La storia delle elezioni pontificie non è certo lineare e ha conosciuto momenti forti, di accelerazione e di strappo: certamente tra la metà del secolo XI e la fine del XII si registra un periodo decisivo per la sperimentazione delle procedure elettive. Il caso dello scisma tra Anacleto II e Innocenzo II agli inizi degli anni ‘30 del XII secolo ha costituito, in questa prospettiva, una tappa di particolare interesse, anche se non decisiva. Su un punto però, la duplice elezione che ha provocato lo scisma del 1130 è stata dirimente: ha messo in luce la difficoltà della convivenza delle procedure elettive della tradizione monastica con quelle dell’elezione pontificia, oltre che, naturalmente, le peculiarità romane nelle modalità di elezione. L’elemento di peculiarità è costituito dal fatto che si è trattata di una vicenda interna alla Chiesa, al collegio cardinalizio, e di una vicenda innanzitutto romana; una questione di procedure, non si è verificata una contrapposizione con un candidato imperiale, come nel caso di Cadalo/Onorio II, Wiberto/Clemente III in precedenza o, in seguito, nello scisma del 1159. Si è rivelato inoltre un passaggio pregnante nella storia dell’elaborazione ecclesiologica delle procedure di elezione. Un po’ schematicamente si può inserire la duplice elezione del 1130 in una parabola che parte dal 1059 e ha un momento di composizione nel 1179. La vicenda dello scisma del 1130 può essere considerata in questa prospettiva come un tassello del processo di riforma della Chiesa, della ‘riforma in atto’ che si è concretizzata nel ripristino o spesso nell’introduzione, definizione, espletamento - meglio ancora nella sperimentazione - di procedure chiarificatrici. Spostando l’attenzione dalla pastoia della contrapposizione che pure ha colorato molte dotte ed elaborate ricostruzioni della storiografia, affannate a trovare una soluzione rispetto alla vexata quaestio della regolarità canonica, così come dalla contrapposizione tra nuove o vecchie concezioni riformistiche e inserendo e inquadrando invece la vicenda nella traiettoria del processo di sviluppo della riforma è possibile scorgere come tutte le ambiguità insite nelle procedure di elezione pontificia nel 1130 deflagrino. L’elezione pontificia è un caso paradigmatico della ‘riforma in atto’ e dello scambio osmotico tra elaborazione ecclesiologica, definizione di procedure e possibilità di attuazione in rapporto allo svolgersi degli eventi che provocano risposte e azioni non preordinate, ma che cesellano la propria coerenza in modo, per così dire, sperimentale, adottando risoluzioni e adattando risposte e azioni sulla base di esigenze cogenti che sfuggono a tentativi di imbrigliamento in schemi interpretativi preordinati e deterministicamente vincolanti.

Succéder au temps de la réforme de l’Église. Définition des procédures canoniques de l’élection pontificale entre l e xie e t l e xiie siècle / Longo, Umberto. - (2023), pp. 297-307. (Intervento presentato al convegno Succéder au Moyen Âge, LIIIe Congrès de la SHMESP, tenutosi a Roma).

Succéder au temps de la réforme de l’Église. Définition des procédures canoniques de l’élection pontificale entre l e xie e t l e xiie siècle

