Fondata nel 761 d.C. per volere del re Desiderio e della regina Ansa, la chiesa del monastero di San Felice a Pavia è una delle ultime fondazioni documentate nel regno longobardo. Indagata e scavata alla fine del secolo scorso, la chiesa pavese risulta ad oggi l’esempio più completo e meglio conservato di edificio longobardo in quella che era la capitale del regno. Nonostante l’esiguità dei resti longobardi pavesi, soprattutto se confrontati ad altre città italiane, la struttura della chiesa di San Felice è in grado riassumere gran parte delle caratteristiche e degli elementi che contraddistinguono la produzione architettonica tardo- longobarda. La primitiva chiesa, di cui oggi sono interamente visibili la parete esterna meridionale e la cripta, apparteneva a quella tipologia architettonica diffusasi nella penisola italica a partire dalla seconda metà del VII secolo: le chiese ad aula triabsidata. Numerosi studi hanno tentato delineare l’origine di questa articolazione dell’aula liturgica, individuando nell’area retica il centro da cui si sarebbe poi diffusa nel nord Italia; tuttavia, grazie alle ultime ricerche e agli studi dedicati, si può facilmente notare come le fondazioni longobarde ad aula triabsidata precedano le realizzazioni carolinge di quasi un secolo. La chiesa di San Felice di Pavia, insieme ad altre chiese di fondazione desideriana e ad altri edifici coevi, risulta quindi fondamentale per la comprensione e lo studio di questa tipologia architettonica che contraddistingue la produzione longobarda. Lo studio della chiesa di San Felice permette inoltre di gettare luce su altri elementi tipici dell’architettura longobarda come la cripta a corridoio occidentale, il tribelon presbiteriale e le arcate cieche che corrono sulle superfici esterne della chiesa. Attraverso la ricostruzione della primitiva fase della chiesa e l’analisi comparativa con altri edifici coevi e tipologicamente affini, l’intervento mira quindi ad approfondire alcuni degli aspetti che caratterizzano la produzione architettonica longobarda.
La chiesa di San Felice a Pavia nel panorama della produzione architettonica longobarda. Vicende storiche e ricostruzione dell’ultima fabbrica nella capitale del Regno / Turotti, Nicola. - (2023), pp. 243-248. (Intervento presentato al convegno IX Ciclo di Studi Medivali tenutosi a Firenze).
La chiesa di San Felice a Pavia nel panorama della produzione architettonica longobarda. Vicende storiche e ricostruzione dell’ultima fabbrica nella capitale del Regno
Turotti Nicola
2023
Abstract
Fondata nel 761 d.C. per volere del re Desiderio e della regina Ansa, la chiesa del monastero di San Felice a Pavia è una delle ultime fondazioni documentate nel regno longobardo. Indagata e scavata alla fine del secolo scorso, la chiesa pavese risulta ad oggi l’esempio più completo e meglio conservato di edificio longobardo in quella che era la capitale del regno. Nonostante l’esiguità dei resti longobardi pavesi, soprattutto se confrontati ad altre città italiane, la struttura della chiesa di San Felice è in grado riassumere gran parte delle caratteristiche e degli elementi che contraddistinguono la produzione architettonica tardo- longobarda. La primitiva chiesa, di cui oggi sono interamente visibili la parete esterna meridionale e la cripta, apparteneva a quella tipologia architettonica diffusasi nella penisola italica a partire dalla seconda metà del VII secolo: le chiese ad aula triabsidata. Numerosi studi hanno tentato delineare l’origine di questa articolazione dell’aula liturgica, individuando nell’area retica il centro da cui si sarebbe poi diffusa nel nord Italia; tuttavia, grazie alle ultime ricerche e agli studi dedicati, si può facilmente notare come le fondazioni longobarde ad aula triabsidata precedano le realizzazioni carolinge di quasi un secolo. La chiesa di San Felice di Pavia, insieme ad altre chiese di fondazione desideriana e ad altri edifici coevi, risulta quindi fondamentale per la comprensione e lo studio di questa tipologia architettonica che contraddistingue la produzione longobarda. Lo studio della chiesa di San Felice permette inoltre di gettare luce su altri elementi tipici dell’architettura longobarda come la cripta a corridoio occidentale, il tribelon presbiteriale e le arcate cieche che corrono sulle superfici esterne della chiesa. Attraverso la ricostruzione della primitiva fase della chiesa e l’analisi comparativa con altri edifici coevi e tipologicamente affini, l’intervento mira quindi ad approfondire alcuni degli aspetti che caratterizzano la produzione architettonica longobarda.File | Dimensione | Formato | |
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