La città, per come è pensata e pianificata, risponde ancora in larga parte alle esigenze di un gruppo maggioritario ed escludente. Tuttavia in anni recenti le teorie e le pratiche urbanistiche si stanno arricchendo di uno sguardo che onsidera la varietà dell’utenza e riconosce come soggetto il relativismo culturale e le stratificazioni sociali. Sotto l’egida dell’urbanistica di genere si sta radicando un modo di pensare la città che raccoglie i bisogni, le vulnerabilità ed i desideri dei diversi soggetti componenti il caleidoscopio sociale: una manifestazione della “società della cura” che mira ad invertire l’attuale rappresentazione marginalizzante dello spazio urbano. I risultati delle politiche urbane di gender mainstreaming adottate da alcune amministrazioni virtuose come Vienna e Barcellona iniziano ad essere visibili e tangibili nella vita quotidiana delle città. La pianificazione in questi casi è nata dall’allargamento del campo di osservazione, andando a scoprire e cogliere le specifiche esigenze delle fasce sociali allora escluse dai benefici della progettazione. L’elaborazione di dati specifici diviene quindi un punto cardine della pratica urbanistica. Esistono ancora poche statistiche che tengono conto delle differenze di genere; negli ultimi anni si sta promuovendo l’accesso ai database custoditi dalle amministrazioni e si stanno raccogliendo informazioni in maniera diretta, tramite interviste o sondaggi, allo scopo di redigere atlanti di genere. Il contributo dell’intervento si incentra sull’analisi di un caso studio specifico del panorama della capitale: il quartiere del Tufello, uno degli “insediamenti popolarissimi” che costituiscono la seconda generazione delle borgate romane ufficiali. Programmato nel 1939 (fuori dalle prescrizioni del Piano Regolatore del 1931) per dotare di un alloggio gli italiani residenti all’estero alla vigilia del secondo conflitto mondiale, il Tufello vede la realizzazione del primo nucleo storico per 348 nuclei familiari di ritorno dalla Francia già nel 1940. All’epoca dell’intervento, complici le difficoltà dello stato di guerra, si prestò scarsa attenzione al completamento delle opere viarie. Fino al 1962 vengono appaltati gli ampliamenti del quartiere, sebbene non verranno risolti i problemi che avevano caratterizzato la borgata durante la guerra: molte delle strade non furono asfaltate, né fu pensato un adeguato trasporto pubblico per una popolazione insediata che cresceva. Durante gli anni Sessanta e Settanta, il Tufello è stato poi lo scenario di aspre battaglie per il diritto alla casa, tra un susseguirsi di occupazioni e sgomberi e con un innalzamento del livello di conflitto, che chiedeva a gran voce un necessario miglioramento delle condizioni di vita del quartiere. Centrale nel tessuto della borgata è la piazza del mercato rionale coperto, realizzato (grazie a nuove ricerche di archivio esposte per la prima volta in questa sede) nel 1960 da Elena Luzzatto (1900-1983): prima donna laureata in Italia nel 1925 alla Regia Scuola di Architettura di Roma, e in attività presso il Governatorato già dalla fine degli anni Venti. Il mercato sorge nella piazza centrale del quartiere, verso la quale si protende con una plastica pensilina che protegge l’ingresso ed invita ad entrare. All’interno la ripetizione di elastici portali in calcestruzzo scandisce la piazza coperta dove si alternano i box ed i banchi, tra le ampie corsie di percorrenza. Il progetto modella uno dei luoghi della produzione sociale, considerando nel dettaglio tutte le esigenze dell’utenza dell’epoca, muovendosi agilmente tra gli aspetti formali, funzionali e relazionali che il sito richiedeva. La piazza degli Euganei su cui sorge il mercato funge da unico luogo di ritrovo pubblico della borgata, oltre a due spazi verdi incolti presenti nel limite nord. La piazza antistante si affaccia infatti su via delle Isole Curzolane, uno degli assi principali del Tufello, ed è dotato di servizi, attività commerciali, ed è ad oggi l’unico ad essere dotato di fermate del trasporto pubblico, benché la stazione della metro sia fuori dal limite della borgata. Partendo dall’analisi storica di uno spazio – quello della piazza del mercato – pensato e realizzato da una donna, il contributo si prefigge l’obiettivo di indagare e proporre nuovi spunti per ripensare la qualità della vita del quartiere, focalizzandosi innanzitutto sull’ascolto delle donne: analizzando il loro modo di stare e relazionarsi negli spazi pubblici e semipubblici, le loro percezioni di sicurezza o vulnerabilità nel camminare per strada, l’attinenza del trasporto pubblico alle abitudini e alle necessità del lavoro e della cura, delineando così una mappa degli usi e delle criticità, valutando la rispondenza della città alla quotidianità femminile, e cercando infine gli strumenti per risolvere i nodi dolenti, utili presumibilmente per l’intervento in analoghi contesti di borgata periferica romana.

Prospettive di genere. Dalla storia al femminile del mercato del Tufello all'analisi gender perspective del quartiere / Prencipe, Monica; DI EGIDIO, Alessandro. - (2023), pp. 866-867. (Intervento presentato al convegno XI Congresso AISU Beyond the Gaze. Interpreting and understanding the city tenutosi a Ferrara, Italy).