Umberto Longo
2023

Abstract

La storia delle elezioni pontificie non è certo lineare e ha conosciuto momenti forti, di accelerazione e di strappo: certamente tra la metà del secolo XI e la fine del XII si registra un periodo decisivo per la sperimentazione delle procedure elettive. Il caso dello scisma tra Anacleto II e Innocenzo II agli inizi degli anni ‘30 del XII secolo ha costituito, in questa prospettiva, una tappa di particolare interesse, anche se non decisiva. Su un punto però, la duplice elezione che ha provocato lo scisma del 1130 è stata dirimente: ha messo in luce la difficoltà della convivenza delle procedure elettive della tradizione monastica con quelle dell’elezione pontificia, oltre che, naturalmente, le peculiarità romane nelle modalità di elezione. L’elemento di peculiarità è costituito dal fatto che si è trattata di una vicenda interna alla Chiesa, al collegio cardinalizio, e di una vicenda innanzitutto romana; una questione di procedure, non si è verificata una contrapposizione con un candidato imperiale, come nel caso di Cadalo/Onorio II, Wiberto/Clemente III in precedenza o, in seguito, nello scisma del 1159. Si è rivelato inoltre un passaggio pregnante nella storia dell’elaborazione ecclesiologica delle procedure di elezione. Un po’ schematicamente si può inserire la duplice elezione del 1130 in una parabola che parte dal 1059 e ha un momento di composizione nel 1179. La vicenda dello scisma del 1130 può essere considerata in questa prospettiva come un tassello del processo di riforma della Chiesa, della ‘riforma in atto’ che si è concretizzata nel ripristino o spesso nell’introduzione, definizione, espletamento - meglio ancora nella sperimentazione - di procedure chiarificatrici. Spostando l’attenzione dalla pastoia della contrapposizione che pure ha colorato molte dotte ed elaborate ricostruzioni della storiografia, affannate a trovare una soluzione rispetto alla vexata quaestio della regolarità canonica, così come dalla contrapposizione tra nuove o vecchie concezioni riformistiche e inserendo e inquadrando invece la vicenda nella traiettoria del processo di sviluppo della riforma è possibile scorgere come tutte le ambiguità insite nelle procedure di elezione pontificia nel 1130 deflagrino. L’elezione pontificia è un caso paradigmatico della ‘riforma in atto’ e dello scambio osmotico tra elaborazione ecclesiologica, definizione di procedure e possibilità di attuazione in rapporto allo svolgersi degli eventi che provocano risposte e azioni non preordinate, ma che cesellano la propria coerenza in modo, per così dire, sperimentale, adottando risoluzioni e adattando risposte e azioni sulla base di esigenze cogenti che sfuggono a tentativi di imbrigliamento in schemi interpretativi preordinati e deterministicamente vincolanti.
2023
Succéder au Moyen Âge, LIIIe Congrès de la SHMESP,
L'histoire des élections papales n'est certainement pas linéaire et a connu de forts moments d'accélération et de déchirement : certainement entre le milieu du XIe siècle et la fin du XIIe siècle, il y a eu une période décisive pour l'expérimentation des procédures électives. Le cas du schisme entre Anacletus II et Innocent II au début des années 1130 constitue, dans cette perspective, une étape particulièrement intéressante, bien que non décisive. L'élément de particularité est le fait qu'il s'agissait d'une affaire interne à l'Église, au Collège des cardinaux, et d'une affaire essentiellement romaine ; une question de procédures, il n'y a pas eu de conflit avec un candidat impérial, comme dans le cas de Cadalus/Onorius II, Wibertus/Clément III auparavant ou, plus tard, dans le schisme de 1159. Il s'est également avéré être un passage important dans l'histoire de l'élaboration ecclésiologique des procédures d'élection. De manière un peu schématique, on peut placer la double élection de 1130 dans une parabole qui commence en 1059 et a un moment de composition en 1179. L'événement du schisme de 1130 peut être considéré dans cette perspective comme une pièce du processus de réforme de l'Église, de la "réforme en cours" qui a pris la forme de la restauration ou souvent de l'introduction, de la définition, de l'accomplissement - mieux encore de l'expérimentation - de procédures de clarification. Si l'on se détache de l'opposition qui a marqué de nombreuses reconstructions savantes et élaborées de l'historiographie, soucieuses de trouver une solution à la quaestio de la régularité canonique, ainsi que de l'opposition entre les conceptions réformistes nouvelles ou anciennes, et si l'on insère et encadre l'événement dans la trajectoire du processus de développement de la réforme, on peut voir comment toutes les ambiguïtés inhérentes aux procédures d'élection papale en 1130 se déflagrent. L'élection papale est un cas paradigmatique de la "réforme en cours" et de l'échange osmotique entre l'élaboration ecclésiologique, la définition des procédures et la possibilité de mise en œuvre en fonction du déroulement des événements qui provoquent des réponses et des actions qui ne sont pas préétablies, mais qui cisèlent leur propre cohérence de manière expérimentale, pour ainsi dire, en adoptant des résolutions et en adaptant les réponses et les actions sur la base d'exigences convaincantes qui échappent aux tentatives de les enfermer dans des schémas interprétatifs préétablis et déterministes.
elezioni pontificie; scisma 1130; Anacleto II; Innocenzo II; Pier Damiani; Nicola Maniacutia; Bernardo di Chiaravalle; papato; unanimitas; sanior para; major pare
04 Pubblicazione in atti di convegno::04b Atto di convegno in volume
Succéder au temps de la réforme de l’Église. Définition des procédures canoniques de l’élection pontificale entre l e xie e t l e xiie siècle / Longo, Umberto. - (2023), pp. 297-307. (Intervento presentato al convegno Succéder au Moyen Âge, LIIIe Congrès de la SHMESP, tenutosi a Roma).
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