Secondo i dati ISTAT, nel corso del 2014 il 63% degli italiani di 11 anni e più (pari a 34 milioni e 319 mila persone) ha consumato almeno una bevanda alcolica. Il Ministro della Salute, nella sua relazione annuale al Parlamento Italiano sugli interventi in materia di Alcool e Problemi Correlati del 2015, evidenzia che, sebbene nel 2014 si osservi un lieve calo rispetto all’anno precedente dei consumatori giornalieri (nel 2013 rappresentavano il 22,7% e nel 2014 il 22,1%), aumenta il consumo di alcol occasionale al di fuori dei pasti (binge drinking): nel 2013 erano il 25,8% e nel 2014 erano il 26,9%. Il binge drinking è soprattutto diffuso tra i giovani (18-24 anni) e i giovani adulti (25-44), che lo adottano spesso nell’ambito di occasioni e contesti legati al divertimento ed alla socializzazione (Ministero della Salute, 2015). In letteratura, studi recenti hanno confermato un incremento nell'abuso di alcol e droghe in adolescenza, un esordio sempre più precoce ed hanno evidenziato la gravità delle conseguenze psico-fisiche (Amadori et al., 2014) e sociali che tale fenomeno comporta. I fattori di rischio più frequentemente riportati in seguito all’abuso di sostanze sono il basso rendimento scolastico, relazioni problematiche con coetanei ed insegnanti (Patterson, Reid e Dishion, 1992) e comportamenti aggressivi precoci (Ellickson, Tucker e Klein, 2001; Newcomb e Bentler, 1988). Si ipotizza, inoltre, che il ricorso al consumo di sostanze (alcool o droghe) possa rappresentare una strategia di coping o di automedicazione, ovvero una modalità privilegiata di gestire i propri stati emotivi in presenza di eventi stressanti (Khanzian, 1997). All'interno di questa cornice il contesto familiare e quello dei pari hanno una notevole importanza come fattori protettivi o altresì di rischio rispetto ai comportamenti devianti dei ragazzi. In virtù dei dati appena descritti l’ACC ha deciso di intraprendere una ricerca-indagine in alcune scuole secondarie superiori di Roma e Provincia per valutare la cornice di riferimento del problema e provare a progettare interventi mirati alla prevenzione del consumo di alcol e del disagio ad esso connesso. In particolare, la ricerca si propone di individuare i fattori protettivi e predisponenti a tali comportamenti a rischio, al fine di favorire la pratica clinica. Infatti, i risultati ottenuti serviranno per strutturare interventi specifici che tengano conto di aspetti psicoeducazionali ed attività laboratoriali volte a favorire l’individuazione, la comprensione e la modifica dei comportamenti a rischio. Il lavoro che verrà presentato riporterà quindi, oltre ai risultati dell’indagine, ipotesi di intervento che possano migliorare il benessere psicofisico degli adolescenti che frequentano quelle specifiche scuole.
Stili affettivi, condotte adolescenziali e rischio relativo al consumo dell’alcol / Noccioli, R.; Sallusti, F.; Di Nardo, M.; Gorgoni, M.; Pisciotta, F.; Russo, F.; Galluzzi, C.; Pilli, G.; Bandiera, Z.; Buttazzo, C.; Tripicchio, G.; Santilli, F.; Monteleone, O.. - (2016), pp. 138-138. (Intervento presentato al convegno XVIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (S.I.T.C.C.) tenutosi a Reggio Calabria).
Stili affettivi, condotte adolescenziali e rischio relativo al consumo dell’alcol
Gorgoni M.;
2016
Abstract
Secondo i dati ISTAT, nel corso del 2014 il 63% degli italiani di 11 anni e più (pari a 34 milioni e 319 mila persone) ha consumato almeno una bevanda alcolica. Il Ministro della Salute, nella sua relazione annuale al Parlamento Italiano sugli interventi in materia di Alcool e Problemi Correlati del 2015, evidenzia che, sebbene nel 2014 si osservi un lieve calo rispetto all’anno precedente dei consumatori giornalieri (nel 2013 rappresentavano il 22,7% e nel 2014 il 22,1%), aumenta il consumo di alcol occasionale al di fuori dei pasti (binge drinking): nel 2013 erano il 25,8% e nel 2014 erano il 26,9%. Il binge drinking è soprattutto diffuso tra i giovani (18-24 anni) e i giovani adulti (25-44), che lo adottano spesso nell’ambito di occasioni e contesti legati al divertimento ed alla socializzazione (Ministero della Salute, 2015). In letteratura, studi recenti hanno confermato un incremento nell'abuso di alcol e droghe in adolescenza, un esordio sempre più precoce ed hanno evidenziato la gravità delle conseguenze psico-fisiche (Amadori et al., 2014) e sociali che tale fenomeno comporta. I fattori di rischio più frequentemente riportati in seguito all’abuso di sostanze sono il basso rendimento scolastico, relazioni problematiche con coetanei ed insegnanti (Patterson, Reid e Dishion, 1992) e comportamenti aggressivi precoci (Ellickson, Tucker e Klein, 2001; Newcomb e Bentler, 1988). Si ipotizza, inoltre, che il ricorso al consumo di sostanze (alcool o droghe) possa rappresentare una strategia di coping o di automedicazione, ovvero una modalità privilegiata di gestire i propri stati emotivi in presenza di eventi stressanti (Khanzian, 1997). All'interno di questa cornice il contesto familiare e quello dei pari hanno una notevole importanza come fattori protettivi o altresì di rischio rispetto ai comportamenti devianti dei ragazzi. In virtù dei dati appena descritti l’ACC ha deciso di intraprendere una ricerca-indagine in alcune scuole secondarie superiori di Roma e Provincia per valutare la cornice di riferimento del problema e provare a progettare interventi mirati alla prevenzione del consumo di alcol e del disagio ad esso connesso. In particolare, la ricerca si propone di individuare i fattori protettivi e predisponenti a tali comportamenti a rischio, al fine di favorire la pratica clinica. Infatti, i risultati ottenuti serviranno per strutturare interventi specifici che tengano conto di aspetti psicoeducazionali ed attività laboratoriali volte a favorire l’individuazione, la comprensione e la modifica dei comportamenti a rischio. Il lavoro che verrà presentato riporterà quindi, oltre ai risultati dell’indagine, ipotesi di intervento che possano migliorare il benessere psicofisico degli adolescenti che frequentano quelle specifiche scuole.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.