Prospettive di genere. Dalla storia al femminile del mercato del Tufello all'analisi gender perspective del quartiere

Monica Prencipe
;
Alessandro Di Egidio
2023

Abstract

La città, per come è pensata e pianificata, risponde ancora in larga parte alle esigenze di un gruppo maggioritario ed escludente. Tuttavia in anni recenti le teorie e le pratiche urbanistiche si stanno arricchendo di uno sguardo che onsidera la varietà dell’utenza e riconosce come soggetto il relativismo culturale e le stratificazioni sociali. Sotto l’egida dell’urbanistica di genere si sta radicando un modo di pensare la città che raccoglie i bisogni, le vulnerabilità ed i desideri dei diversi soggetti componenti il caleidoscopio sociale: una manifestazione della “società della cura” che mira ad invertire l’attuale rappresentazione marginalizzante dello spazio urbano. I risultati delle politiche urbane di gender mainstreaming adottate da alcune amministrazioni virtuose come Vienna e Barcellona iniziano ad essere visibili e tangibili nella vita quotidiana delle città. La pianificazione in questi casi è nata dall’allargamento del campo di osservazione, andando a scoprire e cogliere le specifiche esigenze delle fasce sociali allora escluse dai benefici della progettazione. L’elaborazione di dati specifici diviene quindi un punto cardine della pratica urbanistica. Esistono ancora poche statistiche che tengono conto delle differenze di genere; negli ultimi anni si sta promuovendo l’accesso ai database custoditi dalle amministrazioni e si stanno raccogliendo informazioni in maniera diretta, tramite interviste o sondaggi, allo scopo di redigere atlanti di genere. Il contributo dell’intervento si incentra sull’analisi di un caso studio specifico del panorama della capitale: il quartiere del Tufello, uno degli “insediamenti popolarissimi” che costituiscono la seconda generazione delle borgate romane ufficiali. Programmato nel 1939 (fuori dalle prescrizioni del Piano Regolatore del 1931) per dotare di un alloggio gli italiani residenti all’estero alla vigilia del secondo conflitto mondiale, il Tufello vede la realizzazione del primo nucleo storico per 348 nuclei familiari di ritorno dalla Francia già nel 1940. All’epoca dell’intervento, complici le difficoltà dello stato di guerra, si prestò scarsa attenzione al completamento delle opere viarie. Fino al 1962 vengono appaltati gli ampliamenti del quartiere, sebbene non verranno risolti i problemi che avevano caratterizzato la borgata durante la guerra: molte delle strade non furono asfaltate, né fu pensato un adeguato trasporto pubblico per una popolazione insediata che cresceva. Durante gli anni Sessanta e Settanta, il Tufello è stato poi lo scenario di aspre battaglie per il diritto alla casa, tra un susseguirsi di occupazioni e sgomberi e con un innalzamento del livello di conflitto, che chiedeva a gran voce un necessario miglioramento delle condizioni di vita del quartiere. Centrale nel tessuto della borgata è la piazza del mercato rionale coperto, realizzato (grazie a nuove ricerche di archivio esposte per la prima volta in questa sede) nel 1960 da Elena Luzzatto (1900-1983): prima donna laureata in Italia nel 1925 alla Regia Scuola di Architettura di Roma, e in attività presso il Governatorato già dalla fine degli anni Venti. Il mercato sorge nella piazza centrale del quartiere, verso la quale si protende con una plastica pensilina che protegge l’ingresso ed invita ad entrare. All’interno la ripetizione di elastici portali in calcestruzzo scandisce la piazza coperta dove si alternano i box ed i banchi, tra le ampie corsie di percorrenza. Il progetto modella uno dei luoghi della produzione sociale, considerando nel dettaglio tutte le esigenze dell’utenza dell’epoca, muovendosi agilmente tra gli aspetti formali, funzionali e relazionali che il sito richiedeva. La piazza degli Euganei su cui sorge il mercato funge da unico luogo di ritrovo pubblico della borgata, oltre a due spazi verdi incolti presenti nel limite nord. La piazza antistante si affaccia infatti su via delle Isole Curzolane, uno degli assi principali del Tufello, ed è dotato di servizi, attività commerciali, ed è ad oggi l’unico ad essere dotato di fermate del trasporto pubblico, benché la stazione della metro sia fuori dal limite della borgata. Partendo dall’analisi storica di uno spazio – quello della piazza del mercato – pensato e realizzato da una donna, il contributo si prefigge l’obiettivo di indagare e proporre nuovi spunti per ripensare la qualità della vita del quartiere, focalizzandosi innanzitutto sull’ascolto delle donne: analizzando il loro modo di stare e relazionarsi negli spazi pubblici e semipubblici, le loro percezioni di sicurezza o vulnerabilità nel camminare per strada, l’attinenza del trasporto pubblico alle abitudini e alle necessità del lavoro e della cura, delineando così una mappa degli usi e delle criticità, valutando la rispondenza della città alla quotidianità femminile, e cercando infine gli strumenti per risolvere i nodi dolenti, utili presumibilmente per l’intervento in analoghi contesti di borgata periferica romana.
2023
XI Congresso AISU Beyond the Gaze. Interpreting and understanding the city
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Prospettive di genere. Dalla storia al femminile del mercato del Tufello all'analisi gender perspective del quartiere / Prencipe, Monica; DI EGIDIO, Alessandro. - (2023), pp. 866-867. (Intervento presentato al convegno XI Congresso AISU Beyond the Gaze. Interpreting and understanding the city tenutosi a Ferrara, Italy).
File allegati a questo prodotto
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1697977
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact