L’articolo propone un’analisi della resa delle espressioni polirematiche (EP) del Visconte dimezzato di Italo Calvino (1952) nella nuova traduzione francese dell’opera (Rueff, 2018). Combinando un approccio contrastivo al metodo bermaniano di critica della traduzione, le autrici mettono a confronto i traducenti della versione Rueff con quelli della prima traduzione francese (Bertrand 1955). Dopo una breve presentazione dei risultati quantitativi dell’indagine, che evidenziano una relativa congruenza tra i due corpora studiati, si concentrano sull’analisi qualitativa dei traducenti. Appare che, mentre Bertrand tendeva a scegliere equivalenti linguistici e a cancellare le varietà diafasiche, soprattutto quelle più basse, delle EP – coerentemente con il canone traduttivo del suo tempo -, Rueff tratta le EP in modo più innovativo, dedicando una particolare attenzione a tutte le varietà diafasiche del testo di partenza. Tra i processi creativi usati dal traduttore, vengono esaminati il ricorso al calco e al défigement, tecniche grazie alle quali Rueff riesce a conservare le immagini culturali veicolate dalle EP così come l’ironia caratteristica dell’autore. Infine, viene messo in luce come questo trattamento innovativo delle EP si inserisce in un approccio traduttivo dell’intera opera volto a ricreare accuratamente le sue reti semantiche, la sua sintassi e il suo stile.
Tradurre la fraseologia calviniana in francese: "Il visconte dimezzato" / Penn, Catherine; VAN GEERTRUIJDEN, Martine Lydie. - (2023), pp. 49-73. - LINGUISTIC INSIGHTS.
Tradurre la fraseologia calviniana in francese: "Il visconte dimezzato"
Martine Van Geertruijden
2023
Abstract
L’articolo propone un’analisi della resa delle espressioni polirematiche (EP) del Visconte dimezzato di Italo Calvino (1952) nella nuova traduzione francese dell’opera (Rueff, 2018). Combinando un approccio contrastivo al metodo bermaniano di critica della traduzione, le autrici mettono a confronto i traducenti della versione Rueff con quelli della prima traduzione francese (Bertrand 1955). Dopo una breve presentazione dei risultati quantitativi dell’indagine, che evidenziano una relativa congruenza tra i due corpora studiati, si concentrano sull’analisi qualitativa dei traducenti. Appare che, mentre Bertrand tendeva a scegliere equivalenti linguistici e a cancellare le varietà diafasiche, soprattutto quelle più basse, delle EP – coerentemente con il canone traduttivo del suo tempo -, Rueff tratta le EP in modo più innovativo, dedicando una particolare attenzione a tutte le varietà diafasiche del testo di partenza. Tra i processi creativi usati dal traduttore, vengono esaminati il ricorso al calco e al défigement, tecniche grazie alle quali Rueff riesce a conservare le immagini culturali veicolate dalle EP così come l’ironia caratteristica dell’autore. Infine, viene messo in luce come questo trattamento innovativo delle EP si inserisce in un approccio traduttivo dell’intera opera volto a ricreare accuratamente le sue reti semantiche, la sua sintassi e il suo stile.| File | Dimensione | Formato | |
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