La seconda metà dell’Ottocento rappresenta per la cultura statica delle costruzioni in muratura una fase significativa per via della nascita della moderna scienza delle costruzioni e per la disponibilità di nuovi materiali, quali l’acciaio e il cemento armato. Diversi sono stati, nell’epoca considerata, gli interventi di consolidamento che, da un lato, hanno alterato profondamente le architetture del passato, anche impiegando le nuove tecnologie, mentre dall’altro, grazie a un uso più calibrato di queste tecniche ma soprattutto con una certa attenzione rivolta alle istanze del restauro, hanno garantito un maggiore rispetto delle preesistenze. La maggior parte degli interventi strutturali continuava a essere realizzata in modo tradizionale, ovvero impiegando gli stessi materiali presenti nell’architettura storica: diffuse erano infatti le ricostruzioni parziali delle parti degradate, le riparazioni murarie tramite lo ‘scuci e cuci’, i rinforzi tramite catene o cerchiature di ferro (privilegiandone un inserimento celato nelle murature), la realizzazione di contrafforti. Spesso le scelte delle diverse tipologie d’intervento si relazionavano con le peculiarità delle costruzioni storiche considerate e del relativo contesto geografico e soprattutto culturale. In tal senso, il vaglio di alcuni restauri condotti a Roma e nel Lazio nella seconda metà del XIX secolo evidenzia la realizzazione di operazioni strutturali (numerose) consistenti, specie con rinnovamenti di fabbriche religiose (come S. Lorenzo fuori le Mura e S. Maria sopra Minerva a Roma), e consolidamenti veri e propri (S. Maria in Cappella, basilica di S. Maria Maggiore ad Alatri, porta Portati ad Alatri). Il contributo restituisce un quadro d’insieme del nascente rapporto fra restauro e consolidamento e le specificità del contesto romano e laziale, così come desunto dagli approfondimenti condotti sugli interventi strutturali riconducibili a riparazioni di dissesti e/o a miglioramenti del comportamento statico.
Il consolidamento nella seconda metà dell'Ottocento. Note su alcuni restauri a Roma e nel Lazio / Donatelli, Adalgisa. - In: CONFRONTI. - ISSN 2279-7920. - 13-16:(2022), pp. 115-125.
Il consolidamento nella seconda metà dell'Ottocento. Note su alcuni restauri a Roma e nel Lazio
Adalgisa Donatelli
2022
Abstract
La seconda metà dell’Ottocento rappresenta per la cultura statica delle costruzioni in muratura una fase significativa per via della nascita della moderna scienza delle costruzioni e per la disponibilità di nuovi materiali, quali l’acciaio e il cemento armato. Diversi sono stati, nell’epoca considerata, gli interventi di consolidamento che, da un lato, hanno alterato profondamente le architetture del passato, anche impiegando le nuove tecnologie, mentre dall’altro, grazie a un uso più calibrato di queste tecniche ma soprattutto con una certa attenzione rivolta alle istanze del restauro, hanno garantito un maggiore rispetto delle preesistenze. La maggior parte degli interventi strutturali continuava a essere realizzata in modo tradizionale, ovvero impiegando gli stessi materiali presenti nell’architettura storica: diffuse erano infatti le ricostruzioni parziali delle parti degradate, le riparazioni murarie tramite lo ‘scuci e cuci’, i rinforzi tramite catene o cerchiature di ferro (privilegiandone un inserimento celato nelle murature), la realizzazione di contrafforti. Spesso le scelte delle diverse tipologie d’intervento si relazionavano con le peculiarità delle costruzioni storiche considerate e del relativo contesto geografico e soprattutto culturale. In tal senso, il vaglio di alcuni restauri condotti a Roma e nel Lazio nella seconda metà del XIX secolo evidenzia la realizzazione di operazioni strutturali (numerose) consistenti, specie con rinnovamenti di fabbriche religiose (come S. Lorenzo fuori le Mura e S. Maria sopra Minerva a Roma), e consolidamenti veri e propri (S. Maria in Cappella, basilica di S. Maria Maggiore ad Alatri, porta Portati ad Alatri). Il contributo restituisce un quadro d’insieme del nascente rapporto fra restauro e consolidamento e le specificità del contesto romano e laziale, così come desunto dagli approfondimenti condotti sugli interventi strutturali riconducibili a riparazioni di dissesti e/o a miglioramenti del comportamento statico.File | Dimensione | Formato | |
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