubblici e, nello specifico, dei fun­zionari delle Soprintendenze, quale ausilio alle opere di restauro, manutenzione, conservazione e valorizzazione dei siti. Il caso studio sul quale viene con­cepito il flusso di lavoro è la Chiesa di san Niccolò a Poggio all'Isola d'Elba. Punto di partenza dell'indag­ine è lo studio del borgo di Poggio, analizzato nei suoi caratteri peculiari e letto come insieme di singo­li manufatti con i loro tratti distintivi e differenti tipi formali e costruttivi. Le emergenze presenti vengono individuate e comprese e, infine, si assume la struttu­ra della chiesa di San Niccolò quale oggetto di studio. Si indagano dunque metodi di raccolta e traspo­sizione delle informazioni relative alla costituzione e alla conformazione del manufatto all'interno di un flusso di lavoro HBIM. Il processo di gestione del dato viene svolto mediante l'ausilio integrato di software capaci di organizzare e "manipolare" infor­mazioni relative sia all'aspetto geometrico che ai caratteri intrinseci degli elementi costruttivi del bene. La metodologia viene dunque concepita come un percorso consequenziale che si articola secondo una successione di fasi attuandosi a partire dall'oss­ervazione e dallo studio profondo degli oggetti e si sviluppa grazie all'integrazione dei dati raccolti nel tempo. Si procede. pertanto, all'acquisizione del ril­ievo fino alla definizione del modello digitale. Dalla restituzione si giunge all'arricchimento semantico degli elementi, disponendo il dato non geometrico all'interno di specifici supporti esterni (schede con­tenenti la profondità del contenuto informativo). Il percorso prosegue con la formulazione di strutture informatiche (codici di programmazione visuale) necessarie alla trasposizione delle informazioni sul modello digitale. In conclusione vengono restituiti oggetti virtuali rappresentativi dell'architettura: modelli analitici a servizio della conoscenza del pat­rimonio storico architettonico quali supporto iniziale per avviare considerazioni sulla realizzazione di in­terventi di recupero del costruito storico.

Il processo HBIM per la rappresentazione e gestione del patrimonio culturale. Un metodo a supporto dell’anamnesi / D'Angelo, Elena. - (2024 Jan 11).

Il processo HBIM per la rappresentazione e gestione del patrimonio culturale. Un metodo a supporto dell’anamnesi

D'ANGELO, ELENA
11/01/2024

Abstract

La ricerca propone un metodo quale supporto alla conoscenza delle strutture architettoniche che possie­dono valore storico inserendosi così all'interno del Patrimonio Culturale. Il metodo intende essere a servizio degli Enti Pubblici e, nello specifico, dei fun­zionari delle Soprintendenze, quale ausilio alle opere di restauro, manutenzione, conservazione e valorizzazione dei siti. Il caso studio sul quale viene con­cepito il flusso di lavoro è la Chiesa di san Niccolò a Poggio all'Isola d'Elba. Punto di partenza dell'indag­ine è lo studio del borgo di Poggio, analizzato nei suoi caratteri peculiari e letto come insieme di singo­li manufatti con i loro tratti distintivi e differenti tipi formali e costruttivi. Le emergenze presenti vengono individuate e comprese e, infine, si assume la struttu­ra della chiesa di San Niccolò quale oggetto di studio. Si indagano dunque metodi di raccolta e traspo­sizione delle informazioni relative alla costituzione e alla conformazione del manufatto all'interno di un flusso di lavoro HBIM. Il processo di gestione del dato viene svolto mediante l'ausilio integrato di software capaci di organizzare e "manipolare" infor­mazioni relative sia all'aspetto geometrico che ai caratteri intrinseci degli elementi costruttivi del bene. La metodologia viene dunque concepita come un percorso consequenziale che si articola secondo una successione di fasi attuandosi a partire dall'oss­ervazione e dallo studio profondo degli oggetti e si sviluppa grazie all'integrazione dei dati raccolti nel tempo. Si procede. pertanto, all'acquisizione del ril­ievo fino alla definizione del modello digitale. Dalla restituzione si giunge all'arricchimento semantico degli elementi, disponendo il dato non geometrico all'interno di specifici supporti esterni (schede con­tenenti la profondità del contenuto informativo). Il percorso prosegue con la formulazione di strutture informatiche (codici di programmazione visuale) necessarie alla trasposizione delle informazioni sul modello digitale. In conclusione vengono restituiti oggetti virtuali rappresentativi dell'architettura: modelli analitici a servizio della conoscenza del pat­rimonio storico architettonico quali supporto iniziale per avviare considerazioni sulla realizzazione di in­terventi di recupero del costruito storico.
11-gen-2024
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