Canti, echi e sussurri leopardiani nelle opere di Ippolito Nievo

Entro la recente ricostruzione della vasta ed articolata cultura letteraria di Ippolito Nievo, nonostante la presenza di meritevoli incursioni critiche in varie edizioni e monografie, ad oggi manca uno studio specificatamente dedicato all’analisi approfondita delle copiose tessere leopardiane rilevabili negli scritti dell’autore delle Confessioni d’un Italiano. Il seguente contributo si propone di compiere una prima riflessione sistematica sull’argomento, indagando gli echi tematici, lessicali e linguistico-stilistici dei Canti, delle Operette morali, dei Pensieri e dei Paralipomeni della Batracomiomachia udibili negli scritti in versi di Nievo: la tragedia Spartaco ed i quattro volumi di poesie, in particolare i Versi del 1854 (Bruto minimo all’università), la raccolta omonima del 1855 (Storia di un’anima) ed il canzoniere delle Lucciole (A Virgilio), i quali hanno goduto fino ad ora di minore fortuna critica. Sarà inoltre approfondita la questione delle ascendenze leopardiane rinvenibili nelle opere in prosa del letterato veneto (l’Antiafrodisiaco per l’amor platonico, le Confessioni d’un Italiano, gli articoli giornalistici di stampo umoristico e le ‘novelle filosofiche’, ovvero Il Barone di Nicastro e la Storia filosofica dei secoli futuri). Entrambi i settori della produzione nieviana saranno indagati nel dettaglio, analizzando, in particolare, le differenti modalità di rielaborazione delle lezioni leopardiane (citazioni, allusioni, parodie, omaggi) e la valenza ideologico-letteraria del persistente inserimento di tali riprese all’interno delle originali elaborazioni artistiche di Nievo.