L’agro pontino nella sua evoluzione da palude ad ager, avvenuta in seguito ad una serie di opere di bonifica avvenute ciclicamente negli anni ha mutato il suo assetto paesaggistico. La legge 3134 del 28 dicembre 1928 che da l’avvio alla bonifica integrale delle paludi appartenenti alla famiglia Caetani, trasforma in via definitiva quella che era considerata una “regione di bufali, di febbri, di paludi e di malandrini”, come la descrive Tito Berti nel 1884, e la fa divenire diventa un luogo in cui sorgono nuove condizioni di vita legate agli insediamenti che punteggiano il lungo percorso dell’Appia Antica. Sono nuove città, borghi rurali e case coloniche sparse che si inseriscono all’interno di un nuovo disegno del territorio. Si tratta di “città di fondazione” e casali realizzati negli anni Trenta del Novecento, quando l’area viene gradualmente popolata da coloni alle dipendenze dell’Opera Nazionale Combattenti. Lungo i paesaggi attraversati tracciato dall’Appia si possono incontrare città come Latina, Pontinia, Sabaudia, molti Borghi rurali, quali Borgo Flora, Borgo Faiti, Borgo Montello e una miriade di case coloniche. Ciascuno di questi insediamenti possiede caratteri distintivi, tipologici e morfologici, è realizzato con particolari materiali e finiture e si distingue per le particolari cromie. Oggi questo insieme preciso e scalarmente ordinato di abitati è stato corroso da una crescita smodata della città e della periferia che hanno corroso la purezza del disegno originario. Oggi, a noi è rimesso compito di capire cosa è sopravvissuto degli impianti originari e cosa è corretto conservare e cosa eventualmente reintegrare o rimuovere. Questi sono paesaggi ‘difficili’, in quanto costituiscono l’eredità di momenti storici pesanti, sono frutto di autoritarismi, perciò, ciascuno vorrebbe cancellarli dalla memoria, ma sono anche pezzi di storia, della nostra storia culturale, sociale e architettonica, che esigono di essere tutelati. Partendo dalla raccolta documentaria tratta dall’archivio ARSIAL, dall’Archivio di Stato di Latina e l’Archivio Luce, attarverso documentazione grafica e fotografica raccolta e con confronti con altri siti rurali italiani, si cercherà di ricostruire gli assetti passati, di comprendere l’intensità delle persistenze, delle trasformazioni e dei degradi presenti in questo patrimonio culturale

Borghi rurali e case coloniche nel paesaggio della pianura pontina. Conoscenza e conservazione / Vitiello, Maria. - (2022), pp. 21-22. (Intervento presentato al convegno Architettura rurale. La memoria del paese tenutosi a Online).

Borghi rurali e case coloniche nel paesaggio della pianura pontina. Conoscenza e conservazione

maria vitiello
2022

Abstract

L’agro pontino nella sua evoluzione da palude ad ager, avvenuta in seguito ad una serie di opere di bonifica avvenute ciclicamente negli anni ha mutato il suo assetto paesaggistico. La legge 3134 del 28 dicembre 1928 che da l’avvio alla bonifica integrale delle paludi appartenenti alla famiglia Caetani, trasforma in via definitiva quella che era considerata una “regione di bufali, di febbri, di paludi e di malandrini”, come la descrive Tito Berti nel 1884, e la fa divenire diventa un luogo in cui sorgono nuove condizioni di vita legate agli insediamenti che punteggiano il lungo percorso dell’Appia Antica. Sono nuove città, borghi rurali e case coloniche sparse che si inseriscono all’interno di un nuovo disegno del territorio. Si tratta di “città di fondazione” e casali realizzati negli anni Trenta del Novecento, quando l’area viene gradualmente popolata da coloni alle dipendenze dell’Opera Nazionale Combattenti. Lungo i paesaggi attraversati tracciato dall’Appia si possono incontrare città come Latina, Pontinia, Sabaudia, molti Borghi rurali, quali Borgo Flora, Borgo Faiti, Borgo Montello e una miriade di case coloniche. Ciascuno di questi insediamenti possiede caratteri distintivi, tipologici e morfologici, è realizzato con particolari materiali e finiture e si distingue per le particolari cromie. Oggi questo insieme preciso e scalarmente ordinato di abitati è stato corroso da una crescita smodata della città e della periferia che hanno corroso la purezza del disegno originario. Oggi, a noi è rimesso compito di capire cosa è sopravvissuto degli impianti originari e cosa è corretto conservare e cosa eventualmente reintegrare o rimuovere. Questi sono paesaggi ‘difficili’, in quanto costituiscono l’eredità di momenti storici pesanti, sono frutto di autoritarismi, perciò, ciascuno vorrebbe cancellarli dalla memoria, ma sono anche pezzi di storia, della nostra storia culturale, sociale e architettonica, che esigono di essere tutelati. Partendo dalla raccolta documentaria tratta dall’archivio ARSIAL, dall’Archivio di Stato di Latina e l’Archivio Luce, attarverso documentazione grafica e fotografica raccolta e con confronti con altri siti rurali italiani, si cercherà di ricostruire gli assetti passati, di comprendere l’intensità delle persistenze, delle trasformazioni e dei degradi presenti in questo patrimonio culturale
2022
Architettura rurale. La memoria del paese
04 Pubblicazione in atti di convegno::04d Abstract in atti di convegno
Borghi rurali e case coloniche nel paesaggio della pianura pontina. Conoscenza e conservazione / Vitiello, Maria. - (2022), pp. 21-22. (Intervento presentato al convegno Architettura rurale. La memoria del paese tenutosi a Online).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1696438
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