Le città contemporanee sono ancora immaginate e pianificate secondo schemi culturali e urbanistici che reiterano geometrie complici del sistema capitalista e patriarcale. In questo processo, i governi cittadini assumono un ruolo centrale attraverso la promozione di politiche e regole aziendaliste da un lato, e progetti di pianificazione urbana escludente dall’altro lato. In entrambi i casi, l’utente ideale della città rimane l’uomo, bianco, cisgender, eterosessuale, abile o comunque i nuclei familiari che vedono questa figura al centro riproducendo la norma ciseteropatriarcale. In questo articolo, dopo aver ripercorso le posizioni di alcune autrici che hanno analizzato e problematizzato la questione dello spazio urbano contemporaneo attraverso le lenti di una prospettiva intersezionale, verrà presentato il caso studio di CHEAP, un collettivo bolognese di arte urbana che, attraverso la pratica della poster art, problematizza la normativizzazione dello spazio pubblico.
A chi appartiene la città? Strumenti di riappropriazione dello spazio pubblico in una città disegnata (ancora) da uomini. Il caso studio di CHEAP a Bologna // To Whom Does the City Belong? Tools of Re-appropriation of Public Space in a City (Still) Designed by Men. The Case Study of CHEAP in Bologna / Piras, Gioacchino; Mazzaglia, Silvia. - In: IN BO. - ISSN 2036-1602. - 14:18(2023), pp. 118-129. [10.6092/issn.2036-1602/14820]
A chi appartiene la città? Strumenti di riappropriazione dello spazio pubblico in una città disegnata (ancora) da uomini. Il caso studio di CHEAP a Bologna // To Whom Does the City Belong? Tools of Re-appropriation of Public Space in a City (Still) Designed by Men. The Case Study of CHEAP in Bologna
Gioacchino Piras
;
2023
Abstract
Le città contemporanee sono ancora immaginate e pianificate secondo schemi culturali e urbanistici che reiterano geometrie complici del sistema capitalista e patriarcale. In questo processo, i governi cittadini assumono un ruolo centrale attraverso la promozione di politiche e regole aziendaliste da un lato, e progetti di pianificazione urbana escludente dall’altro lato. In entrambi i casi, l’utente ideale della città rimane l’uomo, bianco, cisgender, eterosessuale, abile o comunque i nuclei familiari che vedono questa figura al centro riproducendo la norma ciseteropatriarcale. In questo articolo, dopo aver ripercorso le posizioni di alcune autrici che hanno analizzato e problematizzato la questione dello spazio urbano contemporaneo attraverso le lenti di una prospettiva intersezionale, verrà presentato il caso studio di CHEAP, un collettivo bolognese di arte urbana che, attraverso la pratica della poster art, problematizza la normativizzazione dello spazio pubblico.File | Dimensione | Formato | |
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Piras_A-chi-appartiene-la-città_2023.pdf
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